Oggi pomeriggio nella Sala Consigliare del Comune in occasione della presentazione del suo nuovo libro la dott.ssa Matilde Romito ha ricevuto una targa dal sindaco Michele De Lucia De Lucia. All avvenimento presenti anche il vice Sindaco Francesco Fusco, l'ass. Giuseppe Guida e il cons. Nino Di Leva , Nella sala nonostante il vento e il freddo c'è stata una grande affluenza.
Positano “Dove le onde e le montagne si incontrano”
Testimonianze
figurative tra Ottocento e Novecento
INDICE
Perché Positano III ?
"Where the waves and
mountains meet": l'Archivio Smithsonian
Positano "troppo bella per essere vera”: Sidonie-Gabrielle Colette
Per grazia ricevuta: gli
ex voto della Chiesa Madre
Pannelli ceramici:
la Madonna di Positano
Le
belle case antiche di Positano
Edward Lear:
un pedagogo inglese a Positano nel 1844
Pittori
italiani tra metà Ottocento e inizi Novecento: Pescatore
di Positano, Francesco Mancini, Giuseppe De Sanctis, Vincenzo Migliaro, Carmine
Ciardiello, Giovanni
Battista, Mario Maresca, Oscar Ricciardi, Arturo Noci
Stampe di
Positano nella seconda metà dell'Ottocento
Vincenzo Caprile: l'immagine di Positano nel mondo a fine
Ottocento
Paul
Kaemmerer: i bambini di Positano nell'ultimo anno
dell'Ottocento
Gli
svedesi tra gli anni Dieci e Venti:
Carl Palme, Acke Hallgren, Isaac Hirsche Grünewald, Sture
Lundberg, Evald Knut Kallstenius,
Axel Wallert
Arnold Rönnebeck: una Positano più verticale
che mai
La magica triade:
Adolf Erbslöh, Carl Mense, Richard Seewald
Anita
Rée: la pittrice tedesca
che parlava con i positanesi
Leo
Gestel: oltre 60 immagini
di Positano in cinque mesi
Ludwig Gottfried Schmidbauer, Victor Surbek, Hans
Stocker, Niklaus Stoecklin, Otto Morach: artisti svizzeri a Positano
Max Hermann Pechstein:
"L'arte non è un passatempo"
Annot e Rudolf
Jacobi: pittori
pacifisti a Positano nel 1923-'26
Louis
I. Kahn: il famoso
architetto che disegnò Positano 90 anni fa
Il primo
trentennio del Novecento:
I tedeschi
Gottlieb Gottfried Klemm, Hertha Spielberg, Karl
Zerbe, Josef Bell, Karl Holtz,
Ewald Matarè, Herbert Fiedler, Wilhelm Guntermann, Franz Helmut Becker, Max
Schwimmer, Ulrich Neujahr, Greta Lippl-Heinsen, Adolf Hartmann
Gli austriaci Oskar Laske e Ludwig Heinrich Jungnickel
Gli ungheresi Deli
Antal e Mihály Erdélyi
Gli olandesi
Paul Determeyer, Jo Koster, Dirk Filarski, Wim Schuhmacher, Mauritius Cornelius
Escher
I russi
Giovanni Zagoruiko e Dimitri Bouchene
Il belga
Walter Ophey, il danese Tegner
Rudolph Christopher, il polacco
Oskar Gawell, l'inglese Bertram Nicholls, l'americano Victor
Surbek (1885–1975) was a Swiss painter from Berne .Gordon Hansen, il brasiliano Hugo Adami
La Positano di Oskar Brάzda: la felicità del colore
Ugo Matania: una famiglia di
artisti
Paula Bärenfänger: Positano vista da una
angolazione "diversa"
Ettore Pignone del Carretto: una importante collezione privata
Gioacchino Parlato: ricordi di famiglia e non solo
La Collezione di Eva
Cinque Trivellini
La Collezione della Famiglia
Palermo
Giovanni Lomi: un baritono livornese a Positano
Positano nella ceramica di Luigi Anelli
Pittori degli anni
Quaranta-Cinquanta:
Grethe Jürgens, John Paddy Carstairs, Werner
Augustiner, P. Tosti, Federico De Rinaldi,
Edmond Casarella, Peter
Bach, Teichfischer, Roberto Pane
Artisti del nord Europa tra fine
anni Quaranta e i primi anni Cinquanta: gli svedesi Eric
Nordlöw, Joann
Sven e Lennart Rohde, i danesi Jørn Larsen, Carl Budtz Moller ed Egon Svarrer, il finlandese Grigor Auer, il norvegese Johannes Rian
Positano
nell'"obiettivo" di Ernst
Haas
Positano
nelle raccolte dell’EPT di Salerno
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Nina Batalli: una pittrice tra Italia
e Romania
Arturo Bacio Terracina e
Mario Cortiello:
due napoletani innamorati di Positano
Edward
Bainbridge Copnall: un artista sudafricano a Positano
Jehangir Sabavala: Positano nella tradizione modernista indiana
William Grosvenor Congdon: Positano fra le tappe di
una continua crescita spirituale
Olga e Meitje Bontjes van
Beek: a
Positano per dimenticare gli orrori nazisti
In memoria di Michele
Theile: Casa mia e Notte di luna del 1955
Sigmund Pollitzer: un artista inglese fra
Positano e Venezia
L'Art Workshop di Edna Lewis e la Casa Orfeo di
Wilhelm Kempff
I tedeschi tra gli anni Cinquanta e Sessanta: Franz Gerwin, Gerda Voith von Voithenberg, Paul Ehrhardt, Franz Rudolf Wanka, Else Schnabel
Max Peiffer Watenphul and
Italy: A Matter of the Heart
Gli anni Sessanta-Settanta: Winthrop Neilson,
Wolfgang Breitling, John Kiraly, Marga Scott-Williams, Hugo Walleitner, K.
