lunedì 30 giugno 2008
A MONTE PERTUSO SI FESTEGGIA: MARIA SS. DELLE GRAZIE
foto di massimo capodanno
Mentre ieri sera si sono conclusi i festeggiamenti per la festività di San Pietro nel rione Laurito a Positano, a Montepertuso iniziano i preparativi per i solenni festeggiamenti in onore di Maria SS. delle Grazie custodita nella omonima Cappella di Montepertuso,frazione di Positano a 400 mt. La Madonna è rappresentata da una delicata e fine scultura lignea del settecento intenta ad allattare il Bambino Gesù.
La Chiesa di Montepertuso. foto massimo capodanno
La chiesa parrocchiale è dedicata alla Madonna delle Grazie. Di essa si sa che certamente esisteva nel 1531 quando, spopolatosi il villaggio a causa di una forte emigrazione degli abitanti del luogo, rimase abbandonata e cadde in rovina; fu riparata da Vincenzo Casola e da suo figlio Giacomo, originari del luogo ma abitanti a Napoli. In ogni caso il tempio che ne risultò non doveva essere l'attuale, che verosimilmente risale a un periodo tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo, essendo stato consacrato - a detta dello storico Errico Talamo - da Mons. Silvestro Miccù, arcivescovo di Amalfi dal 1804 al 1830.
La leggenda di Montepertuso
La tradizione dell’origine del nome di questa frazione di Positano viene attribuita ad una famosa leggenda. Nel VI secolo il paese era una selva dove gli abitanti abitavano nei monti e si cibavano di selvaggina. Una notte vennero tutti assordati da un forte tuonare, guardando verso il monte videro una luce bianca abbagliante con al centro un'immagine.
Una ragazza di pochi anni fu per prima avvolta in questa luce soprannaturale ed una voce dal tono materno, proiettata dalla luce le disse: "Non aver più paura, il demonio è stato maledetto ed i suoi sforzi contro questo monte sono finiti, perché distrutto lo spirito maligno".
Resti del suo corpo a forma di serpente si trovarono sull’opposto versante sulla roccia viva.
“Vieni, dunque, con me e accompagnami sulla collina della selva Santa, ove ci fermeremo per sempre”, furono le ultime parole. Così scendendo dal monte tutti furono illuminati di luce nello spirito, tanto che si affollarono al nuovo segno divino e le fecero corona sino alla sua dimora.
Ancora oggi è visibile nella roccia la sagoma spezzettata del serpente maledetto, così perfetta che difficile che difficilmente la mano dell'uomo sarebbe capace di imitarla.
Il monte fu bucato dal dito indice della Madonna, ancora oggi visibilissimo.
Il pertugio sul Monte Gambera a Mt. 526. foto massimo capodanno
domenica 29 giugno 2008
OGGI A LAURITO SI FESTEGGIA SAN PIETRO
Don Simone durante la S. Messa delle 10.00
foto m.capodanno
Oggi a Positano si festeggia a Laurito San Pietro. Le sante messe sono alle 07.00; 10.00: e alle 20.00. Al termine i positanesi della zona porteranno la statua del Santo in una processione nel borgo che partira dalla Cappella fino allo slargo Casola e ritorno. Al termine, verso la mezzanotte dalla baia di Laurito i fuochi pirotecnici chiuderanno le festività in onore a San Pietro.
di MASSIMO CAPODANNO-
I botti sparati dopo la messa delle 10.00
foto m.capodanno.
SONO FELICE: E' NATA ANGELICA
Guardate quanto è bella ! Si Chiama ANGELICA, è nata ieri. La mamma la conosco da tanti anni, è un pò più grande di Matteo, e giocavano sempre insieme sulla spiaggia Grande da Vischitiello. E'la figlia minore di P. & A. i miei più cari amici. Abbiamo trascorso giornate indimenticabili insieme. Ale, auguri di tutto il cuore. Non vedo l'ora di rivederti e di fotografartela, magari proprio quì al Pastiniello. Una stanza per Voi lo sai c'è sempre. Vi aspettiamo. Un bacione dal vostro vecchio Mx & da Nic.
sabato 28 giugno 2008
STORIA D'ITALIA: 27 GIUGNO 1914; NASCE GIORGIO ALMIRANTE
una foto del 1971 che ritrae il leader del MSI Giorgio Almirante durante il comizio di piazza del Popolo a Roma. foto: massimo capodanno
Lo scorso 22 maggio volevo ricordarlo per il ventennale della sua scomparsa, purtroppo la mia memoria ogni tanto vacilla e perde i colpi.
E' spirato mentre tornavo dalla Cina precipitosamente a Roma perchè un caro parente era ricoverato ed era molto grave. Entrambi erano ricoverati nella stessa clinica, nello stesso piano a un paio di camere di distanza.
Lo avevo fotografato più volte, nei comizi, nelle riunioni di partito e nel suo studio di via 4 Fontane. Conosceva papà e con lui avevano un fraterno amico in comune.
Cenni storici:
Giorgio Almirante nasce a Salsomaggiore, in provincia di Parma, il 27 giugno 1914.
Il padre, attore, direttore di scena di Eleonora Duse e di Ruggero Ruggeri e poi regista del cinema muto, apparteneva ad una famiglia di attori e di patrioti, con ascendenti appartenenti all'alta nobiltà di Napoli. Il piccolo Giorgio visse quindi i suoi primi anni seguendo la famiglia da una città all'altra, fino a che gli Almirante si stabilirono a Torino, dove intraprese studi regolari. Successivamente, si trasferì con la famiglia a Roma, dove si iscrisse all'università nella Facoltà di Lettere. Parallelamente agli studi, intraprese la carriera di cronista praticante presso "Il Tevere", quotidiano fascista diretto all'epoca da Telesio Interlandi. Vi rimase fino al luglio 1943, ormai trentenne. Conseguita la laurea in lettere e l'abilitazione all'insegnamento di materie classiche, dopo sei anni di praticantato gratuito, viene nominato da Interlandi caporedattore e, poco dopo, anche segretario di redazione della nuova rivista "La Difesa della razza", inizialmente diretta dallo steso Interlandi. Cresciuto dunque in piena epoca fascista, come gran parte dei suoi coetanei milito nelle organizzazioni giovanili fasciste, ma durante il regime non andò oltre la carica di fiduciario del GUF della facoltà di lettere dell'università di Roma. Quasi cinquant'anni dopo, avrebbe ammesso di essere stato allora razzista e antisemita in buona fede e per motivi politici (come molti giornalisti italiani poi passati all'antifascismo); la collaborazione alla "Difesa della razza" fu, di tutta la sua vita, l'unica esperienza che sconfessò completamente, pur conservando un ottimo ricordo di Interlandi. Inoltre, è noto che Almirante, durante il periodo della Repubblica di Salò, salvò dalla deportazione in Germania un suo amico ebreo e la famiglia di questo, nascondendoli nella foresteria del ministero della Cultura popolare a Salò. Intanto, scoppia la seconda guerra mondiale, evento che vedrà Almirante coinvolto anima e corpo. Infatti, essendo stato richiamato alle armi come sottotenente di complemento di fanteria, viene mandato in Sardegna a comandare un plotone di guardia alla costa, un compito non certo esaltante. Almirante, invece, desiderava partecipare attivamente alle operazioni di guerra; si offrì dunque volontario per il fronte dell'Africa settentrionale, e a tal fine si fece nominare corrispondente di guerra. Raggiunse Bengasi alla fine dello stesso mese di giugno dove visse le alterne fasi della guerra fino a tutto il 1941, ottenendo la croce di guerra al valor militare. Tornato poi a Roma, riprese il suo posto di caporedattore de “Il Tevere”. La mattina del 26 luglio 1943, però, Mussolini cade. Come politico sembra ormai del tutto finito. Numerose sono le defezioni fra i fascisti, molti dei quali passano improvvisamente al fronte democratico, comportamento che invece Almirante rifiuta. Rimane dunque improvvisamente solo: anche il suo ex direttore, Interlandi, viene arrestato come "fascista pericoloso".
Ai primi di agosto Almirante risponde ad una nuova chiamata alle armi, come tenente, presentandosi a Frosinone presso il suo vecchio reggimento di prima nomina. La viene sorpreso, l'8 settembre, dalla notizia dell'armistizio; il giorno dopo, trovandosi a comandare provvisoriamente una compagnia distaccata, viene abbandonato da superiori e sottoposti e preso dai tedeschi, dai quali ottiene però di arrendersi con l'onore delle armi e di essere lasciato libero; raggiunge allora il colonnello comandante dell'ormai dissolto reggimento e, una volta ottenuta una formale licenza, torna Roma a piedi. Dopo il discorso di Mussolini alla radio di Monaco che invitava ad un ricompattamento dei fascisti e quello del maresciallo Graziani al teatro Adriano di Roma, compie la sua scelta di campo: si arruola nella costituenda Guardia Nazionale Repubblicana con il grado di capomanipolo. Dopo pochi giorni di lavoro a Venezia, Almirante passa alla sede di Salò dove svolge varie mansioni: prima Capo di Gabinetto del Ministro della Cultura Popolare poi Attendente di Mussolini. La sua attività di funzionario ministeriale viene interrotta tra il novembre 1944 e il gennaio 1945 dalla sua partecipazione, come tenente comandante del reparto del Ministero della Cultura Popolare nella Brigata Nera Autonoma Ministeriale, alla campagna antipartigiana di Val d'Ossola, durante la quale però egli e i suoi uomini non hanno mai occasione di partecipare ai combattimenti. Il 25 aprile 1945 Almirante, che aveva seguito Mussolini e il ministro Mezzasoma a Milano, entra in clandestinità, a causa delle rovinosa caduta del fascismo. Rimane in questa condizione per più di un anno e mezzo. Uscito dalla clandestinità nel settembre 1946, si reca a Roma e da lì intraprende un'intensa attività politica, partecipando alla fondazione di un gruppo di reduci fascisti repubblicani, il "Movimento Italiano di Unita Sociale" (MIUS). Il 26 dicembre 1946, invece, Almirante partecipa alla riunione costitutiva del "Movimento Sociale Italiano" (MSI), che si svolge a Roma nello studio dell'assicuratore Arturo Michelini. Contrariamente a quanto si crede, infatti, Almirante non è stato da subito segretario del MSI, compito che per diversi anni toccò a Nichelini. Nel 1948 Almirante conduce, per le elezioni politiche del 18 aprile, una durissima campagna elettorale; il MSI ottenne il 2 per cento dei voti ed entrò in Parlamento con sei deputati, tra i quali lo stesso Almirante, e un senatore. Almirante in quella prima fase rappresentava la continuità ideale con il fascismo repubblicano. Fu confermato segretario del MSI dopo i primi due congressi nazionali del partito (Napoli, giugno 1948; Roma, giugno-luglio 1949).
