lunedì 2 maggio 2016

La stanza di Eva



Continuano le iniziative de La  stanza di Eva, associazione socio-culturale di Maiori che si propone di affrontare il tema della discriminazione verso le donne in tutti i suoi aspetti.

L’ultimo appuntamento si è tenuto domenica 1° Maggio, presso il Salone di palazzo Mezzacapo, nella giornata dedicata alla Festa del Lavoro, quindi dal forte valore simbolico.

Tema dell’incontro “Il lavoro dal punto di vista delle donne, ovvero le difficoltà/discriminazioni che le donne incontrano oggi nei diversi settori lavorativi”.

La serata, snella e sostanziosa come ormai ha abituato l’associazione nelle sue manifestazioni pubbliche, è stata presentata dalla presidente del sodalizio, Miriam Bella, che nella sua introduzione, ha ricordato che sono ancora tanti «gli ostacoli che la donna incontra ogni giorno, al di là della violenza fisica, che è un altro aspetto drammatico», citando, a mo’ di esempio, le difficoltà di trovare o conservare lavoro per le donne-madri, fenomeno della cui responsabilità la presidente non si sente di «addossare le colpe ai datori di lavoro, che scelgono di assumere “personale diverso”», ma piuttosto alla «Politica che dovrebbe impegnarsi per creare le condizioni, affinché una donna-madre possa andare a lavorare al pari di un uomo», e che le disuguaglianze e le discriminazioni sessiste passano anche per un diverso trattamento economico: «per fare un esempio, le donne, a parità di mansione, guadagnano in media il 15% in meno all’ora rispetto agli uomini».

L’evento è stato strutturato intorno alle testimonianze “anonime ma vere” di cinque donne, i cui racconti sono stati letti da quattro giovani attrici maioresi: Anna Capone, Claudia e Sara De Filippis e Annamaria Esposito: la donna che, pur essendo preparata e dotata di un ottimo curriculum, si vede preferire un uomo, non per i titoli, ma perché considerata “un soggetto a rischio” (maternità, ecc.); la donna corteggiata e ricercata dai colleghi, che, dal momento in cui dichiara di essere lesbica, viene d’improvviso dimenticata; la donna verso la quale il collega/superiore non sa rapportarsi se non in maniera “simpatica”, non riconoscendole adeguata dignità professionale; la donna avvocato cui il collega ha passato una causa rognosa e non le paga il dovuto “perché sei donna”.

Il clou della serata si è avuto con la testimonianza della Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato Elvira D’Amato, impegnata da anni nella lotta alla pedo-pornografia, che oltre a parlare della sua esperienza in un settore considerato comunemente per “uomini”, ha affrontato il tema più ampio del ruolo della donna nella nostra società.

Nel corso della manifestazione sono stati presentati anche due contributi video realizzati dalla vicepresidente de La stanza di Eva, Adele Filomena, il primo con una carrellata di volti di donne maioresi riprese nei loro luoghi di lavoro, l’altro consistente in interviste alle “donne di domani, alcune bambine che, con la loro spontaneità, parlano delle aspirazioni per quanto saranno grandi.

Fondamentali come sempre sono stati il supporto di Giancarlo Barela per la parte tecnica, e della giornalista Giovanna Dell’Isola che si è preoccupata dei rapporti con la stampa e l’informazione.

Molto folta anche in quest’occasione la partecipazione dei cittadini, che hanno affollato il salone e gli ambienti laterali.

Se un neo si deve cercare, questo può trovarsi nell’assenza totale di rappresentanti dell’amministrazione comunale, che pure ha patrocinato la serata.

 

 

 

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