Biggi, Keith Wilson, Eva Bilinski, Marco
Richterich, Annamaria Rossi-Zen, Eugenio Magno, Randy Sprout
Felice Vellan ed Enrico Paulucci: un torinese e un genovese a Positano
"Verliebt in Positano": il diario di Gigi Martin
Gli anni
Ottanta-Novanta: Norbert Tadeusz, Ted Sherwen, Daniel Izzard, John Ward Stanton, Russ Elliott, Malcolm Baroway, Alexander Mackenzie
Positano, l'innocenza e il peccato
(Paolo Guzzanti, 1985)
Un giovanissimo israeliano: Koby Feldmos e una Positano "puntinata"
Didascalie
delle immagini
Ringraziamenti
Perché Positano III ?
L'affascinante titolo è quello di una fotografia stereoscopica
di Positano del 1905 dell’azienda americana di fotografie Underwood &
Underwood, nata nel 1881 e chiusa nel 1940.
Per l'immagine di copertina ho voluto scegliere un quadro dove
fosse evidente questo "incontro" fra le onde e le montagne, scelta
caduta su una delle pittrici più care ai positanesi e che tanto ha dato a
questo paese, View onto the Watchtower di Anita Rée.
. Felgenkaktus- il cactus di Anita Ree
La ricerca si è ampliata in uno studio teso a inquadrare la
storia artistica di Positano nel corso dell’Ottocento e del Novecento,
introducendo nuovi ambiti di indagine, dagli Ex voto
della Chiesa Madre ad inediti Pannelli ceramici con la Madonna di Positano, ad
artisti particolari per la storia di Positano come Ettore Pignone del Carretto e Gioacchino Parlato.
Molti si chiederanno della
scarsa, o meglio ridotta, presenza di pittori italiani rispetto agli stranieri:
in realtà lo scopo è soprattutto di verificare come vedevano questo lembo di
paradiso artisti provenienti da terre fredde, spesso con lande piatte e poco
rigogliose, non abituati a "salti" di scogliere irte nel mare, case a
cubetti addossate le une alle altre, vie a scale che attraversano il paese
verticale in tutte le direzioni, diramandosi per ogni dove, a creare un
reticolo infinito di collegamenti. Gli artisti italiani propendevano per le
vedute classiche che non solo erano di più facile vendita, ma improntavano le raffigurazioni
con quella nota oleografica che attirava un pubblico ampio di stranieri, ma
anche di italiani.
Ancora una volta il
"pezzo forte" è la ricca sequenza di quadri apparsi nelle aste
internazionali (europee, americane e orientali) dall’Ottocento ai giorni nostri
e opere da collezioni private o conservate in musei e raccolte europei e
americani, a conferma della internazionalità dell’immagine di Positano nel
mondo. Tornano così vari artisti già esaminati dei quali è stato possibile
conoscere nuovi dipinti; si sono esaminati anche gli elementi biografici non
presenti in Positano I o Positano II, laddove chiarivano e sfaccettavano la
relativa produzione positanese. L'esempio più forte è rappresentato dalla
pittrice di Amburgo Anita Rée, con elementi importanti della sua parentesi
positanese: veramente si resta colpiti dalla formidabile produzione di questa
sfortunata artista che probabilmente visse a Positano uno dei periodi più
felici della sua vita. Positano a sua volta le regalò una ispirazione che colpì
profondamente nelle successive mostre in Germania quando espose i relativi
quadri.
