La rassegna è
organizzata dall'associazione Posidonia con il Patrocinio del Comune di
Positano e con Positanonews come mediapartner.
A discuterne con l'autrice, Suzana Glavaš,
poeta e docente Università "L'Orientale" con la teatralizzazione di
Andrea Fiorillo, modera Maria Rosaria Manzini.
Suzana Glavas " e Maria Roccasalva durante la presentazione
de " l'enigma del sarcofago" archivio 2014.
Vedi anche su
http://positanomylife.blogspot.it/2014/09/questa-sera-settembre-alle-ore-19.html
" Forte di un’ambientazione originale, se non
unica, il romanzo racconta la fine di un’era, quella della classicità, che si
spegne lentamente, cedendo il passo all’oscurità del Medioevo.
Sullo sfondo della Napoli bizantina, un
giovane e talentuoso rampollo di una nobile famiglia di giureconsulti, Malarico
dei Griffi, in arte Ricuccio, viene introdotto dal nonno, già consigliere della
famiglia dinastica dei Sergi, presso Atanasio II, duca e vescovo della città,
al fine di farlo desistere dalla sua passione per il teatro.
Costretto a fuggire a seguito di uno scontro
violento con il suo signore, a causa del rapimento di una bella longobarda di
cui è innamorato, Ricuccio e la sua Compagnia si troveranno catapultati nel
turbine della Storia.
Maria Roccasalva durante la presentazione de " l'enigma del sarcofago"
archivio 2014. Vedi anche su
http://positanomylife.blogspot.it/2014/09/questa-sera-settembre-alle-ore-19.html
Attraverso una rabberciata e variegatissima troupe di sedicenti attori e saltimbanchi dalle etnie più varie e dalle diverse fedi religiose – un greco, un siriano, un arabo, un ebreo, un sannita, un libico e una moltitudine di longobardi raccolti strada facendo – si dipanano le vicende della Compagnia dei Naufraghi; naufraghi, per l’appunto, nel cuore di un’Europa percorsa dalla violenza e dalla durezza della vita, in cui la lotta quotidiana per la sopravvivenza non conosce quartiere e il teatro è fieramente avversato dalla Chiesa.Tra viaggi, intrighi, battaglie, persecuzioni, minacce di roghi e incomprensioni di ogni genere, la vita dei Commedianti, stremati dalla fame e dal freddo e circondati dall’ignoranza degli spettatori, si rivela ben presto assai grama, e il tentativo di far vivere e circolare il teatro una catastrofe.
Scritto come la sceneggiatura di un film
d’avventura e intessuto di riflessioni pregnanti – come quelle sul conflitto
tra potere e libertà individuale – il romanzo è un continuo alternarsi di
situazioni ora tragiche ora comiche.
È l’arte del teatro che salta dalle piazze ai
palcoscenici e si insinua nella vita di tutti i giorni. Un libro che avvince e
cattura, trascinando il lettore in un tempo lontano, eppure, a ben vedere,
molto vicino ai giorni nostri."
Maria Roccasalva, napoletana, scultrice, ha svolto attività di critico d’arte per i quotidiani «l’Unità» e «Paese Sera». Come autrice ha pubblicato:
OGGI SABATO 20 nella Sala della Biblioteca di POSITANO
Maria Rosaria Manzini, l'attore Andrea Fiorillo,
Suzana Glavas e l' autrice Maria Roccasalva,
Andrea Fiorillo legge un brano dell' libro: "...Il ragazzo era orgoglioso di essere un cafone, un attore osceno e sboccato. E non aveva tutti i torti.
Gli Osci, popolo irriducibile e arcaico, erano stati insieme ai Sanniti strenui oppositori dei Romani all' epoca della Lega Italica, parlavano e scrivevano nella loro lingua. Il nonno gli aveva raccontato divertiti che il giogo delle Forche Caudine, sotto le quali essi costrinsero a passare i Romani per umiliarli, altro non era che una gola stretta che moltiplicava al prossimo l'eco del loro grido di guerra: Il pernacchio. Ma poiché alla fine vinsero i Romani, che erano privi del benché minimo senso dell'umorismo, da allora la parola "osceno" significò la trivialità per antonomasia. E cancellarono la lingua gloriosa degli Osci"
l'attore Andrea Fiorillo,
Suzana Glavas e l' autrice Maria Roccasalva.Dice l'autrice: "Sono le tematiche di oggi non è cambiato niente da allora , quando il Teatro era impossibile praticarlo. Aveva molti ostacoli e la Chiesa lo proibiva. ---Sta naufragando tutto e non solo NAPOLI....
Mi dice Fiorillo: " La grande capacità di raccontare una NAPOLI sconosciuta che riguarda i secoli dal VI al XII utilizzando un linguaggio che ancora oggi è insito nella NAPOLETANITA' CHE E' IL TEATRO"
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