mercoledì 8 luglio 2015

ANSA: LETTERA-APPELLO INTELLETTUALI




Cari colleghi,
vi inviamo il testo definitivo della Lettera-Appello agli intellettuali integrata con i vostri suggerimenti.
vi preghiamo la massima diffusione. Per sottoscriverla non e' necessario che venga firmata. Le adesioni possono arrivare con un testo, una dichiarazione, via mail ecc
 


    L’Ansa, la principale agenzia giornalistica italiana, è colpita da un piano aziendale di tagli che questa volta minerebbe alla radice il suo ruolo storico di dorsale dell’informazione italiana. L’Ansa è l’unica agenzia nazionale con uffici in tutte le regioni del Paese e con una rete internazionale. Una testata che ha contribuito a garantire per 70 anni la libertà di informazione, a garanzia della democrazia nel nostro Paese.
 
  L’Ansa è oggi una delle più  importanti agenzie sul piano internazionale e lo dimostrano i recenti scoop di portata mondiale, come le dimissioni di Papa Benedetto XVI o la morte di Muammar Gheddafi. Ma  l'Ansa è stata sempre presente e ha dato le prime notizie su eventi eccezionali, dall'alluvione di Firenze al terremoto in Irpinia, al rapimento e all'uccisione di Aldo Moro.
   Un’Ansa più piccola di fronte alla crescente complessità dell’attualità in cui viviamo e alla rapida evoluzione multimediale del settore significherebbe indebolire l’informazione nel nostro Paese: con minori possibilità  di espressione per tutti, ridotte capacità di informazione e minori mezzi per raccontare  l’Italia all’estero.
  Negli ultimi anni all’Ansa è già stato pagato ripetutamente un duro prezzo con la fuoriuscita di un centinaio di giornalisti e di una cinquantina di poligrafici, senza che questo sia stato compensato con adeguate misure di sviluppo.
   L'Ansa è un patrimonio del Paese, non solo degli editori, ed è giunto il momento che questo venga riconosciuto anche immaginando un nuovo assetto proprietario dell’agenzia che ne salvaguardi il ruolo di garanzia per tutti.

   Invitiamo quindi  il mondo politico-istituzionale e gli editori ad esaminare la vertenza in corso e le prospettive di rilancio dell’Ansa, con un senso di responsabilità che vada anche oltre le operazioni contabili, perché  sono in  gioco non soltanto tanti posti di lavoro, ma soprattutto un pezzo della nostra democrazia. E perché si possa continuare a dire: “Se è una notizia è Ansa”.

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