Nel corso delle successive legislature della Repubblica Almirante si distinse in battaglie ostruzionistiche in Parlamento come quella contro l'attuazione dell'ordinamento regionale dello Stato. Altre battaglie lo vedono protagonista, come ad esempio quella contro la legge Scelba sul divieto della ricostituzione del Partito fascista o contro la riforma elettorale maggioritaria di De Gasperi, in difesa dell'italianità di Trieste e dell'Alto Adige, contro la nazionalizzazione dell'energia elettrica e contro la riforma della scuola media.
Nel 1969 muore Michelini e, di fronte al problema della successione alla guida di un partito in grave crisi, (nelle elezioni politiche del 1968 era sceso al 4,5 per cento dei voti, suo minimo storico ad eccezione del risultato del 1948), il gruppo dirigente del MSI elegge Almirante segretario nazionale all'unanimità.
La segreteria Almirante mira fin dall'inizio all'unita delle destre, trattando a tal fine con i monarchici e con gli indipendenti di centro-destra. Nelle elezioni regionali del 7 giugno 1970 il MSI ebbe una discreta ripresa, anche grazie al lancio di alcune parole d'ordine da parte del segretario: "alternativa al sistema", "destra nazionale" e cosi via. Inoltre, forte presa sull'elettorato ebbe l'idea della formazione di un "Fronte articolato anticomunista" con altre forze politiche, agglomerato che poi di fatto costituì la Destra Nazionale. Il risultato di questa operazione di maquillage porta il partito ad ottimi risultati nelle elezioni regionali siciliane e amministrative del 13 giugno 1971: il 16,3 per cento dei voti in Sicilia e il 16,2 per cento a Roma.
Il 28 giugno 1972 la Procura della Repubblica di Milano chiede alla Camera l'autorizzazione a procedere contro il segretario nazionale del MSI per il reato di ricostituzione del disciolto Partito fascista, autorizzazione concessa con 484 voti contro 60; ma l'inchiesta sulla presunta ricostituzione del PNF, trasferita alla Procura della Repubblica di Roma non fu mai portata a termine. Nel 1975-76 Almirante prova a rilanciare il suo partito con un'iniziativa che doveva rappresentare una nuova fase dell'operazione Destra Nazionale: la "Costituente di destra per la liberta", organizzazione esterna e alleata, fondata il 22 novembre 1975. Ma nelle elezioni politiche del 20 giugno si consuma la scissione dall'organizzazione giovanile del partito, il Fronte della Gioventù. Almirante commissaria questa organizzazione, e il 7 giugno 1977 nomina egli stesso il nuovo segretario del Fronte nella persona di Gianfranco Fini, allora venticinquenne, che già si era guadagnato la sua fiducia.
Le elezioni regionali e amministrative del 1978 danno però risultati negativi al MSI-DN. Nel corso della campagna elettorale, fra l'altro, un esponente di Democrazia Nazionale lo aveva accusato di favoreggiamento personale nei confronti di un presunto responsabile della strage di Peteano (avvenuta nel 1972); l'accusa, pur smentita dal senatore di Democrazia Nazionale sulle cui confidenze avrebbe dovuto basarsi, portò ad una lunga inchiesta, al cui termine Almirante fu rinviato a giudizio con altri, ma amnistiato prima dell'inizio del processo. Questo fu l'unico coinvolgimento di Almirante in un'inchiesta su fatti di terrorismo; in un altro caso egli, avendo avuto notizia nel luglio 1974 dei preparativi di un attentato ad un obiettivo ferroviario, ne informo subito le autorità.
Iniziata la IX legislatura, diviene presidente del Consiglio Bettino Craxi, che sembrava intenzionato a "sdoganare" il MSI-DN. Ma il partito di Almirante rimase sostanzialmente isolato a destra; e se in un'importante occasione sostenne di fatto il governo Craxi, permettendo nel febbraio 1985 la conversione in legge del cosiddetto secondo decreto Berlusconi, lo fece per una convergenza di interessi con alcune forze della maggioranza (contro il monopolio televisivo di Stato).
Nel luglio 1984 Almirante annuncia la propria intenzione di lasciare la segreteria per ragioni di salute entro la fine dell'anno, in occasione del prossimo congresso nazionale. Ma il partito gli chiede quasi all'unanimità di recedere da tale proposito. L'anziano leader acconsente a rimanere in carica ancora per un biennio. Il XIV congresso nazionale del MSI-DN (Roma, novembre-dicembre 1984) lo rielegge segretario per acclamazione, ignorando la contrapposta candidatura di Tomaso Staiti. Con queste assise inizia la fase finale della seconda segreteria Almirante, in cui tutte le cariche principali furono affidate ad uomini della vecchia guardia e di tutte le correnti. Almirante, poi, assunse personalmente la carica di direttore politico del Secolo d'Italia.
Il 12 maggio 1985 il MSI-DN ottenne nelle elezioni regionali il 6,5 per cento dei voti (suo massimo storico in questo genere di consultazioni) e riportò a Bolzano, nelle elezioni comunali, l'ultimo clamoroso successo del periodo almirantiano, divenendo il primo partito del capoluogo di quella provincia la cui italianità era sempre stata difesa dai missini. Un altro buon risultato il MSI-DN ottenne nelle elezioni regionali siciliane del giugno 1986. Nell'agosto dello stesso anno il segretario missino, colto da malore, dovette essere ricoverato nella clinica romana di Villa del Rosario.
Nelle elezioni politiche del 14 giugno 1987, in occasione delle quali Almirante condusse la sua ultima campagna elettorale, il MSI-DN scese al 5,9 per cento dei voti, 35 seggi alla Camera e 16 seggi al Senato: un insuccesso che concludeva un periodo di quattro anni assai positivo, anche se i risultati particolareggiati confermavano il radicamento del partito in ogni parte d'Italia. Il 6 settembre successivo, in occasione della festa Tricolore di Mirabello (Ferrara), Almirante presentò ufficiosamente come proprio "delfino" il trentacinquenne Gianfranco Fini, il più giovane deputato del MSI-DN. Almirante teneva moltissimo a che il suo successore fosse un suo uomo di fiducia; ma il designato avrebbe potuto essere anche della sua stessa generazione, e in questo caso sarebbe stato probabilmente il vicesegretario vicario Servello. L'imprevista scelta in favore di Fini fu da molti considerata, in quei mesi, un mero stratagemma di Almirante per continuare a dirigere il partito, in qualità di presidente, dopo avere lasciato la segreteria; sette anni dopo, invece, tale scelta si sarebbe rivelata retrospettivamente una delle più felici del fondatore della Destra Nazionale, avendo liberato il MSI-DN dall'ipoteca di un gruppo dirigente troppo anziano e dunque troppo legato al passato per poter mai uscire dal ghetto politico della destra radicale.
Per ovvie ragioni la maggioranza dei vecchi notabili missini accolse con freddezza o aperta ostilità la candidatura di Fini, che incontrava invece il favore di vari notabili della generazione successiva. Nella fase precongressuale il partito fu lacerato dalle più dure polemiche dell'ultimo decennio, polemiche che non risparmiavano il segretario uscente.
Ad ogni modo, Almirante fu eletto presidente del partito il 24 gennaio 1988, per acclamazione, dalla maggioranza del nuovo comitato centrale, incarico che mantenne per soli quattro mesi, gli ultimi della sua vita. Il 22 maggio 1988, dopo mesi di sofferenze e di ricoveri Giorgio Almirante si spegne nella clinica di Villa del Rosario. Fini onoro il suo predecessore e maestro dicendo di lui ...."un grande Italiano"...."il leader della generazione che non si è arresa".
Lo scorso 22 maggio volevo ricordarlo per il ventennale della sua scomparsa, purtroppo la mia memoria ogni tanto vacilla e perde i colpi.
E' spirato mentre tornavo dalla Cina precipitosamente a Roma perchè un caro parente era ricoverato ed era molto grave. Entrambi erano ricoverati nella stessa clinica, nello stesso piano a un paio di camere di distanza.
Lo avevo fotografato più volte, nei comizi, nelle riunioni di partito e nel suo studio di via 4 Fontane. Conosceva papà e con lui avevano un fraterno amico in comune.
Cenni storici:
Giorgio Almirante nasce a Salsomaggiore, in provincia di Parma, il 27 giugno 1914.
Il padre, attore, direttore di scena di Eleonora Duse e di Ruggero Ruggeri e poi regista del cinema muto, apparteneva ad una famiglia di attori e di patrioti, con ascendenti appartenenti all'alta nobiltà di Napoli. Il piccolo Giorgio visse quindi i suoi primi anni seguendo la famiglia da una città all'altra, fino a che gli Almirante si stabilirono a Torino, dove intraprese studi regolari. Successivamente, si trasferì con la famiglia a Roma, dove si iscrisse all'università nella Facoltà di Lettere. Parallelamente agli studi, intraprese la carriera di cronista praticante presso "Il Tevere", quotidiano fascista diretto all'epoca da Telesio Interlandi. Vi rimase fino al luglio 1943, ormai trentenne. Conseguita la laurea in lettere e l'abilitazione all'insegnamento di materie classiche, dopo sei anni di praticantato gratuito, viene nominato da Interlandi caporedattore e, poco dopo, anche segretario di redazione della nuova rivista "La Difesa della razza", inizialmente diretta dallo steso Interlandi. Cresciuto dunque in piena epoca fascista, come gran parte dei suoi coetanei milito nelle organizzazioni giovanili fasciste, ma durante il regime non andò oltre la carica di fiduciario del GUF della facoltà di lettere dell'università di Roma. Quasi cinquant'anni dopo, avrebbe ammesso di essere stato allora razzista e antisemita in buona fede e per motivi politici (come molti giornalisti italiani poi passati all'antifascismo); la collaborazione alla "Difesa della razza" fu, di tutta la sua vita, l'unica esperienza che sconfessò completamente, pur conservando un ottimo ricordo di Interlandi. Inoltre, è noto che Almirante, durante il periodo della Repubblica di Salò, salvò dalla deportazione in Germania un suo amico ebreo e la famiglia di questo, nascondendoli nella foresteria del ministero della Cultura popolare a Salò. Intanto, scoppia la seconda guerra mondiale, evento che vedrà Almirante coinvolto anima e corpo. Infatti, essendo stato richiamato alle armi come sottotenente di complemento di fanteria, viene mandato in Sardegna a comandare un plotone di guardia alla costa, un compito non certo esaltante. Almirante, invece, desiderava partecipare attivamente alle operazioni di guerra; si offrì dunque volontario per il fronte dell'Africa settentrionale, e a tal fine si fece nominare corrispondente di guerra. Raggiunse Bengasi alla fine dello stesso mese di giugno dove visse le alterne fasi della guerra fino a tutto il 1941, ottenendo la croce di guerra al valor militare. Tornato poi a Roma, riprese il suo posto di caporedattore de “Il Tevere”. La mattina del 26 luglio 1943, però, Mussolini cade. Come politico sembra ormai del tutto finito. Numerose sono le defezioni fra i fascisti, molti dei quali passano improvvisamente al fronte democratico, comportamento che invece Almirante rifiuta. Rimane dunque improvvisamente solo: anche il suo ex direttore, Interlandi, viene arrestato come "fascista pericoloso".
