giovedì 18 febbraio 2010

I MURATTORI IL 21 A SCALA....


Con “Napoli proibita”, ispirata alla tv degli anni 50 e al teatro
classico napoletano, con intermezzi recitativi inediti, fatti perlopiù
da monologhi, la compagnia si propone di fornire in chiave fintamente
comica, una cruda visione di un mondo in cui la violenza si respira, la
si vive sopra la propria pelle e su quella della società, fino a
diventare l’unica realtà a cui omologarsi, con cui comunicare il
proprio bisogno di attenzioni, di affetto, di esistere.

È così che I Murattori, compagnia abusiva d'arte teatrale di Positano, (come amano
definirsi),
presentano il loro spettacolo, lasciando un che di sospeso.
Tutto è accennato, minimizzato, ma volutamente non spiegato,
addirittura si da una chiave di lettura quasi infantile dei
protagonisti, che si alternano sulla scena in una girandola di
situazioni al limite dell'assurdo.
I ragazzi, incontrati all'Hotel Pasitea di Positano, pur continuando a non entrare nello specifico
dello spettacolo, mi hanno detto che:

M: purtroppo la cronaca, ci ha
fatto più volte rendere conto che alla fine stavamo mettendo in scena
davvero la realtà più cruda, e che siamo stati nostro malgrado
profetici... ma credici ne avremmo fatto volentieri a meno.
D: Cosa
vorreste aggiungere a quello già detto e scritto nella vostra
presentazione?
M: Lo spettacolo, nella sua scarna scenografia, a volte
totalmente spoglia, è una chiara denuncia, allo squallore di una
piccola parte della società che se ignorata può inquinare e coinvolgere
anche quella sana ed operosa, fino a che le due si fondo e si confondo,
in modo indistinguibile.
Il nostro è un teatro NO, mi dice Gian Maria
Talamo regista e fondatore della compagnia.
Con questa definizione, non
solo dichiariamo una delle nostre influenze ed ispirazione, ( il Nò è
una forma di teatro giapponese, nda), ma giocando con il nome, diciamo
il nostro essere contro, a tutto questo.
D: quindi un teatro di
protesta?
M: a noi piace pensare che sia un teatro di pensiero critico,
di consapevolezza, qualcuno lo definisce teatro sociale, non amiamo
molto le definizioni, ma in questo caso diremmo che no è il termine
giusto.
D: ma non volete dire qualcosa in più sullo spettacolo? Sul
tema principale, di cosa si tratta?
M: assolutamente no! (risata
generale)... lo spettacolo è dedicato, a persone a noi care, pur se non
abbiamo avuto la fortuna di conoscerle, ma di questo ne parleremo il 28
(cm), alla chiusura della manifestazione, quando insieme alle altre
compagnie ci ritroveremo per festeggiare non solo il teatro, ma anche
questa iniziativa dei giovani di Scala, che speriamo abbia lunga
vita... grazie.

Grazie a voi
qualcosa di più aggiungo io:
I Murattori sono: Anna Fusco, Antonella Graziano, Gabriele Fusco, Giovanna Parlato,
Marta Strazzoso, Vincenzo Mascolo, Vito Fusco, Vito Mascolo.
Regia di Gian Maria Talamo, Aiuto regista e direttore della fotografia Massimo Capodanno,tutte al femminile sono le Scenografie di Laura Libera Lupo, e i Costumi di scena, fatti in collaborazione con Linomania, i Testi inediti sono di Francesco Buonocore, mentre a Lina Pollio è affidato il compito delle riprese, in collaborazione con Arkimedia Lab.Ed inoltre Salvatore Lucibello e Vito Amendola, per per l'editing ed il mastering delle voci, musiche, e degli effetti audio


Massimo e Francesca.




1 commento:

Anonimo ha detto...

Cari Max e Franci, innanzitutto grazie per l'articolo.
Ci siamo purtroppo dimenticati di citare le nostre colonne, nonchè amici, Salvatore Lucibello e Vito Amendola, per per l'editing ed il mastering delle voci, musiche, e degli effetti audio
a tutti voi grazie ancora