Si prega di rispettare il MIO COPYRIGHT E DI NON COPIARE QUESTO MIO SERVIZIO. Grazie, Mx
Da sinistra Pietro Pane, Luigi Marrone, Luigi Parlato e Francesco Esposito.
Sotto la torre di Clavel a Positano c'erano una volta due
faraglioni chiamati Mamma e Figlio. Nel 1941 ai piedi dello
scoglio maggiore Mamma i positanesi apposero due mattonelle con l'effige della Madonna di Positano affinché la Vergine li proteggesse dalle avversità. Passano due anni... ...Siamo alle prime ore del pomeriggio del 2 febbraio del 1943.
I pescatori stanno sulla spiaggia chiacchierando tra loro a riparare reti e nasse mentre al largo a traverso dell' isola de Li Galli navigano due piroscafi,il Salemi e il Valsavoia,in convoglio verso la Sicilia,quando improvvisamente l'inferno... una grossa esplosione attira la loro attenzione. Poi una seconda…e la tonante voce di un cannone. Una delle navi la Valsavoia è spaventosamente inclinata, ci metterà una mezza’ora a scendere di 80 passi e raggiungere il fondale. Intanto il caratteristico scoglio “Mamma” è sparito.
Non si saprà mai se il secondo siluro abbia colpito il faraglione per un imprecisione degli inglesi o per la bravura del timoniere del Salemi a schivarlo con un abile manovra,ma per i pescatori positanesi è merito della Madonna.
Il somm. Safari capitanato dal famigerato e pluridecorato comandante Ben Briant emerse e prese a cannonate il secondo piroscafo mancato dal siluro fino ad
affondarlo, poi sparì immergendosi. Sulla spiaggia Grande i pescatori come antica legge marinara comanda calarono in mare le loro barche e a remi raggiunsero i naufraghi, salvandoli praticamente tutti. " Soltanto otto persero la vita" mi ricorda Luigi Marrone oggi 82enne e all’epoca 17 enne . " E' un miracolo" aggiunge " solo due anni prima del siluramento erano state affisse, ai piedi del faraglione maggiore, due mattonelle con l’immagine della Madonna di Positano”.
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Questa foto di mio suocero GIULIO RISPOLI risale a pochi anni prima del fatto raccontato. Seduto sulla prua c'è Pietro Pane. La barca è una di quelle che hanno accolto i naufraghi pochi anni dopo. Da notare la linea snella dell'imbarcazione che permetteva ai vogatori manovrabilità e velocità. Gli altri nella foto, tanto per la cronaca positanese sono: Paoluccio,Nicola di Don Paolo e Franchino Cannavacciuolo. Dietro sullo sfondo sono visibili i faraglioni chiamati Madre e Figlio.
Pietro Pane (1928) allora 15enne, scherzando mi racconta " Quando jetti a casa mamma mi riempiette di zuccolate per la paura presa, ma nuie ne salvammo di persone!!.” Luigi Parlato il più anziano dell' impresa contò 22 cannonate” - ”ma potrebbero essere di più” qualcuno di loro aggiunge. Francesco Esposito ricorda che sulla sua barca ne avevano recuperato una ventina di naufraghi; "erano le barche di patreme Pietro, il San Francesco e la Delfino ". “ Mi ricordo di uno che aveva la testa spaccata e perdeva tanto sangue “- aggiunge- mi disse che era il cannoniere di bordo e che non ebbe il tempo di sparare nemmeno un colpo- gli chiedo come ci arrivarono e - Stavano a circa due miglia, un po’ prima de Li Galli. A remi, quattro di noi con le pale lunghe in una mezz’ora di voga li abbiamo raggiunti, eravamo tutti stremati di fatica, ma li volevamo salvare”. Luigi Parlato ricorda un particolare del giorno dopo, durante i funerali delle vittime: un uomo, un marinaio di Genova, Angelo D' Imborsano vestito con un pigiama e vestaglia nel corso della funzione religiosa lo abbracciò,lo baciò chiamandolo ripetutamente Salvatore. Luigi sulla sua barca ne potè imbarcare soltanto sei. Qualcuno di loro alla fine dell’ incontro aggiunge che poco tempo dopo, un rappresentante del Governo diede loro una carta d’Encomio e 95 lire di premio per l’eroica impresa. Io, intanto ringrazio il prof. Talamo che mi ha aiutato a incontrare Pietro, Luigi, Luigi P. e Francesco che mi hanno raccontato dal vero questa storia di guerra che già Anna Fusco in una sera fredda e ventosa mi raccontò, a Quartieri Aperti in una viuzza di Fornillo. Il Prof Talamo in un suo scritto nel ricordare il fatto scrive che il parroco di allora Don Saverio, fece recitare un Te Deum alla Madonna per il miracolo ricevuto. Lo scoglio dedicato a Lei salvò Positano da una sicura sciagura se quel micidiale ordigno fosse esploso tra le case sulla marina.
