lunedì 2 giugno 2008

Positano raccontata da John Steinbeck.

Positano vista da mare copyright Massimo Capodanno.vietata la riproduzione.

Mentre ordinavo l’archivio fotografico su Positano alcune immagini mi hanno fatto ricordare un articolo scritto dallo scrittore statunitense John Steinbeck pubblicato nel maggio del 1953 dalla rivista “Harper’s Bazar”.

Al centro della foto la casa dove alloggiava lo scrittore americano John Steinbeck.
vietata la riproduzione.

La memoria mi fa un po’ cilecca così vado su Internet a cercarlo. Il pezzo è lungo e per adattarlo alle mie foto lo devo tagliare e proporVi alcuni stralci:
Positano colpisce profondamente. È un posto di sogno che non vi sembra vero finché ci siete ma di cui sentite con nostalgia tutta la profonda realtà quando l'avete lasciato. Le sue case si arrampicano su un pendio talmente ripido da sembrare una scogliera, se non fosse per le scale che vi sono state tagliate. L'acqua della piccola baia ricurva, di un blu e verde incredibili, lambisce dolcemente una spiaggia di piccoli ciottoli……


Lampare a mare. copyright massimo capodanno. vietata la riproduzione

…….non ci sono A Positano industrie. La notte le barche da pesca prendono il largo con grandi luci a prua; pescano tutta la notte acciughe e seppie, e le loro luci punteggiano il mare fino all'estremo limite dell'orizzonte. Ma nella pesca Positano ha un rivale: il paese di Praiano, poche miglia di costa più giù. La rivalità è stata così forte in passato che si è dovuto stabilire una specie di codice di pesca. Quando un banco di pesce è in vista, le lampare si precipitano in quella direzione. La prima barca che lo raggiunge mette in mare la rete e comincia a girarvi attorno. Nel frattempo altre barche dell'altro paese muovono verso il banco. Se la prima barca termina il suo giro prima che arrivino le altre, ha diritto al banco. Altrimenti i due paesi si dividono la pesca.


John Steinbeck prova un paio di sandali creati da Mastro Nicolino. foto gentilmente concessa da Francesco Mascolo. vietata la riproduzione

Sulla spiaggia c'è un famoso calzolaio. Fa sandali e scarpe, ma questo è solo una parte della sua attività. Egli è fermamente convinto che Ferragamo, il grande disegnatore di scarpe, ruba le sue idee e naturalmente ne è seccato, ma alla fine comprende meglio il suo vero ruolo: egli è l'amico e il confidente di grandi uomini.


L'Ambasciatore d'Italia, Dino Grandi, in una foto degli anni '30, mentre veleggia con alcuni amici nei nostri mari. foto copyright Capodanno. Vietata la riproduzione.

Quando Grandi venne a Positano a riposarsi, si fermò e parlò qualche volta col calzolaio. Quando se ne andò, il calzolaio si rifiutò per alcuni giorni di parlare ai comuni mortali. Batteva e pensava, cuciva e pensava, e finì per dire una volta: "Non credo sia bene che discuta con gente qualunque dopo che sono stato ammesso ai segreti del governo e della diplomazia". Cominciò a parlare come Grandi, alta indietro la testa, e il mento in fuori come lui.

Il marchese Sersale, sindaco di Positano, parla con il generale degli Stati Uniti Mark Clark. foto Giulio Rispoli. Vietata la riproduzione.

Dopo la guerra il generale Mark Clarke passò da Positano e anche lui si fermò col calzolaio. E di nuovo il calzolaio non parlò per diversi giorni, ma fu notato che questa volta stava con le spalle in avanti e la testa china a studiare la terra la posizione abituale del generale Clark.

2 commenti:

Giulianissima ha detto...

Mi piace molto questo tuo post, da cui traspare l'amore profondo che hai per Positano. Da cui sono passati evidentemente grandi personaggi, compresa la sottoscritta, qualche anno fa...

Un abbraccio
Giuliana

Anonimo ha detto...

Massimo sei un grande... Queste foto dimostrano la tua capacità e classe di giornalista.. Dalla redazione di www.positanonews.it