Ai primi di agosto Almirante risponde ad una nuova chiamata alle armi, come tenente, presentandosi a Frosinone presso il suo vecchio reggimento di prima nomina. La viene sorpreso, l'8 settembre, dalla notizia dell'armistizio; il giorno dopo, trovandosi a comandare provvisoriamente una compagnia distaccata, viene abbandonato da superiori e sottoposti e preso dai tedeschi, dai quali ottiene però di arrendersi con l'onore delle armi e di essere lasciato libero; raggiunge allora il colonnello comandante dell'ormai dissolto reggimento e, una volta ottenuta una formale licenza, torna Roma a piedi. Dopo il discorso di Mussolini alla radio di Monaco che invitava ad un ricompattamento dei fascisti e quello del maresciallo Graziani al teatro Adriano di Roma, compie la sua scelta di campo: si arruola nella costituenda Guardia Nazionale Repubblicana con il grado di capomanipolo. Dopo pochi giorni di lavoro a Venezia, Almirante passa alla sede di Salò dove svolge varie mansioni: prima Capo di Gabinetto del Ministro della Cultura Popolare poi Attendente di Mussolini. La sua attività di funzionario ministeriale viene interrotta tra il novembre 1944 e il gennaio 1945 dalla sua partecipazione, come tenente comandante del reparto del Ministero della Cultura Popolare nella Brigata Nera Autonoma Ministeriale, alla campagna antipartigiana di Val d'Ossola, durante la quale però egli e i suoi uomini non hanno mai occasione di partecipare ai combattimenti. Il 25 aprile 1945 Almirante, che aveva seguito Mussolini e il ministro Mezzasoma a Milano, entra in clandestinità, a causa delle rovinosa caduta del fascismo. Rimane in questa condizione per più di un anno e mezzo. Uscito dalla clandestinità nel settembre 1946, si reca a Roma e da lì intraprende un'intensa attività politica, partecipando alla fondazione di un gruppo di reduci fascisti repubblicani, il "Movimento Italiano di Unita Sociale" (MIUS). Il 26 dicembre 1946, invece, Almirante partecipa alla riunione costitutiva del "Movimento Sociale Italiano" (MSI), che si svolge a Roma nello studio dell'assicuratore Arturo Michelini. Contrariamente a quanto si crede, infatti, Almirante non è stato da subito segretario del MSI, compito che per diversi anni toccò a Nichelini. Nel 1948 Almirante conduce, per le elezioni politiche del 18 aprile, una durissima campagna elettorale; il MSI ottenne il 2 per cento dei voti ed entrò in Parlamento con sei deputati, tra i quali lo stesso Almirante, e un senatore. Almirante in quella prima fase rappresentava la continuità ideale con il fascismo repubblicano. Fu confermato segretario del MSI dopo i primi due congressi nazionali del partito (Napoli, giugno 1948; Roma, giugno-luglio 1949).
Nel corso delle successive legislature della Repubblica Almirante si distinse in battaglie ostruzionistiche in Parlamento come quella contro l'attuazione dell'ordinamento regionale dello Stato. Altre battaglie lo vedono protagonista, come ad esempio quella contro la legge Scelba sul divieto della ricostituzione del Partito fascista o contro la riforma elettorale maggioritaria di De Gasperi, in difesa dell'italianità di Trieste e dell'Alto Adige, contro la nazionalizzazione dell'energia elettrica e contro la riforma della scuola media.
Nel 1969 muore Michelini e, di fronte al problema della successione alla guida di un partito in grave crisi, (nelle elezioni politiche del 1968 era sceso al 4,5 per cento dei voti, suo minimo storico ad eccezione del risultato del 1948), il gruppo dirigente del MSI elegge Almirante segretario nazionale all'unanimità.
La segreteria Almirante mira fin dall'inizio all'unita delle destre, trattando a tal fine con i monarchici e con gli indipendenti di centro-destra. Nelle elezioni regionali del 7 giugno 1970 il MSI ebbe una discreta ripresa, anche grazie al lancio di alcune parole d'ordine da parte del segretario: "alternativa al sistema", "destra nazionale" e cosi via. Inoltre, forte presa sull'elettorato ebbe l'idea della formazione di un "Fronte articolato anticomunista" con altre forze politiche, agglomerato che poi di fatto costituì la Destra Nazionale. Il risultato di questa operazione di maquillage porta il partito ad ottimi risultati nelle elezioni regionali siciliane e amministrative del 13 giugno 1971: il 16,3 per cento dei voti in Sicilia e il 16,2 per cento a Roma.
Il 28 giugno 1972 la Procura della Repubblica di Milano chiede alla Camera l'autorizzazione a procedere contro il segretario nazionale del MSI per il reato di ricostituzione del disciolto Partito fascista, autorizzazione concessa con 484 voti contro 60; ma l'inchiesta sulla presunta ricostituzione del PNF, trasferita alla Procura della Repubblica di Roma non fu mai portata a termine. Nel 1975-76 Almirante prova a rilanciare il suo partito con un'iniziativa che doveva rappresentare una nuova fase dell'operazione Destra Nazionale: la "Costituente di destra per la liberta", organizzazione esterna e alleata, fondata il 22 novembre 1975. Ma nelle elezioni politiche del 20 giugno si consuma la scissione dall'organizzazione giovanile del partito, il Fronte della Gioventù. Almirante commissaria questa organizzazione, e il 7 giugno 1977 nomina egli stesso il nuovo segretario del Fronte nella persona di Gianfranco Fini, allora venticinquenne, che già si era guadagnato la sua fiducia.
Le elezioni regionali e amministrative del 1978 danno però risultati negativi al MSI-DN. Nel corso della campagna elettorale, fra l'altro, un esponente di Democrazia Nazionale lo aveva accusato di favoreggiamento personale nei confronti di un presunto responsabile della strage di Peteano (avvenuta nel 1972); l'accusa, pur smentita dal senatore di Democrazia Nazionale sulle cui confidenze avrebbe dovuto basarsi, portò ad una lunga inchiesta, al cui termine Almirante fu rinviato a giudizio con altri, ma amnistiato prima dell'inizio del processo. Questo fu l'unico coinvolgimento di Almirante in un'inchiesta su fatti di terrorismo; in un altro caso egli, avendo avuto notizia nel luglio 1974 dei preparativi di un attentato ad un obiettivo ferroviario, ne informo subito le autorità.
Iniziata la IX legislatura, diviene presidente del Consiglio Bettino Craxi, che sembrava intenzionato a "sdoganare" il MSI-DN. Ma il partito di Almirante rimase sostanzialmente isolato a destra; e se in un'importante occasione sostenne di fatto il governo Craxi, permettendo nel febbraio 1985 la conversione in legge del cosiddetto secondo decreto Berlusconi, lo fece per una convergenza di interessi con alcune forze della maggioranza (contro il monopolio televisivo di Stato).
Nel luglio 1984 Almirante annuncia la propria intenzione di lasciare la segreteria per ragioni di salute entro la fine dell'anno, in occasione del prossimo congresso nazionale. Ma il partito gli chiede quasi all'unanimità di recedere da tale proposito. L'anziano leader acconsente a rimanere in carica ancora per un biennio. Il XIV congresso nazionale del MSI-DN (Roma, novembre-dicembre 1984) lo rielegge segretario per acclamazione, ignorando la contrapposta candidatura di Tomaso Staiti. Con queste assise inizia la fase finale della seconda segreteria Almirante, in cui tutte le cariche principali furono affidate ad uomini della vecchia guardia e di tutte le correnti. Almirante, poi, assunse personalmente la carica di direttore politico del Secolo d'Italia.
Il 12 maggio 1985 il MSI-DN ottenne nelle elezioni regionali il 6,5 per cento dei voti (suo massimo storico in questo genere di consultazioni) e riportò a Bolzano, nelle elezioni comunali, l'ultimo clamoroso successo del periodo almirantiano, divenendo il primo partito del capoluogo di quella provincia la cui italianità era sempre stata difesa dai missini. Un altro buon risultato il MSI-DN ottenne nelle elezioni regionali siciliane del giugno 1986. Nell'agosto dello stesso anno il segretario missino, colto da malore, dovette essere ricoverato nella clinica romana di Villa del Rosario.
Nelle elezioni politiche del 14 giugno 1987, in occasione delle quali Almirante condusse la sua ultima campagna elettorale, il MSI-DN scese al 5,9 per cento dei voti, 35 seggi alla Camera e 16 seggi al Senato: un insuccesso che concludeva un periodo di quattro anni assai positivo, anche se i risultati particolareggiati confermavano il radicamento del partito in ogni parte d'Italia. Il 6 settembre successivo, in occasione della festa Tricolore di Mirabello (Ferrara), Almirante presentò ufficiosamente come proprio "delfino" il trentacinquenne Gianfranco Fini, il più giovane deputato del MSI-DN. Almirante teneva moltissimo a che il suo successore fosse un suo uomo di fiducia; ma il designato avrebbe potuto essere anche della sua stessa generazione, e in questo caso sarebbe stato probabilmente il vicesegretario vicario Servello. L'imprevista scelta in favore di Fini fu da molti considerata, in quei mesi, un mero stratagemma di Almirante per continuare a dirigere il partito, in qualità di presidente, dopo avere lasciato la segreteria; sette anni dopo, invece, tale scelta si sarebbe rivelata retrospettivamente una delle più felici del fondatore della Destra Nazionale, avendo liberato il MSI-DN dall'ipoteca di un gruppo dirigente troppo anziano e dunque troppo legato al passato per poter mai uscire dal ghetto politico della destra radicale.
