Angelo Ciaravolo |
Nell' ambito della VIII Rassegna Letteraria DOMINA Positano curata da Angelo Ciaravolo venerdì 12 Luglio ore 18,30 sulla Terrazza Parlato, via Pasitea 232 verrà presentato il libro di Giovanna Mangiaracina: " La nuvola di Giada ".
La Terrazza di casa Parlato nel rione di Fornillo a Positano dove venerdì 12 luglio l'autrice presenterà al pubblico positaneese il suo ultimo lavoro.
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L’autrice, già conosciuta nel mondo della letteratura, ha proposto un libro che è “un atto d’amore verso tutte quelle persone della mia vita che non sono imprigionate nel passato, ma che continuano a vivere dentro di me”. Il libro, costruito senza una trama apparente unitaria, sulla scia degli sperimentalismi letterari dell’avanguardia del Novecento, tenta di mettere su carta il flusso di coscienza dell’autrice, cercando di tradurre la multidimensionalità del Sé di Giovanna, che lungi dall’essere il direttore d’orchestra del racconto, in molte pagine sembra essere un personaggio tra gli altri, confuso e indagato, come nelle pagine di Svevo. Così i personaggi, gli scenari, l’amata cagnolina Priscilla, la malattia del padre, la morte del fratello e delle sue amiche più care, riportano la protagonista stessa – Giovanna appunto- al centro di una solitudine mai chiusa in sé, ma semmai appartata, dalla quale può osservare quella nuvola nera che aleggia sulla sua vita come una condanna, trasformarsi in una nuvola di giada: attraversata da una nuova luce, la vita di Giovanna si trasforma in un colloquio continuo con il suo passato, il quale si confonde con il suo presente, così com’ella stessa si confonde tra i suoi personaggi, si veste di essi, ora è il fratello, ora l’amica, ora l’acqua, ora la notte, ora di nuovo lei stessa. In un continuo andirivieni di sguardi e di sensazioni, di carezze e di cazzotti, Giovanna testimonia appunto la vita, e il tentativo mai concluso, di venire a patti in qualche modo con essa.
Alla serata interverranno, il giornalista Angelo Ciaravolo, coordinatore, l'autrice, Nico Bizzarro esperto di arte contemporanea e i maestri di Musica Lorenzo Melchiorre alla chitarra e Antonio Pepe al contrabbasso. Anfitrione delle due serate il gallerista positanese Enzo Esposito del noto ristorante-galleria Mediterraneo & Arte e Vino
La serata verrà replicata a Praiano il giorno successivo sabato 13 luglio alle 18,30 nella Torre Assiola studio dell'artista avellinese Paolo Sandulli.
Suzanne Ruta, critica letteraria per: New York Times, Newsday, Bookforum, Womens Review of Books, Village Literary Supplement e altre riviste letterarie e autrice del romanzo La Repubblica di Wally (Einaudi 2012) le dedica queste parole......
Ultime recensioni.
Scrive Vincenzo Aiello:
" E’ un esordio che vale una vita quello
della 55enne scrittrice napoletana Giovanna Mangiaracina che con “La nuvola di
Giada (pagg. 108, euro 12.90; Albatros Il Filo)” con la tecnica del raggrumare
scrittura in flusso di coscienza, decide di fare i conti con un personaggio
femminile che ha attraversato la nuvola della depressione. L’ombra della vita –
che si fa io narrante - ci presenta una bambina che cerca colori nella mancanza
di autostima dei suoi genitori borghesi. Sono tempi di ideologie bevute, grandi
amicizie – soprattutto con la creativa Pia – e di corruzione pubblica
dilagante. Poi la malattia del padre, la sua morte: il sentirsi privata di un
lavoro che dia la gioia all’alzarsi la mattina, perché quella laurea in
psicologia a Roma non si è mai presa. La donna è sola, ma vuole il bene degli
altri: non vuole integrarsi con i drogati di falsa socialità. L’io narrante
della depressione ad un certo punto svanisce ed il personaggio femminile
diventa l'io narrante: la depressione è alle spalle, perché è alle spalle
l’inconsapevolezza ed il cuore dialoga lievemente con la mente. Non svanisce
però il desiderio che tutti stiano bene e la voglia di non essere egoisti. Ma
dopo un periodo che la memoria sembrava cancellata riprendono i sogni di Pia,
suicida, degli amori perduti, come dei periodi all’Università con Aldo
Carotenuto ed i ricordi della Puglia. L’io narrante femminile non sfugge più il
dolore e fai conti con la madre, sé stessa, gli altri. Ha imparato la pazienza
e la consapevolezza: una nuvola di Giada è sopra di lei."