Semplicemente
straordinaria poi la Collezione Piet Boendermaker che ci rassegna ben 48 nuove
opere dell’olandese Leo Gestel, a Positano da giugno a novembre del 1924, ritrovate
digitalmente nel Rijksbureau voor Kunsthistorische Documentatie, Istituto olandese di
storia dell’arte a L'Aia, un
grande centro di documentazione della storia dell'arte, non solo olandese. Di
Gestel erano già state pubblicate 16 opere nei due volumi sulla pittura di
Positano. Si è felici di aderire al programma di diffusione dei pittori
olandesi dell'Istituto.
Ma il numero maggiore di
opere per artista questa volta viene dalla disponibilità dei discendenti di
Paula Barenfenger, della quale ho potuto sia chiarire aspetti e cronologie
della vita che ampliare la conoscenza
della sua opera, costretta a scegliere fra ben 595 dipinti !!!
Chiude l'Ottocento e apre il
nuovo secolo Vincenzo Caprile, sempre innamorato di Positano.
E poi Walter Ophey e Carl
Palme. E se di Walter Ophey la Deutsche Digitale Bibliothek e il Museum
Kunstpalast a Düsseldorf restituiscono due belle immagini del 1910, lo svedese
Carl Palme viene fuori con un cospicuo numero di opere su Positano, soprattutto
del 1914-'15, alcune reperite sulla affascinante rivista liberty “IDUN” del 17
ottobre 1915.
pescatori positanesi di Craemer. (collezione privata)
La triade del 1923-'24, Adolf
Erbslöh, Carl Mense e Richard Seewald, con nuove opere, sottolinea come gli anni Venti siano stati
anni fervidissimi per l'immagine di Positano, che esplode
nell’immaginario artistico europeo proprio negli anni Venti – inizio Trenta, il
periodo certo più ricco e fervido che la vide primeggiare sulle riviste e nelle
mostre europee: per questo
Kurt Craemer dice che non vi era mostra in Germania a metà degli anni Venti
dove non vi fossero opere riferite al paesaggio di Positano. Ancora: un
magnifico acquerello con la vista sulla chiesa del Rosario e i resti del
mulino, in collezione privata a Positano, va forse attribuito ad Adolf Erbslöh,
non essendo chiarissima la firma; dunque siamo sempre nel 1923-’24. A questi
anni risale anche un quadro di Carlo Mense, trasmessomi dalla nipote Elisabeth
Baske, un acquerello e gouache
splendido, in famiglia da sempre.
Quattro anni prima, alla
Biennale di Venezia del 1920 lo svedese Acke Hallgren e il romano
Arturo Noci presentano nei loro quadri una Positano non posteriore a
quell’anno.
Il 1925 vede altri tre
artisti straordinari: Otto Morach con le sue "Positano" II e III,
Niklaus Stoecklin con il quadro esposto nel Kunstmuseum di Basilea,
e Max Hermann Pechstein, l'espressionista inserito nell'elenco dei pittori
della entartete Kunst "l'arte degenerata" del 1937.
Il numero di tedeschi appare sempre preponderante.
L'Italia è stata un'esperienza obbligata per ogni artista tedesco nel
diciannovesimo secolo. Era il regno in cui incontrare l'antichità classica,
l'arte del Rinascimento e del Barocco. Nel diciannovesimo secolo, giovani
artisti fecero pellegrinaggi in Italia per allenarsi ai sublimi esempi delle
grandi figure del passato. Al contrario, per gli artisti tedeschi del XX
secolo, le scelte proprie dell'artista hanno rivelato il paese e la sua
cultura. Coloro che hanno viaggiato dalla Germania all'Italia nel XX secolo -
e, in particolare, all'inizio del secolo - spesso seguivano ancora il canone
accademico, ascoltando il dovere del giovane artista di realizzare il
"Grand Tour", il viaggio educativo. Forse era ancora chiaro a quei
viaggiatori di trovarsi nella tradizione di quegli artisti e storici tedeschi
che avevano unito le loro biografie all'Italia, i suoi paesaggi artistici e le
sue grandi città. Oltre ad essere una tradizione accademica per gli artisti del
Romanticismo, l'Italia è stata la confutazione del triste clima e dell'umore
tedesco, ma anche un mondo opposto, con atmosfera e ampi paesaggi, con luce e
sole. Soprattutto gli artisti tedeschi che hanno viaggiato in Italia nel XX
secolo sono stati quelli alla ricerca del "Sud" e gli stimoli che ha
fornito, luce e colore dalla realtà per l'uso in pittura. I pittori tedeschi, a differenza degli
artisti francesi, ad esempio, non avevano un Sud nel proprio paese, il Sud che
aveva reso possibile tali opere categoricamente differenti. Inoltre, il
trasferimento del potere ai nazionalsocialisti aveva radicalmente modificato la
situazione artistica in Germania. Questi individualisti e solitari speravano di
continuare a lavorare, e sopravvivere alle confusioni politiche dell'epoca
incolumi in Italia. Il viaggio è stato un elisir di vita e la base della vita professionale per
questi pittori che hanno dipinto l'atmosfera e la luce, la natura e il
paesaggio, e l'esperienza dello spazio e della distanza prospettica nel loro
lavoro.