Per ovvie ragioni la maggioranza dei vecchi notabili missini accolse con freddezza o aperta ostilità la candidatura di Fini, che incontrava invece il favore di vari notabili della generazione successiva. Nella fase precongressuale il partito fu lacerato dalle più dure polemiche dell'ultimo decennio, polemiche che non risparmiavano il segretario uscente.
Ad ogni modo, Almirante fu eletto presidente del partito il 24 gennaio 1988, per acclamazione, dalla maggioranza del nuovo comitato centrale, incarico che mantenne per soli quattro mesi, gli ultimi della sua vita. Il 22 maggio 1988, dopo mesi di sofferenze e di ricoveri Giorgio Almirante si spegne nella clinica di Villa del Rosario. Fini onoro il suo predecessore e maestro dicendo di lui ...."un grande Italiano"...."il leader della generazione che non si è arresa".
FESTEGGIAMENTI POSITANESI: DOMANI LA FESTA DI SAN PIETRO
Domani 29 giugno nel rione Laurito di Positano si celebra la FESTA DI SAN PIETRO nella Cappella presso il famoso albergo di San Pietro.
Come recita la locandina distribuita dalla Parrocchia S.M. Assunta di Positano il programma prevede in mattinata che il Concerto bandistico " Citta di Minori" suonerà davanti alla Cappella San Pietro e per le vie di Positano.
In serata dopo la messa delle 20.00 seguirà la Processione con la venerata statua di san Pietro che partirà dalla Cappella fino allo slargo Casola e ritorno con stazioni agli altarini allestiti in prossimità dell' abitato Talamo-Caso e allo slargo Casola.
La serata sarà allietata da "Ensamble di giovani flatisti positanesi" e dal gruppo musicake " Free Music Band". I festeggiamenti al Santo verranno chiusi con uno spettacolo pirotecnico dalla Baia di Laurito.
La statua di San Pietro esposta nell'omonima Cappella.
di Massimo Capodanno.
Come non ricordare un pezzo di Luca Vespoli a proposito della festa di San Pietro a Laurito.
La festa di San Pietro, il 29 giugno, rappresenta per noi il consueto sapore dei tempi andati. Niente di eccezionale comunque, ma pur sempre qualcosa per ricordare il modo di "vivere la festa" ieri e quella di oggi. Prima di raccontare come si svolgevano i festeggiamenti in onore del Santo alla frazione omonima, ad est andando verso Salerno, e bene dire che la Chiesa considera Solennità il giorno dedicato ai SS. Pietro e Paolo, oltretutto tra le più antiche e le più celebri dell'anno liturgico. Dopo la Vergine Maria, sono proprio gli Apostoli e martiri Pietro e Paolo, insieme a San Giovanni Battista, i Santi frequentemente ricordati e venerati. Pietro, costantemente al fianco del Signore in tutti i Vangeli, diresse la comunità di Gerusalemme ed ebbe un ruolo di primo piano nel Concilio che vi fu tenuto. Divenne capo della Chiesa di Roma, città nella quale fu martirizzato mediante crocifissione a testa in giù. Mori intorno al 64. Paolo, invece, nato nell'anno 3, era al servizio delle autorità incaricate dell'annientamento del Cristianesimo, ma fu poi miracolosamente convertito dal Signore stesso. Da allora comincio la sua opera di evangelizzazione. Fondo molte Chiese e, insieme a San Pietro, fu co-fondatore della Chiesa Romana. Morì a Roma nel 65 mediante decapitazione.
Non conosceremo mai, al solito, il motivo per il quale la Chiesetta di San Pietro sia dedicata a questo Santo. Proviamo a dare una nostra interpretazione: provenienti la maggior parte dei pescatori locai dalla frazione Laurito, così chiamata per le numerose piante di alloro, comunemente detto lauro, che qui abbondavano nei secoli passati, considerato quindi che la tradizione di questi pescatori era di accendere, ogni qualvolta uscivano di casa per andare a mare, dei lumini nell'edicola della Madonna posta sulla facciata dell'abitazione (l'atto aveva una duplice motivazione: innanzitutto far sì che la Madonna vegliasse su di loro e poi per avere dal mare un punto di riferimento sicuro), la stessa cosa dev'essere accaduta con la Chiesetta di San Pietro fatta erigere sul cocuzzolo del promontorio nel secolo scorso da Filippo Talamo. In definitiva dovrebbe trattarsi di un misto di ex voto e punto di riferimento... nautico. Oltretutto siamo aderenti alla storia visto che l'Apostolo Pietro era un pescatore. Per la cronaca va detto che in antichità esisteva anche un'altra chiesetta dedicata al Santo, sita, però, nella parte occidentale. Questa chiesetta, soggetta alla Cattedrale di Amalfi, fu in seguito trasformata in vigna. Solo nel 1177 l'Abate benedettino di San Vito di Positano, a nome Fra Enrico, la riscattò come si dice, permutandola con quella di S. Elia di Amalfi assoggettata, invece, all'abate di Positano. Sempre per la cronaca, nel 1823, un pescatore del luogo, tale Diodato Laino, scavando al di sotto della vecchia (attuale) Chiesa di San Pietro, si dice abbia trovato una statuetta d'oro raffigurante una divinità mitologica che si affrettò a vendere a Positano per trecento ducati. Subito dopo detta statuetta fu rivenduta a Napoli per mille ducati in più. Tutti gli abitanti della zona hanno comunque confermato, in passato, il fatto. Ciò starebbe a dimostrare che la pirateria di quelli di Laurito, alleatisi nel malaffare con alcuni predoni di Lipari, era esercitata in maniera massiccia. Fortunatamente l'associazione piratesca si sciolse dopo alcune fortunate spedizioni, sia perché i Lauritesi si contentavano di poco e sia per la prepotenza dei Liparotti che, nelle spartizioni del bottino, pretendevano di fare la parte del leone.
Ritorniamo alla festa in onore di San Pietro, quella cioè, che si organizzava allorquando eravamo bambini. I1 classico colpo scuro, ben presto la mattina, serviva a ricordare alla popolazione la solennità del giorno. Sorvoliamo tutta la prima parte della giornata durante la quale, ieri come oggi, è dedicata esclusivamente alle funzioni religiose in Chiesa, per passare al pomeriggio. Dopo la solenne liturgia religiosa nella minuscola chiesetta, si portava la piccola statua del Santo in processione; una processione che si snodava, all'andata e al ritorno, sulla parte di strada provinciale (ora è nazionale) che dalla chiesetta arrivava a "Ponte do vuosche" (punta del bosco), nella curva prima del ristorante La Taverna del Leone, dove veniva preparato un altarino volante per la benedizione. I1 primo atto era l'accensione delle luminarie costituite da tante lampare tenute vivide di luci per tutta la serata da un assordante generatore a nafta piazzato su di uno sgangheratissimo camioncino. Solo pochissimi anni prima, gli archi delle luminarie venivano accese da un pescatore locale con uno stoppino ardente posto all'estremità di una canna e tenute vive di luce per tutta la serata con il carburo, lo stesso che si usa, di solito, per la pesca notturna dei totani. Ogni arco era pieno di beccucci (quelli dell'acetilene) collegati all'enorme gassometro dove era stato inserito il carburo che, affinché producesse combustione, bisognava tenerlo costantemente bagnato. Precedeva la processione, a distanza di sicurezza, il fuochista che sparava "masconate" facendo scorrere uno stoppino ardente su dei buchi pieni di polvere esplosiva inseriti su di un lungo binario di ferro steso sul laterale della strada stessa. Riportato il Santo in Chiesa, cominciava lo "struscio" sulla strada da parte del popolo presente. C'erano poche cose di rilievo da fare in questo lasso di tempo prima dello sparo finale dei fuochi pirotecnici ai tempi nostri. Non che ora ce ne siano molte di più. Solo chi desiderava qualcosa di più commestibile, avendone la possibilità, andava sotto la piccola grotta, sita vicino a dove sono attualmente le cucine del ristorante "A1 Barilotto del Nonno". Qui nel "furnillo" (piccolo forno) Michele Esposito, meglio conosciuto come Michele 'o paneianche da Torre (ovvero Michele pane bianco, cioè panificatore, della Torre, non sappiamo se del Greco o Torre Annunziata. Si arrabbiava da morire quando lo si chiamava così), marito di "Mendina 'a sorda" (sta per Clementina la sorda), faceva le pizze (buonissime) che tutti mangiavano con le mani dopo averle piegate in quattro parti. Da bere si poteva acquistare, sempre sotto questa grotta-forno, qualche bibita (birra, coca cola, aranciata e le gassose che produceva Antonino Russo detto "o gassusare") tenute in fresco in una mezza tinozza piena di ghiaccio e ricoperta da un sacco di iuta affinché il freddo non evaporasse subito. Le persone del luogo di una certa età ricordano ancora che, nell'occasione, venivano da Positano, Pellegrino a vendere le paste (dolci) fresche, cioè alla crema, e, da Conca dei Marini, una simpatica coppia che, per i classici quattro soldi (veri), vendevano acqua e anice prelevandola da un enorme e antidiluviano contenitore d'alluminio. In questo modo veniva risolto anche il problema del bere in una frazione che non possedeva una fontanella. Poi, con l'avvento delle bibite, sono scomparsi i due simpatici personaggi conchesi che ogni 29 giugno, considerati i tempi, era come se arrivassero da... lontano.
Ai nostri giorni, invece, questo tempo intermedio, si trascorre al ristorante, serviti e riveriti come si dice. Questo è, ad esempio, il primo segno lampante del mutamento dei tempi. L'altro è rappresentato dai bei giocattoli computerizzati in vendita sulle bancarelle che hanno preso il posto di un romantico "Zazà suonapiattini". Intanto sullo slargo davanti la chiesetta di San Pietro la banda musicale chiamata per l'occasione ad allietare il popolo, more solito, si esibiva... per conto proprio; solo in pochi l'apprezzavano. I più attenti, ieri come oggi, erano (e sono) i vettichesi, forse per inconscio amore di... campanile perché la frazione Laurito, per un certo periodo, nel XVII secolo, fece parte integrante del Comune di Praiano, aggregata alla frazione di Vettica Maggiore.
Eccoci giunti al gran finale, al clou della giornata: lo sparo dei classici fuochi pirotecnici o da sotto 'a masseria o da sotto 'a vena, cioè al lato dell'attuale albergo San Pietro, ed il conseguente accorrere dei volontari per spegnere i relativi incendi prodotti dai botti. Anche questo faceva parte della... coreografia, fin quando, come si dice a Napoli, non furono apposti i cancelli di ferro alla Chiesa di Santa Chiara dopo che questa era stata ripulita interamente dai ladri. Ovvero fin quando non hanno preso atto della pericolosità dei fuochi sparati vicini a case o a boschi, materiale facilmente infiammabile.
