VENERDI’ A POSITANO PRESENTAZIONE DEL LIBRO
‘SIRENE E PAROLE’
La magia e i segreti di Positano nei versi di Pierfranco Bruni e Gerardo Picardo. Un racconto tra leggenda e realtà, tra ricerca di senso e bellezza che parla al cuore
Positano come luogo dell’anima. Mare e rocce che parlano al cuore e sabbia che custodisce segreti. Questa la quinta del libro ‘Sirene e Parole. Versi dagli scogli di Positano’ (edizioni Nemapress, pp. 60, euro 6), con introduzione di Alessandro Cecchi Paone e postfazione di Neria De Giovanni, che sarà presentato a Positano venerdì 17 luglio alle 18,30 alla Terrazza di Villa Parlato (Via Pasitea 238, Positano), nella perla della costiera. Autori delle poesie che raccontano luoghi e atmosfere di Positano sono due scrittori, Pierfranco Bruni e Gerardo Picardo, in un viaggio tra sogno e sentimenti che vanno dal mito omerico ai nostri giorni. Perché “il canto delle Sirenuse positanesi – scrive nella Prefazione Cecchi Paone, positanese di adozione – è il più piacevole che ci sia, pagano e divino insieme. Essere Positano significa rinunciare a ogni protagonismo”, lasciando parlare la libertà infinita dei luoghi. Le pagine dei due autori dicono viaggi e partenze, la ricerca di Ulisse e di ogni carne in rivolta col tempo. Raccontano gente che cerca il buon vento e il ritorno delle onde che porta pensieri e culla attese. Così scrive Bruni: “Sei l’Oriente che non ho mai avuto o la grecità di una zingara venuta da chissà dove. I segreti sono nell’isola, ma io e te siamo l’isola coperta dalle verdi foglie nel vento di marzo. Restiamo isola nel mare aperto, io aspetterò l’eco del vento”. E altrove: “Ho dipinto di rughe in ogni porto, ma non ho mai vissuto in una casa sul molo. Hai lo sguardo delle sirene nel mare delle stagioni, ti amerò con la pazienza del mare e i colori del vento. Destino che vivo tra le pareti del mare”. Mentre Picardo descrive così la sua Positano: “Cogli il vento d’altura salendo il sentiero di calce. Culla nelle vene la brezza di Fornillo e lasciati inquietare dalle storie perdute delle Sirene amiche./ Lascia nudi i piedi sui sassi dove Edoardo rincorse sogni e speranze bambine./ Sorridi al vecchio che passa silente su scale di pietra umana. Segui la piccola luce sulla barca che taglia il mare, poi allarga lo sguardo al sole che alleva limoni tra le fronde. E stringimi forte aspettando la sera. /Nella giornata di burrasca ripareremo le reti”. I versi di Bruni e Picardo danno voce ad ogni sensazione di Positano. Perché qui, passando il Pertuso del Diavolo o ascoltando la leggenda del Castelluccio, parla il Mediterraneo delle arti, dei pittori e della poesia che non muore, come spiega nella bella postfazione Neria De Giovanni attualizzando il mito delle Sirene. Il libro è dedicato a Enzo Esposito e Antonio Parlato, due positanesi che hanno fatto della cultura un altro piccolo e importante sole che illumina le case bianche e senza tempo di un paese che guarda al mare raccontando da centinaia di anni segreti di Bellezza. Nel corso della serata, giovani attori locali reciteranno alcune poesie del libro.
Per inf. Galleria Ristorante Mediterraneo (089-8122828)
“Essere Positano”, il canto delle Sirenuse
pagano e divino
Non si dovrebbe mai scrivere delle persone e dei
luoghi che si amano. Poi lo si fa, e proprio per amore. Ho
scelto Positano come luogo del cuore quando ha smesso di
essere glamour. So che molti se ne dolgono perché arrivano
meno soldi nelle casse ed escono meno foto sui giornali.
Ma per me va bene così. Anzi meglio: è rimasto il genius
loci, per un po’ di decenni rimasto coperto dai clamori.
Si tratta di un senso di pace infinita che ti coglie appena
arrivi, in qualunque ora del giorno e in qualunque periodo
dell’anno. E così stai meglio se stai male, benissimo se già
stai bene. Me lo confermano ogni volta gli ospiti di ogni
età e di ogni paese che mi vengono a trovare. E poi tornano.
Con qualcuno ho anche litigato, non se ne voleva più
andare per lasciare spazio ad altri. Ma in realtà a Positano
c’è spazio per tutti e all’insegna del più vero understatement:
ognuno faccia quel che vuole, fino al limite di non
rompere le scatole agli altri.
Qual è il segreto di tanta positività? A me sinceramente
non interessa saperlo, perché ne godo, ne faccio godere
quelli che amo, e poi so che non c’è modo di riprodurla
questa magia. Anche perché è il frutto di un amalgama di
storia, natura, luci, colori, persone, culture, istinti. Vai a
sapere in che proporzioni, ma che importa? Una sola
cosa conta per capire, o meglio “essere” Positano, e cioè
rinunciare a ogni protagonismo.
Qui è la scena stessa a primeggiare, tutti sono ammessi
a fare la loro parte, ma senza assoli. Stonerebbero. E
invece il canto delle Sirenuse positanesi è per definizione il
più piacevole che ci sia, pagano e divino insieme.
Un canto che oggi si dice anche con questi versi di
Pierfranco Bruni e Gerardo Picardo. Se Positano e i
positanesi vi adottano, come per fortuna è successo a me e
ne sono felice e grato, credetemi, poco altro conta.
Alessandro Cecchi Paone
A Enzo Esposito e Antonio Parlato
cuore e pensiero
di un Mediterraneo di artisti
Positano
Cogli il vento d’altura
salendo il sentiero di calce.
Culla nelle vene
la brezza di Fornillo
e lasciati inquietare
dalle storie perdute
delle Sirene amiche.
Lascia nudi i piedi sui sassi
dove Edoardo rincorse sogni
e speranze bambine.
Sorridi al vecchio
che passa silente
su scale di pietra umana.
Segui la piccola luce
sulla barca che taglia il mare,
poi allarga lo sguardo al sole
che alleva limoni tra le fronde.
E stringimi forte
aspettando la sera.
Nella giornata di burrasca
ripareremo le reti.
La poesia di Picardo che ha vinto il premio i "Moti dell'anima".
Alcune delle poesie verranno lette dai giovani attori della compagnia i "Murattori" di GianMaria Talamo.
mercoledì 15 luglio 2009
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