mercoledì 11 novembre 2015

Un riconoscimento a chi verrà presto dimenticato


 

Bisogna avere una vena di lucida follia per aver osato realizzare quella grandiosa opera pubblica qual è la “piazza dei racconti”; qualsiasi Amministratore pubblico, qualsiasi cittadino o anche qualsiasi professionista, pur affezionati e innamorati di Positano, sarebbero stati atterriti solo a pensarla. Ma questa Amministrazione Comunale e questo Sindaco, con tanto coraggio, senza farsi scoraggiare dai tanti problemi burocratici iniziali che avrebbero disincentivato chiunque hanno  continuato, senza pensare alle difficoltà successive lo avrebbero definitivamente bloccato: i molti vincoli che si sovrappongono su quell’area limitando a tutti gli spazi d’azione, le infinite competenze dei vari Enti che, in un modo o nell’altro, sul posto hanno responsabilità di vario genere, i tempi che sono spesso eterni o peggio incerti e non programmabili sono solo alcuni dei problemi.

Bisogna essere stati un po’ dei pazzi razionali per osare presentare un progetto architettonico per la realizzazione della nuova Piazza per di più sopra a un depuratore ma ancor più pazzi a cercare un finanziamento che ne coprisse le spese  e si parla di cifre importanti,  perché gli spazi sono molto ampi e le costruzioni assai articolate.

Prof. Arch. Cesare Feiffer
Ma questi pazzi e questi folli hanno ….osato e osare non è da tutti, così oggi la Piazza è in fase di completamento ed entro pochi mesi Positano avrà un auditorium con 300 posti a sedere, uno spazio scoperto di 1060metri quadri, un belvedere di 180metri quadrati, un viale monumentale d’accesso di circa130 metri, oltre a spazi di servizio per più di 100 metri quadri. Ma di tutto questo ne daremo dettagliate informazione nei prossimi mesi spiegando il tipo di costruzione, le particolari modalità operative e i tempi di lavoro che solo abili maestranze condotte da bravi imprenditori potevano osar fare. Solo un esempio che può rendere l’idea: in totale sono stati impiegati 90.000 chilogrammi di ferro e 800 metri cubi di calcestruzzo e qualche giorno prima di ferragosto, nella Positano affollata di turisti sudati, sono transitate 13 autobotti di calcestruzzo per realizzare travi e pilastri.

Ciò di cui vorrei parlare brevemente non è la straordinaria capacità di tutti i soggetti coinvolti dall’ultimo manovale al primo cittadino ma è del concorso di idee che è stato bandito per dare un nome alla Piazza e nel quale sono stato coinvolto quale membro della commissione giudicatrice. A tre soggetti va il mio riconoscimento e il mio   ringraziamento.

Il primo ai ragazzi allievi della Scuola Media che, sempre in seconda fila ad ascoltare, questa volta sono passati in prima fila diventando protagonisti di una competizione che ha mostrato lavori di altissima qualità artistica, di profondo pensiero e di alta capacità di sintesi. Bravissimi i ragazzi perché non solo hanno cercato un nome che si collegasse a alla realtà storica e culturale del luogo, alle tradizioni e alla storia recente ma hanno anche figurato il nome con un disegno; rappresentare un’idea astratta è difficile ma lo è ancor di più dare forma figurata a un nome.

Un passaggio particolarmente difficile  per i ragazzi è stato quello di riassumere in poche righe, che poi avessero riscontro con il loro disegno, il proprio pensiero e le motivazioni che erano l’origine della creazione artistica. Grazie perché questa serie di pensieri ci ha arricchito tutti.

Il secondo soggetto al quale vorrei rivolgere un ringraziamento è formato dagli appassionati insegnanti delle Scuole medie che sono stati molto professionali nell'educare e formare i loro allievi per un concorso così importante. Sono stati tutti bravi questi insegnanti perché hanno condotto per mano un centinaio di studenti nella formativa esperienza di cercare di dare un nome a un luogo innominato della propria città. Hanno dimostrato sensibilità, cultura, fantasia e quel pizzico di creatività che è doveroso instillare ai giovani in queste occasioni. Inoltre hanno trasmesso passione per la storia e la tradizione locale, entusiasmo per la creazione artistica, hanno stimolato l’amore per la propria città e  fatto crescere  il senso civico; sono tutti elementi importanti che speriamo i ragazzi portino con se negli anni futuri.

Il terzo va alla sponsorizzazione del Gruppo Caccavale senza la quale questo concorso non avrebbe potuto essere realizzato. In questi anni di crisi edilizia che quasi sempre ha trasformato gli operatori del settore in aridi esecutori, trovare un soggetto sensibile ai valori della formazione dei giovani, alla cultura e alla creazione artistica è assai raro. Inoltre mettere a disposizione delle risorse per riflettere, per creare e per competere lealmente tra colleghi è sforzo che travalica a mio avviso il dato meramente economico e porta nuovamente l’uomo, in questo caso i giovani, e l'etica al centro dei propri interessi.

Ho pensato fosse importante rilevare il ruolo che hanno avuto questi tre soggetti perchè fra non molto, quando la “piazza dei racconti” inizierà ad ospitare gli eventi e le manifestazioni,  questi saranno sovrastati dai turisti vocianti che, com’è giusto, prenderanno il sopravvento stendendo l’oblio su chi alla Piazza ha dato il meglio di se.  In quel prossimo futuro, quando la piazza diventerà parte della città viva, si dimenticheranno anche coloro che hanno osato e che hanno dimostrato, come diceva Seneca, che “ non è perché le cose sono difficili che noi non osiamo, è perché non osiamo che sono difficili”.

Il direttore dei lavori della Piazza dei racconti e membro della commissione di concorso

Prof. Arch. Cesare Feiffer

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