venerdì 28 giugno 2019

Procaccioli torna in mostra a Positano

 
Dopo il successo dello scorso anno presso la Liquid Art System di Capri, Matteo Procaccioli torna in mostra con “Vestiges”, nella sede Liquid di Positano, in via dei Mulini 16, opening venerdì 28 giugno ore 19. 
 
 
  
Fotografie di grandi dimensioni, scelte per l’esposizione, raccontano i resti, le vestigia appunto, cioè delle tracce che la civiltà romana ha lasciato nel più straordinario sito archeologico del mondo, Pompei. 
A seguito dell'indagine "urbanistica" delle Microcities e la ricerca dell'impatto della scomparsa dell'homo faber in Structures, Matteo Procaccioli si interroga ora sul concetto di resti umani, nel senso di rimanenze e tracce, in un percorso espositivo che racconta la pienezza del vuoto e, con essa, l'arte della memoria. 
" Procaccioli indaga, anzi – stando all’etimo latino di vestigia – “investiga” un panorama che potremmo immaginare esausto, consunto dai miliardi di immagini prese dai turisti come souvenir e cartoline e selfie modificati con i filtri dello smartphone, e che invece riserva ancora scorci intatti, rappresentazioni, vergini” commenta il curatore della mostra Angelo Crespi.
“Di fatto le sue immagini dove non compare mai figura umana colgono, nel solco di uno stile ormai riconoscibile tra pittorialismo e precisionismo, le reliquie di pietra nella loro solitaria spaesatezza, che solo un colore a tratti lirico riesce a rendere meno distanti e algide. Il risultato di grande qualità offre allo spettatore la memoria dei fasti antichi nella solitudine spietata della contemporaneità, ma in una dimensione che non temiamo di definire “sacra”.
    

Matteo Procaccioli nasce a Jesi nel 1983. In seguito a una formazione artistica, da circa dieci anni, lavora con la fotografia. La sua ricerca, focalizzata sul tema del paesaggio urbano e non, si propone di cogliere il “tra”, il complesso momento di passaggio fra tradizione, storia e contemporaneità. Nei suoi lavori l’uomo è fisicamente assente, presente soltanto attraverso la testimonianza del suo passaggio nei vuoti sconfinati dei paesaggi silenziosi che li contraddistinguono. Non vi sono narrazioni, trame da scoprire, solo atmosfere dalle quali essere avvolti, coinvolti per essere trascinati all’interno dell’immagine. Nelle sue opere il tempo è sospeso, le diverse situazioni spaziali sono volutamente irriconoscibili, prive di riferimenti a situazioni precise. I suoi lavori nascono da un’elaborazione che coniuga tecniche tradizionali e innovative. La registrazione del reale è un punto di partenza obbligato per giungere all’opera finita, frutto di un cammino articolato, in cui l’artista opera fisicamente sulla matericità dell’immagine.  Procaccioli, con punti di osservazioni diversi, che vanno dalla ricerca di verticalità, con riprese dal basso di maestose skyline cittadine alle visioni di città, fotografate a volo di uccello nel loro contesto naturale, pone le basi per una riconsiderazione del rapporto tra le strutture, lo spazio e la natura, la cui assenza, come nel caso dell’uomo, è un eloquente rimando alla sua imprescindibile presenza.
    


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