Di Luca VESPOLI
Una foto d'archivio di fuochi artificiali di Massimo Capodanno a Positano
Come recita la locandina distribuita dalla Parrocchia S.M. Assunta di Positano il programma prevede in mattinata che il Concerto bandistico " Citta di Minori" suonerà davanti alla Cappella San Pietro e per le vie di Positano.
In serata dopo la messa delle 20.00 seguirà la Processione con la venerata statua di san Pietro che partirà dalla Cappella fino allo slargo Casola e ritorno con stazioni agli altarini allestiti in prossimità dell' abitato Talamo-Caso e allo slargo Casola.
La serata sarà allietata da "Ensamble di giovani flatisti positanesi" e dal gruppo musicake " Free Music Band". I festeggiamenti al Santo verranno chiusi con uno spettacolo pirotecnico dalla Baia di Laurito.
La statua di San Pietro esposta nell'omonima Cappella.
di Massimo Capodanno.
Come non ricordare un pezzo di Luca Vespoli a proposito della festa di San Pietro a Laurito.
La festa di San Pietro, il 29 giugno, rappresenta per noi il consueto sapore dei tempi andati. Niente di eccezionale comunque, ma pur sempre qualcosa per ricordare il modo di "vivere la festa" ieri e quella di oggi. Prima di raccontare come si svolgevano i festeggiamenti in onore del Santo alla frazione omonima, ad est andando verso Salerno, e bene dire che la Chiesa considera Solennità il giorno dedicato ai SS. Pietro e Paolo, oltretutto tra le più antiche e le più celebri dell'anno liturgico. Dopo la Vergine Maria, sono proprio gli Apostoli e martiri Pietro e Paolo, insieme a San Giovanni Battista, i Santi frequentemente ricordati e venerati. Pietro, costantemente al fianco del Signore in tutti i Vangeli, diresse la comunità di Gerusalemme ed ebbe un ruolo di primo piano nel Concilio che vi fu tenuto. Divenne capo della Chiesa di Roma, città nella quale fu martirizzato mediante crocifissione a testa in giù. Mori intorno al 64. Paolo, invece, nato nell'anno 3, era al servizio delle autorità incaricate dell'annientamento del Cristianesimo, ma fu poi miracolosamente convertito dal Signore stesso. Da allora comincio la sua opera di evangelizzazione. Fondo molte Chiese e, insieme a San Pietro, fu co-fondatore della Chiesa Romana. Morì a Roma nel 65 mediante decapitazione.
Non conosceremo mai, al solito, il motivo per il quale la Chiesetta di San Pietro sia dedicata a questo Santo. Proviamo a dare una nostra interpretazione: provenienti la maggior parte dei pescatori locai dalla frazione Laurito, così chiamata per le numerose piante di alloro, comunemente detto lauro, che qui abbondavano nei secoli passati, considerato quindi che la tradizione di questi pescatori era di accendere, ogni qualvolta uscivano di casa per andare a mare, dei lumini nell'edicola della Madonna posta sulla facciata dell'abitazione (l'atto aveva una duplice motivazione: innanzitutto far sì che la Madonna vegliasse su di loro e poi per avere dal mare un punto di riferimento sicuro), la stessa cosa dev'essere accaduta con la Chiesetta di San Pietro fatta erigere sul cocuzzolo del promontorio nel secolo scorso da Filippo Talamo. In definitiva dovrebbe trattarsi di un misto di ex voto e punto di riferimento... nautico. Oltretutto siamo aderenti alla storia visto che l'Apostolo Pietro era un pescatore. Per la cronaca va detto che in antichità esisteva anche un'altra chiesetta dedicata al Santo, sita, però, nella parte occidentale. Questa chiesetta, soggetta alla Cattedrale di Amalfi, fu in seguito trasformata in vigna. Solo nel 1177 l'Abate benedettino di San Vito di Positano, a nome Fra Enrico, la riscattò come si dice, permutandola con quella di S. Elia di Amalfi assoggettata, invece, all'abate di Positano. Sempre per la cronaca, nel 1823, un pescatore del luogo, tale Diodato Laino, scavando al di sotto della vecchia (attuale) Chiesa di San Pietro, si dice abbia trovato una statuetta d'oro raffigurante una divinità mitologica che si affrettò a vendere a Positano per trecento ducati. Subito dopo detta statuetta fu rivenduta a Napoli per mille ducati in più. Tutti gli abitanti della zona hanno comunque confermato, in passato, il fatto. Ciò starebbe a dimostrare che la pirateria di quelli di Laurito, alleatisi nel malaffare con alcuni predoni di Lipari, era esercitata in maniera massiccia. Fortunatamente l'associazione piratesca si sciolse dopo alcune fortunate spedizioni, sia perché i Lauritesi si contentavano di poco e sia per la prepotenza dei Liparotti che, nelle spartizioni del bottino, pretendevano di fare la parte del leone.
Ritorniamo alla festa in onore di San Pietro, quella cioè, che si organizzava allorquando eravamo bambini. I1 classico colpo scuro, ben presto la mattina, serviva a ricordare alla popolazione la solennità del giorno. Sorvoliamo tutta la prima parte della giornata durante la quale, ieri come oggi, è dedicata esclusivamente alle funzioni religiose in Chiesa, per passare al pomeriggio. Dopo la solenne liturgia religiosa nella minuscola chiesetta, si portava la piccola statua del Santo in processione; una processione che si snodava, all'andata e al ritorno, sulla parte di strada provinciale (ora è nazionale) che dalla chiesetta arrivava a "Ponte do vuosche" (punta del bosco), nella curva prima del ristorante La Taverna del Leone, dove veniva preparato un altarino volante per la benedizione. I1 primo atto era l'accensione delle luminarie costituite da tante lampare tenute vivide di luci per tutta la serata da un assordante generatore a nafta piazzato su di uno sgangheratissimo camioncino. Solo pochissimi anni prima, gli archi delle luminarie venivano accese da un pescatore locale con uno stoppino ardente posto all'estremità di una canna e tenute vive di luce per tutta la serata con il carburo, lo stesso che si usa, di solito, per la pesca notturna dei totani. Ogni arco era pieno di beccucci (quelli dell'acetilene) collegati all'enorme gassometro dove era stato inserito il carburo che, affinché producesse combustione, bisognava tenerlo costantemente bagnato. Precedeva la processione, a distanza di sicurezza, il fuochista che sparava "masconate" facendo scorrere uno stoppino ardente su dei buchi pieni di polvere esplosiva inseriti su di un lungo binario di ferro steso sul laterale della strada stessa. Riportato il Santo in Chiesa, cominciava lo "struscio" sulla strada da parte del popolo presente. C'erano poche cose di rilievo da fare in questo lasso di tempo prima dello sparo finale dei fuochi pirotecnici ai tempi nostri. Non che ora ce ne siano molte di più. Solo chi desiderava qualcosa di più commestibile, avendone la possibilità, andava sotto la piccola grotta, sita vicino a dove sono attualmente le cucine del ristorante "A1 Barilotto del Nonno". Qui nel "furnillo" (piccolo forno) Michele Esposito, meglio conosciuto come Michele 'o paneianche da Torre (ovvero Michele pane bianco, cioè panificatore, della Torre, non sappiamo se del Greco o Torre Annunziata. Si arrabbiava da morire quando lo si chiamava così), marito di "Mendina 'a sorda" (sta per Clementina la sorda), faceva le pizze (buonissime) che tutti mangiavano con le mani dopo averle piegate in quattro parti. Da bere si poteva acquistare, sempre sotto questa grotta-forno, qualche bibita (birra, coca cola, aranciata e le gassose che produceva Antonino Russo detto "o gassusare") tenute in fresco in una mezza tinozza piena di ghiaccio e ricoperta da un sacco di iuta affinché il freddo non evaporasse subito. Le persone del luogo di una certa età ricordano ancora che, nell'occasione, venivano da Positano, Pellegrino a vendere le paste (dolci) fresche, cioè alla crema, e, da Conca dei Marini, una simpatica coppia che, per i classici quattro soldi (veri), vendevano acqua e anice prelevandola da un enorme e antidiluviano contenitore d'alluminio. In questo modo veniva risolto anche il problema del bere in una frazione che non possedeva una fontanella. Poi, con l'avvento delle bibite, sono scomparsi i due simpatici personaggi conchesi che ogni 29 giugno, considerati i tempi, era come se arrivassero da... lontano.
Ai nostri giorni, invece, questo tempo intermedio, si trascorre al ristorante, serviti e riveriti come si dice. Questo è, ad esempio, il primo segno lampante del mutamento dei tempi. L'altro è rappresentato dai bei giocattoli computerizzati in vendita sulle bancarelle che hanno preso il posto di un romantico "Zazà suonapiattini". Intanto sullo slargo davanti la chiesetta di San Pietro la banda musicale chiamata per l'occasione ad allietare il popolo, more solito, si esibiva... per conto proprio; solo in pochi l'apprezzavano. I più attenti, ieri come oggi, erano (e sono) i vettichesi, forse per inconscio amore di... campanile perché la frazione Laurito, per un certo periodo, nel XVII secolo, fece parte integrante del Comune di Praiano, aggregata alla frazione di Vettica Maggiore.
Eccoci giunti al gran finale, al clou della giornata: lo sparo dei classici fuochi pirotecnici o da sotto 'a masseria o da sotto 'a vena, cioè al lato dell'attuale albergo San Pietro, ed il conseguente accorrere dei volontari per spegnere i relativi incendi prodotti dai botti. Anche questo faceva parte della... coreografia, fin quando, come si dice a Napoli, non furono apposti i cancelli di ferro alla Chiesa di Santa Chiara dopo che questa era stata ripulita interamente dai ladri. Ovvero fin quando non hanno preso atto della pericolosità dei fuochi sparati vicini a case o a boschi, materiale facilmente infiammabile.
Di Luca VESPOLI
Una foto d'archivio di fuochi artificiali di Massimo Capodanno a Positano
giovedì 26 giugno 2008
POSITANO – ACQUE BALNEABILI
Secondo i dati dell’ARPA, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, ancora una volta le acque relative alle spiagge di Positano risultano balneabili.
In allegato alla notizia i dati aggiornati relativi ai prelievi effettuati il 16 giugno 2008.