Giovanna Mangiaracina, scrittrice, nata a Napoli nel 1957.
Ha lavorato nel cinema, in TV, ha pubblicato racconti. La Nuvola di Giada è il suo primo romanzo.
" Tre anni fa ho avuto il piacere di tradurre un suo
racconto in francese per la rivista Etoiles d’Encre di Montpellier. Il racconto breve, L’estate a Bari, narrava di
una bella giornata d’agosto in Puglia nel 2000: bagni di mare, feste popolari, pizzerie, corse in bici, condivise da tre amici
quarantenni. I due uomini si conoscono da molti anni, hanno forse qualche ambizione,
ma anche e più forti, grandi dubbi
sull’avvenire. La donna è assediata dal ricordo dei tanti
amici e coetanei divorziati, spariti,
suicidati.
Nella Nuvola di
Giada si riconosce la stessa voce intelligente, ironica, lirica a volte, della
narratrice di L’ Estate a Bari. Vive
completamente da sola, sembra essere una scelta, una disciplina monastica quasi
accettare “questa galera imposta da sette anni” con l’unica compagna, il cane Priscilla, sulla
montagna sopra Sorrento, il posto più bello del mondo, forse. Ma a che cosa serve
la bella bellezza mediterranea nella lotta di una donna moderna, giorno dopo
giorno, per liberarsi del “enorme
schiavitù della coscienza” ?
Solitudine anche nella scrittura, pochi riferimenti alla
biografia, al mondo esterno. Ci presenta, sì, in poche righe, i genitori:
il padre ingegnere che segue troppo distrattamente l’educazione della figlia
amata, poi muore giovane di una malattia degenerativa; la mamma vedova, donna decisa,
impaziente, che non capisce le scelte della figlia. Il testo prende la forma di una lunga
meditazione, a volte depressa, a volte euforica ma quasi sempre trascinante, intima, realista, un diario di veglia e di sonno,
di notti bianche e di mattine splendide e nel viaggio, one step forward, two
steps back, (un passo avanti e due indietro) verso l’armonia interiore, l’ accettazione di
sé e degli altri.
Risulta prima di tutto una coraggiosa difesa dei diritti
di una donna nubile, senza figli, senza lavoro, di essere riconosciuta, di
occupare un piccolo spazio, di respirare fra i viventi. Nell’ Italia
maschilista questa difesa di una donna sola, non è da poco. “Una donna da sola evoca fantasie
indicibili…di una libertà interiore che non è assolutamente concessa”
osserva l’autrice, tormentata “della
vergogna di non lavorare, di non essere riconosciuta, di non avere costruito
niente di niente.” E proprio una
lotta la sua, per sopravvivere.
“Se dovessi
descrivere la mia tristezza del non uscire di casa al mattino per andare al
lavoro, la potrei esprimere soltanto come suicidio. Non avrei altre parole per
rappresentare questo dolore.”
Questo passaggio colpisce fortemente: è di una tragica
attualità; ogni settimana la cronaca ci
fa conoscere persone che nella disperazione di non trovare un lavoro, di non
potere mantenere più la famiglia, muoiono –suicidi – della stessa vergogna. Non
avrei parole, dice Mangiaracina, ma non è vero.
È scrittrice, ha le parole e sono le parole la sua
salvezza. E come se scrivendo questa
bella meditazione che prosegue in real time di fronte a noi, che
l’autrice trova dentro di sé la forza e
la bontà di vivere.
Un vento soave buddista nutre questa pianta umana. Linguaggio ogni tanto astratto, ma per la maggiore parte con forti radici nella
vita reale, che ci fanno ricordare il famoso
koan Zen dove l’allievo inquieto chiede al maestro:
“Maestro, Maestro, ma come devo fare per trovare la sapienza?”
E il Maestro risponde tranquillo: “Hai fatto colazione stamattina?” “Sì, Maestro”
“Allora va’ e lava i piatti.”
E noi, laviamo i piatti con la scrittrice. Ci sono passaggi
di una semplicità bella e sorprendente,
quando dopo giorni agitati di nuvole, torna il sole e un paragrafo finisce:
“Buon giorno,
giorno…in un nuovo giorno.”
“Timida, insicura,
inconsapevole e soprattutto catastroficamente sincera” così si dipinge
l’autrice all’arrivo alla università a Roma come studentessa cresciuta nel Sud.
Trent’anni più tardi ha perduto la timidezza, la sincerità rimane… catastrofica?
Ma la catastrofe può servire a volte per liberarci delle menzogne
sociali come in questo romanzo onesto, coraggioso e sorprendente.
(maggio 2013)
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