venerdì 5 giugno 2009

LA FESTA DELLA MADONNINA al DON ORIONE


La Madonnina del Don Orione
Roma, 6 giugno 2009

E' la festa della Madonnina.
La processione partirà da via dei Giornalisti alle 18,30 per concludersi sotto la statua dorata della Madonna. Alle 19.00 la Messa e poi alle 20.30 ...grigliata nella pinetina e un concerto del gruppo " Terra Mia"...

Singolarità : venticinque anni fà venni ad abitare in via della Camilluccia proprio nel giorno in cui si festeggiava la Madonnina d'oro al Don Orione. Domani giorno che si festeggia la Vergine Maria lascio la mia abitazione . Il Don Orione è situato davanti la casa dove ho vissuto in tutti questi anni a soli dieci metri dalle mie finestre.

segue con le foto della festa.... a domani
Un pensiero di San Luigi Orione :
" Noi non facciamo politica: la nostra politica è la carità grande e divina che fa del bene a tutti. Noi non guardiamo ad altro che alle anime da salvare".



Un breve accenno della storia della Madonnina d'orata che si affaccia su Roma.

Siamo nel giugno 1944, le truppe alleate sono alle porte della Capitale. I tedeschi aserragliati a Roma. Papa Pio XII lancia un appello ai romani per pregare la Madonna affinche protegga la Città.
Roma , a parte un bombardamento a San Lorenzo si salva.
La Madonna ha ascoltato i fedeli della Capitale. Si pensò allora di porre un segno tangibile, una grande statua della Madonna su quel colle, impareggiabile belvedere sulla Città. Sarà scultore ebreo Arrigo Minerbi, in gratitudine per la salvezza che gli era stata offerta in Roma negli anni della persecuzione a offrirsi per la creazione di questa statua: « Datemi del rame e ve la farò io la statua». Vennero subito raccolte pentole di rame e quant'altro. Il gruppo romano del Don Orione si mobilitò subito in tutta Roma. Nacque fra gli Amici una nobile gara per cercare il rame occorrente e si fece ricorso per stimolare le offerte alla lettera che Don Orione aveva scritto nel 1930 per la questua delle pentole rotte per la statua della Madonna sul santuario della Madonna della Guardia di Tortona: «Vi cerco le pentole rotte! Sentite: non avete in casa qualche vecchia pentola e qualche pignattone di rame, che non ne fate più niente? Qualche caldaia rotta, calderini, padelle, casseruole, tegamini, scaldaletti? Qualche marmittone da regalarmi per fare la statua della Madonna? Non avreste dei mestoli, schiumarole di rame, catini, secchi, pompe rotte da solfato, monete di ramo fuori corso? Prendo tutto».
Don Piccinini ha raccontato la storia affascinante, che ha del miracoloso, della costruzione della statua, del trasporto da Milano a Roma, della ricerca della ditta che avrebbe dovuto alzarla a tanta altezza, di tutte le difficoltà burocratiche e politiche superate. «Tutto era pronto e la Madonna avrebbe potuto affacciarsi benedicente su Roma l’8 dicembre 1952, ma avennero diverse difficoltà e soltano verso il, marzo 1953 quella statuetta d'ora alta dieci metri con un nvolto che ricorda la sacra Sindone arrivò a Roma e Montata su Momte Maria affacciandosi su la Capitale ! E fu proprio disposizione di Dio perché quella statua votiva degli Amici si elevasse nel cielo di Roma proprio alla gloria delle campane di sabato santo, quando nei templi l’inno dell’Alleluja sarebbe risuonato con le parole date in tema all’artista: “Quae sursum sunt querite. Quae sursum sunt sapite, non quae super terram”. “Cercate le cose di lassù. Siate pieni delle cose di lassù, non di quelle che sono sulla terra”. Ed era pur l’ora del meridiano saluto degli angeli alla loro sovrana, ormai troneggiante sul più alto colle di Roma: “Regina Cœli laetare, alleluia”».
Per la “Madonnina”, come fu subito chiamata riprendendo l’affettuoso diminutivo dei milanesi per la statua dorata che si erge sulla più alta guglia del loro Duomo, lo scultore volle trarre le sembianze della Vergine dal volto della Sacra Sindone, dandole un’espressione assorta e partecipe che si rivela anche nel gesto delle braccia, una rivolta al cielo e l’altra alla terra, per esprimere insieme fede e carità, con un atteggiamento nuovo nell’interpretazione di Maria regina dell’universo, un vero capolavoro della scultura del nostro tempo.

La statua alta nove metri poggia su un plinto di base in cemento, che contiene all’interno un gran deposito d’acqua, cui fanno corona i tipici pini romani ed è diventata con gli anni un punto di riferimento della città, ripresa e rilanciata in televisione tante volte in occasione delle partite di calcio e delle gare di atletica allo stadio Olimpico, una visione d’oro nell’orizzonte romano, segno di speranza e di unione fra la terra e il cielo, fra la città degli uomini e la città di Dio.

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