Intanto salgono alla ribalta
nuovi nomi, dal tedesco Paul Kaemmerer, nel 1899, ad Herbert Fiedler a
Dimitri Bouchene, da Ugo Matania a Giovanni Lomi,
dall’americano John Paddy Carstairs all'austriaco Werner Augustiner all’indiano Jehangir Sabavala alla rumena Nina Batalli al sudafricano Edward Bainbridge Copnall a Roberto Pane; una sequenza
che inizia con l’inglese Edward Lear a Positano nel giugno del 1844.
Un altro
nuovo artista è Franz Helmut Becker che tra il 1924 e il 1931 ci offre una
decina di opere in varie tecniche, olio, tempera, acquerello, pastello, tecnica
mista, e ancora nel 1938. E’ uno della “Saarländischer
Künstler“ (gli artisti della Saar). Il Saarländischer Künstlerbund è stato fondato nel
1922 a Saarbrücken, diventando così la più antica associazione di artisti nel
Saarland. In contrasto con gruppi di artisti che si uniscono sotto la bandiera
di un programma pittorico, la federazione artistica si tenne aperta a tutte le
varietà e agli stili d'arte, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia
all'architettura alla musica.
Nuove opere vengono ancora dal conosciuto Rudolf
Jacobi ma anche dalla moglie Annot, una coppia estremamente interessante
vissuta a Positano e sulla costiera amalfitana fra il 1923 e il 1926.
Louis Kahn, nel suo primo
viaggio in Italia del 1928-'29, incontrerà la bellissima costiera; tornerà nel
1950. E ritornano Giovanni Zagoruiko, Arturo Bacio Terracina, Mario Cortiello,
Enrico Paulucci, Felice Vellan.
Da Olga e Meitje Bontjes van
Beek, madre e figlia che a Positano cercano di dimenticare gli orrori nazisti a
William Grosvenor Congdon, in una continua ascesa spirituale dopo aver visto
una Bergen Belsen liberata sì ma carica di angoscia, questa terza puntata sulla
pittura di Positano non poteva non contenere un ricordo di Michele Theile,
indimenticabile nel suo affetto per Positano e nei suoi quadri. A
Matter of the Heart, come nel rapporto di Max Peiffer Watenphul con
Positano.
Ho voluto mettere a
confronto, per una concomitanza di epoca, l'Art Workshop di Edna Lewis con la
Casa Orfeo di Wilhelm Kempff, partendo dal Bauhaus di Johannes Itten e
Gertrud Grunow; ritagli di giornali, insegnanti, alunni nella nuova temperie
degli anni Cinquanta-Sessanta, nella terra che consentiva di vedere Pompei come
Paestum, Napoli come Li Galli.
Avrei
voluto arricchire la ricerca anche attraverso altri tipi di testimonianze, che
mi sembrano assai interessanti per ricostruire la storia artistica di Positano:
i Libri degli ospiti di alcuni alberghi o case private frequentate
dagli artisti stranieri, ma trattandosi di libri preziosi e delicati ho
compreso la riluttanza a prestare tali volumi per uno studio approfondito. In
alcune pagine appena sfogliate, del 1885, ebbi modo già di verificare il nome di Francis Marion Crawford che
alloggiava alla Pension du Paradis (ne parla nel 1894, mal giudicandolo) e
passò al Margherita e ancora Zeno Diemer (libro 1903).
Alcune immagini del diario di Gigi Martin (1960)
e
i pittori degli anni Settanta-Novanta costituiscono altri settori di
documentazione per la seconda metà del Novecento.
Come per il volume “Vieni qui, il paese è una fiaba”, l'arco
cronologico dunque non è variato perché la nuova documentazione afferisce
comunque ancora a tutto il Novecento, partendo anzi dagli anni Quaranta
dell'Ottocento.
|
La lettura della pittura a
Positano è dunque fenomeno complesso e affascinante e va riaggiornato proprio
con prosiegui di indagine, sempre fruttuosissimi, perché, come scriveva la
celebre scrittrice francese Gabrielle Colette Sidonie alla madre nel novembre
del 1910 “Mia cara mamma, noi facciamo colazione a Positano, in un paese troppo
bello per credere che sia vero”. E il giorno dopo: “Io sono arrivata e sono
rimasta abbagliata”.