E’ pervenuta, inoltre, una comunicazione da parte del Dipartimento di prevenzione della ASL Salerno 1, dove viene specificato che agli atti d’ufficio, negli ultimi sei mesi fino ad oggi, nel territorio di Positano, non risulta essere stato notificato alcun caso di malattia infettiva sostenuta da agenti patogeni a trasmissione oro-fecale. ( dal Portale Comune di Positano ) dove a chi interessa può trovare i risultati delle analisi delle acque di Giugno '08.
In allegato alla notizia i dati aggiornati relativi ai prelievi effettuati il 16 giugno 2008.
E’ pervenuta, inoltre, una comunicazione da parte del Dipartimento di prevenzione della ASL Salerno 1, dove viene specificato che agli atti d’ufficio, negli ultimi sei mesi fino ad oggi, nel territorio di Positano, non risulta essere stato notificato alcun caso di malattia infettiva sostenuta da agenti patogeni a trasmissione oro-fecale. ( dal Portale Comune di Positano ) dove a chi interessa può trovare i risultati delle analisi delle acque di Giugno '08.
mercoledì 25 giugno 2008
POSITANO: PERSONAGGI; CIRO PELLEGRINO
Nell' agosto scorso Vi parlai di Ciro, un marinaio, un uomo che ha imparato il mestiere osservano i più anziani ed ha imparato tutto da solo. Dicevo di lui che sa pittare le barche come solo pochi sanno farlo. I gozzi da lui dipinti non portano mai il segno del pennello e i colori delle murate sono lisci e uniformi, e non parliamo dei motori marini, capisce subito il problema. Nell' agosto scorso scrissi pure che Ciro in pochi anni è diventato un provetto sub, perchè sott’acqua si muove come un pesce. Parole fatidiche !!! Quest' inverno per non avere problemi il nostro Ciro all' età di 42 anni per 6 mesi con tanto sacrificio e umiltà ha fatto la spola tra Positano e Grosseto per prendere il Brevetto OTS, Operatore Tecnico Subacqueo. E' un corso selettivo e duro, e si richiedono particolari doti di idoneità di resistenza fisica e nervi ben saldi.
Sulla Costiera Amalfitana ce ne sono solo tre. A Positano è l'unico. Gli interventi che può fare ?
Come recita una locandina di iscrizione al corso: I palombari e i sommozzatori eseguono sotto l'acqua, dei lavori consistenti a controllare, installare, riparare ed evacuare degli equipaggi e degli impianti.
Le loro mansioni consistono: nel lavorare sotto acqua per posare e riparare dei ponti, dei moli e delle fondamenta di arginamento portuali; nell'ispezionare degli scafi delle navi e delle installazioni subacquee per rilevare eventuali danni ed effettuare delle riparazioni minori; nell'annunciare la condizione delle navi naufragate; nel liberarsi dagli ostacoli sotto acqua; nel forare i fori per la fucilazione con l'esplosivo sotto l'acqua nel realizzare immersioni legate ad operazioni di salvataggio, di recupero o alla ricerca di annegati; nello svolgere le mansioni elencate; nel coordinare altri lavoratori. Recuperi vari, sostituzione di eliche a navi etc etc. Nella foto Ciro mentre emerge nella rada di Positano dopo un controllo delle opere morte appartenenti alla società di noleggio barche Lucibello. Auguri di cuore, Mx
lunedì 23 giugno 2008
La mostra COLORI DI POSITANO di Ulisse Ferrara a Bari
domenica 22 giugno 2008
LIBRI: SE MI LASCI STO MALE DI FRANCESCO CAGNO
Questo pomeriggio Angelo Ciaravolo in occasione della Terza Rassegna letteraria
Domina Positano ha incontrato sulla terrazza del Hotel Domina Royal al rione Pastiniello di Positano lo scrittore napoletano ma di origini siciliane Francesco Cagno, ingegnere di 41 anni che vive e lavora a Roma. Cagno coltiva la passione della psicologia, del mare ma soprattutto della scrittura. " Se mi lasci sto male" è il suo primo romanzo edito da Newton Compton per la Collana Anagramma. Del divertente libro naturalmente non ve ne parlo, ma vi consiglio di andarlo ad acquistare ( costa solo 9,90 euro )e leggerlo. Non vi voglio togliere le sorprese.
Lo scrittore Francesco Cagno oggi a Positano per la presentazione del suo libro
Se mi lasci sto male, edito da Newton Compton editori.
Da sinistra, i giornalisti Vincenzo Aiello del Mattino, Angelo Ciaravolo e lo scrittore Francesco Cagno, durante la presentazione del libro Se mi lasci sto male " avvenuta sul terrazzo dell' Hotel Domina Royal nel rione Pastiniello di Positano.
Francesco Cagno con la moglie Cinzia Ruffino e il loro piccolo edoardo di 18 mesi poco prima della presentazione del libro " Se mi lasci sto male"
Domina Positano ha incontrato sulla terrazza del Hotel Domina Royal al rione Pastiniello di Positano lo scrittore napoletano ma di origini siciliane Francesco Cagno, ingegnere di 41 anni che vive e lavora a Roma. Cagno coltiva la passione della psicologia, del mare ma soprattutto della scrittura. " Se mi lasci sto male" è il suo primo romanzo edito da Newton Compton per la Collana Anagramma. Del divertente libro naturalmente non ve ne parlo, ma vi consiglio di andarlo ad acquistare ( costa solo 9,90 euro )e leggerlo. Non vi voglio togliere le sorprese.
Lo scrittore Francesco Cagno oggi a Positano per la presentazione del suo libro
Se mi lasci sto male, edito da Newton Compton editori.
Da sinistra, i giornalisti Vincenzo Aiello del Mattino, Angelo Ciaravolo e lo scrittore Francesco Cagno, durante la presentazione del libro Se mi lasci sto male " avvenuta sul terrazzo dell' Hotel Domina Royal nel rione Pastiniello di Positano.
Francesco Cagno con la moglie Cinzia Ruffino e il loro piccolo edoardo di 18 mesi poco prima della presentazione del libro " Se mi lasci sto male"
CALCIO: EUROPEI 2008; L'ITALIA ELIMINATA
LIBRI: POSITANO la città verticale.
L'architetto Romolo Ercolino.
Il libro Positano la città in verticale dell' architetto Romolo Ercolino
edito da Nicola Longobardi è stato presentato questa sera a Positano
presso l' hotel Domina Royal. Alla manifestazione hanno partecipato il
presidente dell'Ispema, Antonio Parlato, il giornalista Angelo Ceravolo,
l'autore del libro prof. architetto Romolo Ercolino, la giornalista Maria
Rosaria Sannino, il presidente dell' associazione albergatori Lorenzo Cinque l'assessore Adele Cuomo. Durante gli interventi l'autore,ha ricordato come tra le emergenze naturali attuali ci sia il Vallone Porto che rischia di essere devastato tramite lavori invasivi che andrebbero a cementificare un Oasi protetta WWF. La serata è stata allietata dalla voce di Maria Collina accompagnata dalla chitarra di Luigi Talamo.
Romolo Ercolino e Maria Rosaria Sannino
Angelo Ciaravolo e Romolo Ercolino (d)
sabato 21 giugno 2008
EUROPEI: DOMANI ITALIA-SPAGNA
Tifosi della Nazionale azzurra seguono la partita Francia-Italia davanti a un televisore in un ristorante di Positano.
foto di Massimo Capodanno
Spagna-Italia sara' la terza sfida tra le due nazionali nelle fasi finali degli Europei: azzurri imbattuti, senza mai aver subito gol. Sono 27 i confronti ufficiali (3 nelle fasi finali dei Mondiali, 2 degli Europei, 4 ai Giochi Olimpici e 18 in amichevole) con bilancio di 9 successi della nazionale italiana, 10 pareggi ed 8 sconfitte, con 36 reti realizzate e 28 subite. Il quarto di finale tra Spagna e Italia e' in programma domani a Vienna, con inizio alle 20.45.
LIBRI: POSITANO LA CITTA' VERTICALE
Una veduta di Positano, cittadina natale dell' architetto Romolo Ercolino che questa sera, 21 giugno 2008, presenterà il libro “Positano la città verticale” edito da Nicola Longobardi , al Domina Royal dalla giornalista Maria Rosaria Sannino per la rassegna Domina Positano organizzata dal giornalista Angelo Ciaravolo. Per chi ama Positano o per chi vuole conoscere la Perla della Costiera Amalfitana è un libro da non perdere. Ercolino, non solo è un architetto molto apprezzato sulla Costiera Amalfitana, ma è anche docente di ingegneria alla 2 Federico II di Napoli. Inoltre Romolo è uno degli storici più informati sulla Penisola Sorrentina e su i paesi della Costiera Amalfitana, ed ha già pubblicato diversi libri sulla storia del suo Paese. Un " in bocca al lupo" a Romolo Ercolino per questo suo ultimo impegno.
Di massimo capodanno/ positanomylife
LIBRI: PRESENTATO A POSITANO SUA MAESTA' IL BACCALA'
Il presidente dell' Ispema, on Antonio Parlato (S) autore del libro Sua Maestà il Baccalà con il giornalista Angelo Ciaravolo, ieri sera durante la presentazione del suo libro.
Da sinistra, il giornalista Gerardo Picardo (S), il Presidente dell' ISPEMA e autore del libro, Antonio Parlato, il giornalista Angelo Ciaravolo e il dietologo Marcello Gaglione ripresi ieri sera nella terrazza di Villa Santra Caterina a Positano durante la presentazione del libro "Sua maestà il baccalà" edito da Colonnese Editore nell´ambito della rassegna letteraria Domina Positano. Tra un intervento e l'altro Gianni Festinese ha allietato la serata con la sua chitarra e le più belle canzoni napoletane. Al termine della serata gli chef del ristorante galleria mediterraneo hanno fatto gustare a gli ospiti il baccalà cucinato con diverse ricette.
Gianni Festinese, ieri sera durante una sua performance sulla terazza di Villa Santa Caterina a Positano.
di massimo capodanno/positanomylife.
mercoledì 18 giugno 2008
LIBRI: SUA MAESTA IL BACCALA' DI ANTONIO PARLATO
L'avv. Antonio Parlato mostra il suo libro " Sua Maesta' il Baccalà"
Il prossimo 20 giugno, il presidente dell' IPSEMA, Antonio Parlato presenterà , nella terrazza di Villa Santa Caterina il libro "Sua maestà il baccalà" edito da Colonnese Editore. L' On. Parlato, è già autore di saggi ed articoli pubblicati su quotidiani nazionali in tema di politica culturale, economica e sociale ha scritto e pubblicato diversi libri: "Uscire dal capitalismo", "I diritti del Mezzogiorno", "Federico II a Napoli", "Identità e Globalizzazione", "Flavio Gioia e la bussola, Storia minima del magico strumento"e "Ulisse e le sirene di Positano". Ora ci racconta del merluzzo, un pesce che vive e si pesca da centinaia e centinaia di anni nei mari del Nord. Una volta pescato viene conservato sotto sale, essiccato e prende il nome di Baccalà . Parlato nel suo libro ci racconta le origini geografiche e storiche del pesce più venduto nei mercati del mondo, la sua storia e le ricette più note, italiane e estere. Accanto alle descrizioni "tecniche" della riproduzione, cattura, lavorazione e commercializzazione del pesce, compaiono anche riferimenti storici e sociali sull’utilizzo del baccalà che arrivano addirittura a interessare la corruzione della Chiesa e il Concilio di Trento. ( scrive Antonio Fiore).
