La Madonna dell'Assunta nella Chiesa Madre |
Il mese di maggio è tradizionalmente dedicato alla Madonna. Positano è devotissima alla Vergine Maria tanto che ne sono venerate svariate. Fermo restando che la Madonna è unica, il devoto ha voluto dedicarle più versioni che si avvicinano alle necessità dell'uomo. Tanto devota che era usanza tra i pescatori di devolverle una parte del pescato. Questa usanza si chiamava " o' terzo piezzo", un usanza del tempo di Federico II in cui alla Marina c' era un convento di frati dove ora c'è il Palazzo Murat. Un pescatore mi raccontò che tanti anni fa quando si ritiravano a casa e passavano davanti alla chiesa si inchinavano togliendosi il copricapo,
La madonna bizantina raffigurata da una tavola in legno e il suo volto e scuro, la madonna nera. Anche quà c'è un'antica leggenda, Pare che dei saraceni che navigavano da queste parti sentissero una voce misteriosa che diceva posa posa, e loro lasciarono sulla spiaggia la Tavola, da quì il nome di Positano.
poi nella frazione montana di Nocelle la Madonna del Carmelo .
A madonna d' 'e mandarine . E' una fantastica , toccante poesia che non poso non citarla. La leggenda la vuole nel Sud, forse Napoli visto che è il lingua " Napoletana". Volontà popolare dedicata ai più bisognosi per lo più carcerati in cerca di poter entrare nel Paradiso (di Ferdinando Russo) che entra da una finestra nella casa dei malandrini per redimerli .
Vedi nel blog i post precedenti http://positanomylife.blogspot.com/search?q=madonna+mandarini
Quanno ncielo n'angiulillo
nun fa chello c'ha da fà,
'o Signore int'a na cellascura scura 'o fa nzerrà.
Po' se vota a n'ato e dice:
-Fa venì San Pietro ccà!
E San Pietro cumparisce:
-Neh, Signò, che nuvità?
-Dint' 'a cella scura scura
n'angiulillo sta nzerrato:
miettammillo a pane e acqua
pecche ha fatto nu peccato!
E San Pietro acala 'a capa
e risponne: -Sissignore!
Dice Dio: -Ma statt'attiento
ch'ha da stà vintiquatt'ore!
L 'angiulillo, da llà dinto,
fa sentì tanta lamiente....
-Meh, Signò, dice San Pietro,
pè sta vota... nun fa niente.
-Nonzignore! Accussì voglio!
Statte zitto! Dice Dio;
si no ognuno se ne piglia!
'N Paraviso cumann 'io!
E San Pietro avota 'e spalle.
Da la cella scura scura
l'angiulillo chiagne e sbatte,
dice 'e metterse paura!
Ma 'a Madonna, quanno ognuno
sta durmenno a suonne chine,
annascuso 'e tuttequante
va e lle porta 'e mandarinè.
Questa immagine dimostra la devozione dei positanesi verso la Madonna, per le vie del paese se ne possono incontrare molte altre. Ahimè, molte andrebbero restaurate.
"Mancava poco a mezzogiorno ed io già pregustavo il momento della chiusura della gioielleria. Chiudere, inforcare il motorino e tornare a casa, era il massimo della gioia! Il fattorino con aria un po’ preoccupata mi si avvicinò “ Mi scusi, ma c’è della gente, di fronte, che guarda insistentemente la nostra vetrina”. Mi alzai e guardai attraverso il cristallo della porta. In effetti c’era un gruppetto di persone ferme sul marciapiedi. Mi resi conto subito che erano cinque positanesi che erano lì fermi ed indecisi. Riconobbi il Parroco Don Rafele, il costruttore Giovanni Russo, Il falegname detto “ Lo Scorpione” ed altri due di cui mi sfugge il nome. Uscii fuori e chiesi se avessero bisogno di me ed alla loro risposta affermativa li invitai ad entrare e a sedersi sul divano. Erano tutti un po’ imbarazzati ma Don Rafele, abituato in genere a parlare con i peccatori, venne velocemente al dunque. Mi raccontò che qualche tempo prima, alcuni ladri si erano introdotti nella Chiesa Madre e avevano scassinato la cassaforte e tra le tante cose avevano addirittura rubato la corona d’oro della Madonna. Si può immaginare quale fu la sorpresa ed il dolore per un furto che coinvolgeva tutta la popolazione di Positano. Don Rafele si sentiva un po’ colpevole per non avere custodito in maniera perfetta i Sacri Beni ma tutti lo consolavano cercando di addossare le colpe al fatto che i ladri dovevano essere a conoscenza dei sistemi di sicurezza (o insicurezza) per cui il colpo sarebbe riuscito comunque. Una colletta organizzata in Chiesa aveva fruttato una buona cifra così mi chiesero se potevo interessarmi per far fare, ad una ditta qualificata, la fusione di una nuova corona conoscendo il mio legame con Positano che datava addirittura dal 1942. Accettai con entusiasmo, ero felice del fatto che i Positanesi così restii a parlare delle loro cose private con gli estranei, avevano scelto proprio me per una cosa così delicata.
Nella Via Costantinopoli c’era una antica fonderia, Avolio, che aveva tutta la mia fiducia poiché avevamo lavorato spesso con loro anche quando la gestione della gioielleria era affidata a mio nonno e mio padre. Ci demmo appuntamento fuori il portone per il giorno dopo. Puntualmente il gruppetto arrivò e ci addentrammo nel portone. Nel cortile una porta polverosa conduceva alla fonderia.Volutamente non avevo annunciato il nostro arrivo proprio perché doveva essere per loro una sorpresa.
Entrai, avvertendo subito dopo i convenevoli: “ Questa non è una giornata molto fortunata per voi perché probabilmente dovrete eseguire un lavoro molto bello ed il guadagno non sarà sullo stesso livello.” Li misi a parte di tutto quello che era successo e così cominciammo a sfogliare il catalogo fotografico di tutte le corone che avevano eseguito negli anni per tutte le Chiese, in speciale modo della Campania, oltre che in tante altre regioni. Rimanemmo attoniti per la quantità e la bellezza dei manufatti e tutti mi sorridevano con gratitudine.
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