mercoledì 21 settembre 2016

Chiesa di San Matteo – Via Monte ( di Floriana Cervero e Antonella Apuzzo)

                                        Un servizio realizzato con Floriana Cervero e Antonella Apuzzo
                                         dell' Associazione Positano Arte e Cultura


Nel cuore di una frenetica e sempre laboriosa Positano, adagiata su un insieme di casette bianche e colorate, e lungo una stretta scala che collega la parte alta alla parte bassa del paese, sorge la Chiesetta di San Matteo. Si insinua in quel fitto tessuto urbano che digrada dal rione Chiesa Nuova verso il Centro Storico di Positano che prende il nome di Via Monte. Si inserisce così armoniosamente tra le case del contesto edificato che si fa quasi fatica a riconoscerla, soprattutto per le sue piccole dimensioni e la semplicità della facciata esterna, priva di elementi decorativi, ad eccezione di una struttura ad arco posta al di sopra del timpano, dove è sistemata una campanella. Essa è costituita da un unico ambiente a pianta rettangolare «lunga 30 e larga 24 palmi (circa 3 m x 2,50) » come ricorda il canonico Errico Talamo nella sua “Monografia della Città di Positano”. Era cinta da una parte, dalle case di Canovacciolo (Cannavacciuolo) e dall’altra dalle case di Caldiero.

Com'era ieri
Non si conosce l'epoca della sua fondazione, ma è attestata come una delle chiese più antiche di Positano. La prima notizia risalirebbe al 1671, quando la chiesa era beneficio del vescovo di Lacedonia, Mons. Girolamo Campanile. All’interno vi si accede direttamente mediante l'unico ingresso centrale; le pareti sono di stucco, scandite da lesene composite ed archi ciechi sormontati dal cornicione su cui è impostata direttamente la copertura con volta a botte lunettata a sesto ribassato. Una Rosa dei Venti in stucco che emerge da un fondo color cotto maturo, posizionata al centro della volta, scandisce la simmetria delle forme poligonali a cui fanno capo gli altri stucchi della volta. L’ elemento decorativo floreale si ripete nei bassorilievi e negli angoli della volta. Le pareti sono ornate con stucchi a rilievo e lesene. Da una prima lettura delle forme architettoniche prevalenti si può dedurre che i lavori di restauro furono eseguiti dagli stessi artisti, decoratori e maestranze che operarono a Positano nello stesso periodo. Analoghi particolari emergono nei tre angeli in stucco simili a quelli posti nella navata centrale della Chiesa dell’Assunta e della Chiesa di Santa Margherita.

il drammatico stato attuale
Sul lato sinistro dell’ingresso, è murata un’acquasantiera in porfido rosso. Il pavimento in cotto e ceramica dei maestri napoletani fu realizzato nel 1797 per volere di Marcantonio Caldiero, come indica un pannello centrale: A divozione di Marcandonio (sic) Caldiero A.d. 1797. È decorato con motivi floreali rappresentanti la vite che ha un significato religioso intrinseco. Ad un secolo di distanza fu nuovamente restaurata come ricorda una seconda lapide: - A divozione di Giuseppe Massa ristaurata nel 1897.

Sulla parete fondale, a superficie piana, è situato l'unico altare, preconciliare, in stile barocco, sempre in stucco e terracotta con particolari simmetrici, dedicato all’Immacolata, il quale è di tutto sfornito, possiede un tabernacolo rivestito di lamine di fogli d’oro. La tela dell’altare raffigura la Madonna Immacolata e S. Matteo, circondati da una schiera di angeli. Sul capo della Vergine è posta una corona in bronzo a rilievo. La tela è ornata da una cornice in stucco rappresentante due angioletti in bassorilievo. Nella chiesetta era presente anche una pergamena con un brano del Vangelo dell’Evangelista Giovanni, racchiuso da una cornice in stucco a rilievo del XVIII secolo. La statua della Vergine che decorava la chiesa era esposta nell’Oratorio della Buona Morte e oggi risiede in parrocchia.
 
 La piccola sacrestia (anch'essa coperta a botte ribassata), che separa la chiesa dall'attiguo terrapieno a sinistra era già oscura e invasa dall’umido alla fine dell’800, quando fu interdetta insieme alla chiesa, purtroppo a causa alle notevoli infiltrazioni di acque piovane e dell’umidità. Il lungo stato di abbandono dell’edificio ha comportato ulteriori danni all’apparato decorativo: tutti i pregevoli stucchi si stanno sfaldando ed il pavimento è quasi del tutto sconnesso.
Nelle vicinanze della “prisca” chiesa di San Matteo, come racconta Talamo, fu rinvenuta una lastra marmorea che raffigurava un gruppo di suonatori di cornamuse che circondavano un uomo portante sulla testa una cesta con frutti. Era  due palmi di lunghezza e uno di larghezza. Oggi dovrebbe essere custodita a Napoli, presso il Museo Archeologico Nazionale.

 
Questo piccolo scrigno di tesori al giorno d’oggi non risulta visitabile perché bisognoso di restauri. Ognuno di noi, nel nostro piccolo, può aiutare a recuperare il patrimonio storico-archeologico del paese. Prendi l’arte e non metterla da parte!

P.S. "L'associazione Positano Arte e Cultura di Positano è impegnata dal 2010 a promuovere e valorizzare i beni culturali del nostro magnifico paese. Ognuno di noi puó farlo nel suo piccolo adottando un pezzetto di storia locale da tramandare alle generazioni future."


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