“LAZZARA” E FELICE: LA MAGIA INTATTA DI UNA CITTA’ FERITA
Una nuvola nera minaccia Napoli (grauseditore) di Donatella De Crescenzo e Vincenzo Lamberti
in presentazione venerdì 30 maggio alle 18.00 al Circolo Nautico Posillipo di Napoli.
Intervengono Maria Liguori, Angela Rasulo e Donatella De Crescenzo. Letture di Carlo Verre.
Prende il via una collaborazione tra due realtà di Napoli che operano nei settori della cultura e dello sport. Inizia con la presentazione di un libro, infatti, una sinergia tra la casa editrice Graus e lo storico Circolo Nautico Posillipo. In presentazione, per saldare questa alleanza, il volume di testo e immagini di Donatella De Crescenzo e Vincenzo Lamberti Una nuvola nera minaccia Napoli. Una città ferita, sulla quale incombe una minaccia. Dall’alto, come una spada di Damocle. Qualcosa indefinito, ma dai colori cupi e scuri, potrebbe, per poco o per sempre, rubare la serenità della città. Quella città è Napoli, e la paura arriva da una nuvola nera. Si chiama infatti, proprio così Una nuvola nera minaccia Napoli (grauseditore) il libro di Donatella De Crescenzo e Vincenzo Lamberti, dato alle stampe dall’editore napoletano Graus, sempre attento a tutto ciò che riguarda la sua città. Quella nuvola pervade il cielo, azzurro. Si staglia nociva, malefica in alto, dove in genere, quell’azzurro, si popola di bellezza. Parole e immagini per un racconto appassionato e amaro della propria città. I due autori, coppia anche nella vita, hanno affidato l’introduzione alla figlia Violetta Lombardi, che tra l’altro scrive:“Un giorno, tempo fa, guardavo Vincenzo, mio padre, dipingere e gli ho chiesto: ‘Papà perché hai deciso di fare il medico?’ Lui mi ha risposto con grande naturalezza: ‘Perché volevo fare il mago’”. C’è molta magia in questo libro. E, il senso è anche quello di tante sfumature, che, rappresentano anche gli stati d’animo di come ci sentiamo ogni giorno. Come per l’immagine di quella città colorata di volta in volta con sfumature diverse. La nuvola nasconde la bellezza, ma non la cancella. Le ferite che ci portiamo della vita, non ci chiudono definitivamente a nuove esperienze, perché siamo in grado di cambiare, metaforicamente, anche noi colore, adeguarci alle situazioni diverse che ci si presentano nella vita. “Io porto delle ferite, ‘un graffio sul petto’, il colore del cielo è diventato più cattivo, il vento mi scompiglia i capelli. Poi il mare d’improvviso diventa rosso ed è tutta una battaglia, le tinte sono così forti, così passionali e io faccio l’amore con la mia città. Perché è vero, c’è una nuvola nera, ma io non ho paura”. Così conclude Violetta, nella presentazione del libro.
da UFFICIO STAMPA E PROMOZIONE
SABATINO DI MAIO
GRAUS EDITORE