Continuano le iniziative de La stanza di Eva, associazione socio-culturale
di Maiori che si propone di affrontare il tema della discriminazione verso le
donne in tutti i suoi aspetti.
L’ultimo appuntamento si è tenuto domenica 1° Maggio,
presso il Salone di palazzo Mezzacapo, nella giornata dedicata alla Festa del
Lavoro, quindi dal forte valore simbolico.
Tema dell’incontro “Il lavoro dal punto di vista delle
donne, ovvero le difficoltà/discriminazioni che le donne incontrano oggi nei
diversi settori lavorativi”.
La serata, snella e sostanziosa come ormai ha abituato
l’associazione nelle sue manifestazioni pubbliche, è stata presentata dalla
presidente del sodalizio, Miriam Bella, che nella sua introduzione, ha
ricordato che sono ancora tanti «gli ostacoli che la donna incontra ogni
giorno, al di là della violenza fisica, che è un altro aspetto drammatico»,
citando, a mo’ di esempio, le difficoltà di trovare o conservare lavoro per le donne-madri,
fenomeno della cui responsabilità la presidente non si sente di «addossare le
colpe ai datori di lavoro, che scelgono di assumere “personale diverso”», ma
piuttosto alla «Politica che dovrebbe impegnarsi per creare le condizioni,
affinché una donna-madre possa andare a lavorare al pari di un uomo», e che le
disuguaglianze e le discriminazioni sessiste passano anche per un diverso
trattamento economico: «per fare un esempio, le donne, a parità di mansione,
guadagnano in media il 15% in meno all’ora rispetto agli uomini».
L’evento è stato strutturato intorno alle
testimonianze “anonime ma vere” di cinque donne, i cui racconti sono stati
letti da quattro giovani attrici maioresi: Anna Capone, Claudia e Sara De
Filippis e Annamaria
Esposito: la donna che, pur essendo preparata e dotata di un ottimo curriculum,
si vede preferire un uomo, non per i titoli, ma perché considerata “un soggetto
a rischio” (maternità, ecc.); la donna corteggiata e ricercata dai colleghi,
che, dal momento in cui dichiara di essere lesbica, viene d’improvviso
dimenticata; la donna verso la quale il collega/superiore non sa rapportarsi se
non in maniera “simpatica”, non riconoscendole adeguata dignità professionale; la
donna avvocato cui il collega ha passato una causa rognosa e non le paga il
dovuto “perché sei donna”.
Il clou della serata si è avuto con la testimonianza
della Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato Elvira D’Amato, impegnata
da anni nella lotta alla pedo-pornografia, che oltre a parlare della sua
esperienza in un settore considerato comunemente per “uomini”, ha affrontato il
tema più ampio del ruolo della donna nella nostra società.
Nel corso della manifestazione sono stati presentati
anche due contributi video realizzati dalla vicepresidente de La stanza di Eva,
Adele Filomena, il primo con una carrellata di volti di donne maioresi riprese
nei loro luoghi di lavoro, l’altro consistente in interviste alle “donne di
domani, alcune bambine che, con la loro spontaneità, parlano delle aspirazioni
per quanto saranno grandi.
Fondamentali come sempre sono stati il supporto di
Giancarlo Barela per la parte tecnica, e della giornalista Giovanna Dell’Isola
che si è preoccupata dei rapporti con la stampa e l’informazione.
Molto folta anche in quest’occasione la partecipazione
dei cittadini, che hanno affollato il salone e gli ambienti laterali.
Se un neo si deve cercare, questo può trovarsi
nell’assenza totale di rappresentanti dell’amministrazione comunale, che pure
ha patrocinato la serata.
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