P.S. Ho provato più volte a fotografare la madonnina sott'acqua, ma ho sempre "toppato": Una volta perchè il mare era un po torpido, e la macchina non di qualità. Ma cercherò in qualche modo di riprovarci. Mi sarebbe piaciuto mostrarvi il sommergibile e una foto del suo comandante, ma sono coperte da copyright e al momento non ho ancora ottenuto il permesso.
Anna Fusco che in occasione di Quartiere Aperti a Fornillo per prima mi raccontò questa toccante storia di guerra e della generosità ed altruismo dei positanesi in quel tempo.
massimo capodanno. Si prega di rispettare il MIO COPYRIGHT E DI NON COPIARE QUESTO MIO SERVIZIO. Grazie, Mx
martedì 9 settembre 2008
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9 commenti:
conoscevo un pezzetto della storia della mamma e il figlio...ma questa versione più completa non l'avavo mai sentita..grazie masssimo per fermi e farci vivere questi momenti di storia passat..rosa
COMPLIMENTI!sei un pensionato d'assalto!io la storia la conoscevo,ma hai aggiunto dei particolari preziosi.è bello che anche i ragazzi della mia età grazie a te possano conoscere un pò di storia positanese.
Massimo questo servizio è imcompleto, perchè non intervisti Adriana Canosa? Lo sai che il padre fu lui a spronare i positanesi in questa circostanza e fu lui stesso un eroe e tutti lo dimenticano? Perchè?
RE_ ad Anonimo:
No, non ne sapevo niente. Nessuno mi ha Mai parlato del Sig, Canosa. Cercherò di trovare la signora Adriana e di parlare con lei. Sperando che ne abbia voglia. Spesso trovo persone che non vogliono proprio parlare e raccontarmi la loro storia. Forse non essendo Io propriamente un positanese diffidano ancora un pò.
Il prossimo 2 febbraio ho intenzione di scrivere la 2 parte del racconto e in quell' ocasione se riesco a parlare con la signora Adriana ci sarà anche la sua versione dei fatti e spero tante altre foto inedite. Cordialita' Mx
UNA NOTA DI SERVIZIO:
Qualche volta sbaglio a scrivere un nome.
Un altra non conosco il nome e la famiglia di una persona.
Abbiate pazienza. In pratica è solo quest'anno che vivo di continuo a Positano. Non è facile memorizzare e associare un nome ad una persona in così breve tempo.
Probabilmente in Paese conosco tutti ma non tutti i loro nomi e cognomi. Spero di essermi spiegato chiaramente. farò del mio meglio a imparare i Vostri nomi e cognomi. Grazie per l'attenzione, con affetto Mx
Ciao Massimo, visto che ci sarà un seguito a questa magnifica storia, credo sia il caso che anche io dica la mia. Mio zio Francesco Russo, non più fra noi ahimè, emigrato in America negli anni '60, fu colui che fisicamente cementò la mattonella. Strano che nessuno delle persone intervistate lo abbia ricordato...forse Adriana se ne ricorderà?
Paola
a PAOLA RUSSO ? Perchè non mi contatti ? perchè mi fate tutti impazzire con una frase e basta ? Possibile che nella tua famiglia non c'è qualcuno che mi possa raccontare la storia ? Hai in casa una foto dell'effige della Vergina cementata sullo scoglio ? magari con tuo zio a fianco. Per chi mi legge---questi commenti mi arrivano in anonimo. Solo Io posso leggerli e decidere se pubblicarli o No. Datemi un Vostro telefono. Vi chiamero personalmente. Massimo
per voi mamme c'e il piu bel parco di roma il zoomarine, per portare i vostri bimbi a provare le piu belle emozioni insieme a tanti animali divertenti che si trovano lì.
I am looking for relatives in Positano Italy named Pane
My Aunt was Maria Fusco she Married Pietro Pane in 1930
My father stayed in the United States when his sister Maria Fusco returned to Italy with her father.
I am also related to the Celentano
family from Positano
Rhank you
Barbara Fusco Goodman
bggoodman1@gmail.com
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