Sessant'anni fa, il 30 settembre 1948, faceva la sua comparsa la prima striscia della lunga saga di Tex Willer, Il totem misterioso. Ma non si trattò di un successo immediato, come dice Sergio Bonelli, figlio di Gian Luigi Bonelli, creatore del fumetto, in un'intervista al Tgcom. "Mio padre e Galep (al secolo Aurelio Galleppini, disegnatore per eccellenza di Tex) lavoravano su Occhio Cupo, un albo destinato a una elite che capisse un disegno raffinato, curato - racconta Sergio Bonelli -. Alla sera, a tempo perso, faceva queste striscette su un cowboy destinato a diventare uno dei tanti nelle edicole di quel periodo. Con nostra grande sorpresa Occhio Cupo non ha avuto successo, mentre questa strisciolina, disegnata in gran fretta e che mio padre scriveva molto velocemente, via via ha riscosso i consensi dei lettori". Il fumetto che ha segnato un'epoca e ancora oggi vende più di altre celebri strisce come Dylan Dog e Nathan Never, propone al lettore valori come solidarietà, giustizia, amicizia, lealtà, famiglia. In occasione dei sessant'anni, è uscito un albo a colori in cui, tra l'altro, torna in un flashback anche il personaggio di Lilyth, la moglie indiana di Tex, forse fatta morire troppo presto. "Quando andavamo al cinema a vedere i western - spiega Bonelli - a mio padre piacevano le eroine dei film d'avventura, non gli davano fastidio. Ma il pubblico, quando spuntava una donna che diceva al protagonista di non andare allo scontro, fischiava. Lui era un sostenitore del filone avventuroso e in fondo anche un po' violento. Finché gli ha fatto comodo che Tex avesse una moglie, l'ha tenuta. Appena ha capito che poteva dargli fastidio, l'ha eliminata". Quali novità ci riserva il futuro di Tex Willer ? "Io sono un sostenitore della tradizione - conclude Sergio Bonelli - invece che inventare cose nuove per Tex, devo salvaguardare gli schemi abituali che i lettori apprezzano". ansa
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