Non mancano richiami al "baccalà letterario", ossia alla sua presenza nel mondo del libro: da Rabelais a Gautier, da Eduardo a Vázquez Montalbán, passando anche per la musica (come dimenticare, ad esempio, Paolo Conte, che nel suo "Pesce veloce del Baltico" ne ricorda le umili origini criticando la perfida celebrità che lo ha fatto, sì, assurgere alle più alte vette dell’arte culinaria, ma a scapito della genuinità?). In appendice, gustose ricette legate, oltre che ai luoghi, come di consueto, a personaggi, mestieri e interi popoli che le hanno ideate.
Parlato passa dalla storia all'attualità. E fa notare: "Pochi sanno che l'Italia è il maggior importatore che sia al mondo di stoccafisso: delle 5-6.000 tonnellate annue prodotte in Norvegia, noi ne importiamo oltre 3.000, all'incirca il 50%". A livello planetario, però, i veri ghiottoni di baccalà sono i portoghesi, con 10 kg pro-capite l'anno: questo Paese - riferisce Parlato - è talmente legato a questo pesce che chiamano 'fiel amigo' ('l'amico fedele') che "si dice possegga 365 ricette (mentre altri giurano che sono 1.0001), una per ogni giorno dell'anno, per cucinarlo nei modi più gustosi e impensabili".
Stoccafissi venduti in un mercato rionale di Roma.
Per ulteriori informazioni rivolgersi al Ristorante-Galleria Mediterraneo di Positano: 089 811651
EUROPEI: L'ITALIA AI QUARTI
La Nazionale azzurra battendo ieri sera La Francia si è conquistata i quarti di finale del campionato Europeo di calcio grazie ai due gol, di Pirlo su rigore e di De Rossi. Tutti contenti dunque ma quanta fortuna abbiamo avuto. L'aereo per il ritorno aveva già i motori accesi..( dicono i maligni) . Il prossimo appuntamento dunque sarà con la Spagna domenica 22 giugno a Vienna. L'Olanda, prima nel girone C, affronterà la seconda del gruppo D (Svezia o Russia), sabato 21 giugno a Basilea. Francia e Romania sono eliminate.
Tricolori esposti sulla bancarella di Giovanni a Porta Portese. " Ma che c... sor fotografo" mi dice Giovanni, " co li sordi che pijano doveveno vince tutte le partite". Non approfondisco, e gli offro il caffe al baretto dell' angolo.
Tricolori esposti sulla bancarella di Giovanni a Porta Portese. " Ma che c... sor fotografo" mi dice Giovanni, " co li sordi che pijano doveveno vince tutte le partite". Non approfondisco, e gli offro il caffe al baretto dell' angolo.
CULTURA: PITTURA; ULISSE FERRARA ESPORRA' A BARI
Ulisse Ferrara mentre mi mostra una delle sue opere.
Ulisse Ferrara,62 anni napoletano di nascita ma che vive ormai da 40 a Positano esporrà nel capoluogo pugliese una ventina di dipinti, olio su tela, dal 21 al 30 giugno 2008. Il vernissage della mostra " Colori di Positano " si terrà nel centro storico di Bari in Piazza Massari 6.
Ulisse nel suo studio in località Laurito a Positano
Ulisse Ferrara,62 anni napoletano di nascita ma che vive ormai da 40 a Positano esporrà nel capoluogo pugliese una ventina di dipinti, olio su tela, dal 21 al 30 giugno 2008. Il vernissage della mostra " Colori di Positano " si terrà nel centro storico di Bari in Piazza Massari 6.
Ulisse nel suo studio in località Laurito a Positano
domenica 15 giugno 2008
Quando la pubblicità è originale...
Una trovata pubblicitaria originale, credo. Non c'è trucco e non c'è inganno ? Non lo so. Ma la tentazione di passarci la mano in mezzo confesso che ce l'ho avuta. E se poi mi casca in testa mi sono chiesto. Mi sono accontentato di fotografarla così con un a bella ragazza che aspettava l'autobus proprio li davanti..
sabato 14 giugno 2008
BANDIERA BLU A POSITANO: FESTEGGIAMENTI
Due bandiere lanciate da gli sbandieratori di Cava dei Tirreni sovrastano Positano a cui anche quest'anno ha ricevuto la Bandiera Blu per il suo mare limpido e pulito.
Gli Onori alle Bandiere
Il pubblico assiste ai festeggiamenti. A destra seduto sulla scalinata dei Leoni il sindaco Domenico Marrone e signora.
Gli sbandieratori Cavensi di Cava dei Tirreni si esibiscono sulla Rotonda.
il coro delle scuole secondarie di 1° grado di Positano durante la performance per i festeggiamenti della Bandiera Blu conferita anche quest'anno a Positano.
di massimo capodanno
BANDIERA VERDE A POSITANO
POSITANO: UN MONUMENTO ALLE MARINERIE DEL MONDO
La gigantesca ancora che circa venti anni fa il sub positanese Roberto Lucibello individuò e in seguito recuperò, oggi è diventata un Monumento dedicato alle Marinerie del Mondo.
Nella foto il sindaco Domenico Marrone e il C.V. Vincenzo De Luca comandante della Capitaneria di Porto di Salerno durante la breve cerimonia sul molo di Positano.
Nella foto il sindaco Domenico Marrone e il C.V. Vincenzo De Luca comandante della Capitaneria di Porto di Salerno durante la breve cerimonia sul molo di Positano.
MI MANCHERETE, MA A PRESTO DA MX
Domani 15 giugno lascerò Positano per qualche giorno. Ho delle urgenze nella Capitale da cui manco da parecchi mesi. Mi mancheranno i nuovi amici del Mediterraneo e le serate spensierate trascorse con loro:le chiacchierate con Enzo, lo spaghetto con lo scorfano di Vincenzo, la gaiezza di Lorenzo e Rodrigo e le canzoni di Pietro. Ecco perKè pubblico questa foto scattata durante una di queste ultime serate.
Domani sempre a Positano si festeggia San Vito suo Patrono. Mi dispiace non poterla seguire. Ecco perKè lo ricordo nel post seguente.
POSITANO: 2° OPEN DI SCACCHI
Nell' Auditorium Delle Scuole Medie di Positano è in corso il 2° Open di Scacchi città di Positano.
nella foto una sfida tra Claudio Franciosi (s) Antonio Esposito.
Nella foto panoramica a sinistra la sfida di Piero Gambardella, Carmine Caggiano e Danilo Stinga contro Giovanni Fucito Antonio Cinque e Maria Milano
nella foto una sfida tra Claudio Franciosi (s) Antonio Esposito.
Nella foto panoramica a sinistra la sfida di Piero Gambardella, Carmine Caggiano e Danilo Stinga contro Giovanni Fucito Antonio Cinque e Maria Milano
DOMANI E' SAN VITO
Domani 15 giugno è San Vito patrono di Positano. Nelle strade sono state già montate le luminarie per il passaggio del busto del santo portato a spalla per tutto il paese in una seguitissima e sensitissima processione.
Questa sera invece a Positano i festeggiamenti per la Bandiera Blu.
Il busto di San Vito portato a spalla durante la processione dell' anno scorso. foto massimo capodanno
Storia del santo:
Vito nacque nel 285 a Lilibeo, oggi Mazara del Vallo. Di indole tollerante e remissiva, studiò la dottrina cristiana e si convertì al cristianesimo, contro il volere del padre, senatore romano e nemico dei cristiani, che lo fece arrestare e fustigare.
Durante la notte, Vito fuggì da Mazara e raggiunse Regalbuto, dove, assieme alla sua fedele nutrice, Crescenzia, e al suo precettore Modesto, trovò rifugio in una grotta vicino alla quale poi venne edificata la chiesa dei Padri Cappuccini.
Qui Vito cominciò a fare miracoli: ricompose le membra sbranate da cani idrofobi a un ragazzo e ad un pastore.
Trasferitosi in Lucania, guarì una nobildonna della corte di Diocleziano che soffriva di epilessia.
Diocleziano, ritenendolo un mago, lo fece arrestare, assieme ai suoi fidi servitori, che oramai Vito considerava come dei genitori, e li sottopose a estenuanti torture.
Vito, Crescenzia e Modesto morirono il 15 giugno del 304 e i loro corpi furono sepolti prima in una grotta nei pressi del fiume Silaro e successivamente traslati in una chiesetta vicino ad Eboli e, quindi, trasportati in un'altra chiesa nella città di Mariano.
Alcune parti dei corpi dei martiri furono distribuite fra molte città d'Italia: parte del cranio, un braccio e un piede di Vito andarono a Regalbuto (1540) e sono custodite in una cappella della chiesa madre.
Poichè la sua festa un tempo coincideva con una festa popolare in cui la gente si dava a danze sfrenate e scomposte, queste vennero chiamate "balli di San Vito", definizione che, per analogia, viene anche utilizzata per l'epilessia.
Programma festeggiamenti del fine settimana
Sabato 14 Giugno – Vigilia
Ore 17.00 Molo spiaggia grande: Cerimonia di conferimento della “Bandiera Blu”.
Ore 18.00 Esibizione degli sbandieratori di Cava de´ Tirreni.
Ore 18,30 S. Rosario e Coroncina.
Ore 19,00 Celebrazione della Santa Cresima amministrata da S. E. Mons. Ernesto Mandara.
DOMENICA 15 Giugno - FESTA di SAN VITO MARTIRE
Ore 07,30 – 09,30 – 11,00 Celebrazione Sante Messe.
Ore 08,30 Celebrazione S. Messa alla Chiesa Nuova.
Ore 19,30 Processione con la venerata statua del Santo Protettore.
Alla spiaggia, Solenne Concelebrazione presieduta da S. Ecc. Rev.ma Mons. Orazio Soricelli e conferimento del ministero dell´Accolitato al seminarista Ciriaco Nwarie.
Ore 23,30 Spettacolo pirotecnico sullo specchio del mare,
a cura della rinomata ditta“ Cav. Di Matteo Amodio e c.”
La festa sarà allietata dal Concerto Bandistico “Piccola Banda di Bracigliano” che passerà per le vie di Positano, annunciando la ricorrenza e invitando tutti a trascorrere una lieta giornata. La sera seguirà l´esibizione musicale della Banda “S. Vito Positano”.
La suggestiva illuminazione è curata dalla spettabile ditta “ Cav. Saggese”.
Questa sera invece a Positano i festeggiamenti per la Bandiera Blu.
Il busto di San Vito portato a spalla durante la processione dell' anno scorso. foto massimo capodanno
Storia del santo:
Vito nacque nel 285 a Lilibeo, oggi Mazara del Vallo. Di indole tollerante e remissiva, studiò la dottrina cristiana e si convertì al cristianesimo, contro il volere del padre, senatore romano e nemico dei cristiani, che lo fece arrestare e fustigare.
Durante la notte, Vito fuggì da Mazara e raggiunse Regalbuto, dove, assieme alla sua fedele nutrice, Crescenzia, e al suo precettore Modesto, trovò rifugio in una grotta vicino alla quale poi venne edificata la chiesa dei Padri Cappuccini.
Qui Vito cominciò a fare miracoli: ricompose le membra sbranate da cani idrofobi a un ragazzo e ad un pastore.
Trasferitosi in Lucania, guarì una nobildonna della corte di Diocleziano che soffriva di epilessia.
Diocleziano, ritenendolo un mago, lo fece arrestare, assieme ai suoi fidi servitori, che oramai Vito considerava come dei genitori, e li sottopose a estenuanti torture.
Vito, Crescenzia e Modesto morirono il 15 giugno del 304 e i loro corpi furono sepolti prima in una grotta nei pressi del fiume Silaro e successivamente traslati in una chiesetta vicino ad Eboli e, quindi, trasportati in un'altra chiesa nella città di Mariano.
Alcune parti dei corpi dei martiri furono distribuite fra molte città d'Italia: parte del cranio, un braccio e un piede di Vito andarono a Regalbuto (1540) e sono custodite in una cappella della chiesa madre.
Poichè la sua festa un tempo coincideva con una festa popolare in cui la gente si dava a danze sfrenate e scomposte, queste vennero chiamate "balli di San Vito", definizione che, per analogia, viene anche utilizzata per l'epilessia.
Programma festeggiamenti del fine settimana
Sabato 14 Giugno – Vigilia
Ore 17.00 Molo spiaggia grande: Cerimonia di conferimento della “Bandiera Blu”.
Ore 18.00 Esibizione degli sbandieratori di Cava de´ Tirreni.
Ore 18,30 S. Rosario e Coroncina.
Ore 19,00 Celebrazione della Santa Cresima amministrata da S. E. Mons. Ernesto Mandara.
DOMENICA 15 Giugno - FESTA di SAN VITO MARTIRE
Ore 07,30 – 09,30 – 11,00 Celebrazione Sante Messe.
Ore 08,30 Celebrazione S. Messa alla Chiesa Nuova.
Ore 19,30 Processione con la venerata statua del Santo Protettore.
Alla spiaggia, Solenne Concelebrazione presieduta da S. Ecc. Rev.ma Mons. Orazio Soricelli e conferimento del ministero dell´Accolitato al seminarista Ciriaco Nwarie.
Ore 23,30 Spettacolo pirotecnico sullo specchio del mare,
a cura della rinomata ditta“ Cav. Di Matteo Amodio e c.”
La festa sarà allietata dal Concerto Bandistico “Piccola Banda di Bracigliano” che passerà per le vie di Positano, annunciando la ricorrenza e invitando tutti a trascorrere una lieta giornata. La sera seguirà l´esibizione musicale della Banda “S. Vito Positano”.
La suggestiva illuminazione è curata dalla spettabile ditta “ Cav. Saggese”.
venerdì 13 giugno 2008
CULTURA: VERNISSAGE QUADRAROLI
Alle 18.00 di questa sera c'è stato il vernissage della mostra dell' architetto Mario Quadraroli " Gente di Positano" nella Galleria Ristorante il Mediterraneo di Positano.
E' una mostra particolare che, proprio attraverso una selezione di ritratti di positanesi, visti attraverso un uomo del nord che a Positano è tornato dopo oltre vent’anni, ne rappresenta una parte –una piccolissima parte-, quelli con i quali Mario Quadraroli è venuto in contatto, sia direttamente sia ripercorrendo storie di artisti, i tanti che, soprattutto dal secolo scorso, hanno scelto questo lembo di terra per un giorno, un anno o tutta una vita.
Mario Quadraroli (S) con il sindaco di Positano Domenico Marrone questo pomeriggio durante il vernissage di "Gente di Positano".
Tra le persone che sono venute al Mediterraneo, l´Assessore ai Beni e alla Attività Culturali Gaetano Arenare di Salerno, il primo cittadino di Positano Domenico Marrone, l'ex sindaco Ottavio Fusco, i pittori Franco Cava, Paolo Signorino, l' attrice milanese Martina Carpi,la presid.ssa della Fondazione Kempff Annette von Bodecker, l'architetto positanese Romolo Ercolino,il Dirigente ai Beni Culturali –Musei e Biblioteche- della Provincia di Salerno Matilde Romito e tanti altri curiosi tra turisti e positanesi coinvolti nelle opere del Quadraroli.
E' una mostra particolare che, proprio attraverso una selezione di ritratti di positanesi, visti attraverso un uomo del nord che a Positano è tornato dopo oltre vent’anni, ne rappresenta una parte –una piccolissima parte-, quelli con i quali Mario Quadraroli è venuto in contatto, sia direttamente sia ripercorrendo storie di artisti, i tanti che, soprattutto dal secolo scorso, hanno scelto questo lembo di terra per un giorno, un anno o tutta una vita.
Mario Quadraroli (S) con il sindaco di Positano Domenico Marrone questo pomeriggio durante il vernissage di "Gente di Positano".
Tra le persone che sono venute al Mediterraneo, l´Assessore ai Beni e alla Attività Culturali Gaetano Arenare di Salerno, il primo cittadino di Positano Domenico Marrone, l'ex sindaco Ottavio Fusco, i pittori Franco Cava, Paolo Signorino, l' attrice milanese Martina Carpi,la presid.ssa della Fondazione Kempff Annette von Bodecker, l'architetto positanese Romolo Ercolino,il Dirigente ai Beni Culturali –Musei e Biblioteche- della Provincia di Salerno Matilde Romito e tanti altri curiosi tra turisti e positanesi coinvolti nelle opere del Quadraroli.
POSITANO, CULTURA: CHI VA' , CHI VIENE
La mostra " Istanti " , nella galleria ristorante Mediterraneo si è chiusa questa mattina. Ho smoltato dal muro le mie foto e dopo averle impacchettate con cura me le sono portate via con l'aiuto di Positano Porter e un certo piccolo magone. Dopo un mese ci si abitua all' ambiente, ci si affeziona alle persone, e in questo particolare caso ai succulenti piatti di Vincenzo. Chi mi farà più la pasta allo scorfano ? Mi mancheranno un casino le chiachierate con Enzo, le battute di Roddy, le serate al Mediterraneo allietate dalla chitarra di Pietro la simpatia di Lorenzo.
Al mio posto subentra Mario Quadraroli con Gente di Positano architetto lombardo da anni impegnato in importanti mostre d’arte contemporanea nel polo museale della Provincia di Milano.
Gente di Positano è una mostra particolare che, proprio attraverso una selezione di ritratti di positanesi, di nascita e di adozione, visti attraverso un uomo del nord che a Positano è tornato dopo oltre vent’anni, ne rappresenta una parte –una piccolissima parte-, quelli con i quali Mario Quadraroli è venuto in contatto, sia direttamente sia ripercorrendo storie di artisti, i tanti che, soprattutto dal secolo scorso, hanno scelto questo lembo di terra per un giorno, un anno o tutta una vita.
Nel Catalogo che accompagna l´iniziativa, dopo la presentazione congiunta del Presidente della Provincia di Salerno Angelo Villani e dell´Assessore ai Beni e alla Attività Culturali Gaetano Arenare, scrivono il Sindaco di Positano Domenico Marrone, il Dirigente ai Beni Culturali –Musei e Biblioteche- della Provincia di Salerno Matilde Romito, la giornalista Erminia Pellecchia e lo stesso autore delle opere Mario Quadraroli.
A Enzo Esposito, mecenate della Galleria Mediterraneo un particolare ringraziamento per la sua squisita ospitalità amicizia e pazienza. Un grazie anche ai suoi più diretti collaboratori , Rodrigo, Lorenzo, e Vincenzo che mi sono sempre stati vicino e mi hanno coccolato e accolto come uno di loro.
A Mario Quadraroli un " In bocca al lupo..."
di massimo capodanno
Al mio posto subentra Mario Quadraroli con Gente di Positano architetto lombardo da anni impegnato in importanti mostre d’arte contemporanea nel polo museale della Provincia di Milano.
Gente di Positano è una mostra particolare che, proprio attraverso una selezione di ritratti di positanesi, di nascita e di adozione, visti attraverso un uomo del nord che a Positano è tornato dopo oltre vent’anni, ne rappresenta una parte –una piccolissima parte-, quelli con i quali Mario Quadraroli è venuto in contatto, sia direttamente sia ripercorrendo storie di artisti, i tanti che, soprattutto dal secolo scorso, hanno scelto questo lembo di terra per un giorno, un anno o tutta una vita.
Nel Catalogo che accompagna l´iniziativa, dopo la presentazione congiunta del Presidente della Provincia di Salerno Angelo Villani e dell´Assessore ai Beni e alla Attività Culturali Gaetano Arenare, scrivono il Sindaco di Positano Domenico Marrone, il Dirigente ai Beni Culturali –Musei e Biblioteche- della Provincia di Salerno Matilde Romito, la giornalista Erminia Pellecchia e lo stesso autore delle opere Mario Quadraroli.
A Enzo Esposito, mecenate della Galleria Mediterraneo un particolare ringraziamento per la sua squisita ospitalità amicizia e pazienza. Un grazie anche ai suoi più diretti collaboratori , Rodrigo, Lorenzo, e Vincenzo che mi sono sempre stati vicino e mi hanno coccolato e accolto come uno di loro.
A Mario Quadraroli un " In bocca al lupo..."
di massimo capodanno
domenica 8 giugno 2008
LA CLASSE NON E' ACQUA...
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