Lo storico positanese, Guido Sabella con Maria Rosaria Manzini, responsabile della Rassegna Letteraria " Serate d'Autore" ieri sera nella Pinacoteca civica di Positano durante la presentazione del libro "Operazione Valanga " .
Vedi i servizi su Sabella e il suo libro su http://positanomylife.blogspot.it e http://positanomylife.blogspot.it/search?q=Sabella
Continua mercoledì 24 agosto alle ore 20.30 presso la Pinacoteca
Civica di Positano, la 3°rassegna letteraria "Serate d'Autore" organizzata dall'Associazione Posidonia e
dell'Associazione Arte e cultura con il patrocinio del Comune di Positano e
dell'Azienda di soggiorno e turismo e con Positanonews come mediapartner.
Ingresso libero. Maria Rosaria Manzini
incontra lo storico positanese Giuseppe Sabella e il suo ultimo libro"
Operazione Valanga " settant'anni dopo edito da Europa Edizioni. In attesa
dell'evento l'ho abbiamo incontrato sulla spiaggia grande di Positano per una
breve intervista.
D. Chi
è Giuseppe Sabella?
R. Sono nato a Portici
(NA), ma sono positanese d'origine e d'adozione. Pur avendo seguito studi
economici, da sempre coltivo la passione per la storia. Ho approfondito, la
biologia marina, l'osservazione e la fotografia subacquea. Ho collaborato con
alcune riviste di mare e di nautica. Per l'editore Matonti di Salerno ed in
collaborazione con mio fratello Roberto, ho pubblicato: Positano, storia, natura, itinerari (1996) e La
Costiera Amalfitana(1999). Per le edizioni Kappa di Roma, ho pubblicato Nobis Clam: rendita delle posizioni e
posizioni di rendita. Il saggio è un'accurata diagnosi che traspone, nella
coerenza scientifica di un modello matematico, gli aspetti giuridici,
criminologici, macro e micro economici del malgoverno nazionale e fornisce
quella "diagnosi" utile alla " prognosi" degli avvenimenti
ancora in corso.
Sabella mostra il suo libro a don Giulio Caldiero e Ciro Bozza
D. Da
dove nasce l'idea e l'esigenza di scrivere questo saggio storico?
Nel 2013 il comune di
Maiori intese celebrare lo sbarco alleato del 1943, ricorrendone i
settant’anni, pertanto invitò un gruppo di storici ed appassionati di storia
locale ad illustrare con i loro interventi cosa accadde nei vari centri della
Costiera. Io fui tra costoro. Successivamente ho ampliato il lavoro,
approfondendo l’analisi dei documenti citati.
D. La
funzione di uno storico è relegata ad un'analisi a posteriori, come potrebbe
essere invece parte attiva della società attuale?
Lo storico è il
professionista della memoria critica. Il passato va investigato alla ricerca
delle ragioni che hanno influito sul presente, la cui comprensione ci aiuta per
una migliore consapevolezza di quale futuro perseguire.
Sabella ieri sera alla Pinacoteca civica di Positano durante la
presentazione del libro.
vedi anche i servizi precedenti su http://positanomylife.blogspot.it/search?q=Sabella
D. La tesi centrale di questo saggio è provare a chiarire
quell'anomalia italiana in base alla quale gli italiani sono individualmente
persone intelligenti, colte, laboriose e rispettose delle leggi, ma la nostra
classe dirigente ha, invece, una tradizione di stupidità, ignoranza, corruzione
e servilismo che la rende flessibile ai padroni di turno a dispetto del proprio
stesso interesse nazionale. Puoi spiegare da dove viene questa tesi?
Già Machiavelli e
Guicciardini avevano evidenziato che le signorie italiane del ‘500 erano
totalitarismi, solo talvolta, illuminati dalla cultura e dall’arte. Il
principio della “ragion di Stato” è un eufemismo ipocrita per giustificare ogni
sorta di bassezza condotta con i mezzi della politica, dove il signore rinascimentale
doveva destreggiarsi con la forza del “leone” e l’astuzia della “volpe”. Lo
stato liberale ribadirà questo concetto con l’espressione di “sacro egoismo” e,
pertanto, non va confuso con lo stato democratico. La prova evidente é che
nell’Italia del 1860 votava appena il 2% della popolazione. La tutela degli
interessi era limitata solo a coloro che avevano i mezzi per farsi valere,
tutti gli altri erano numeri da censire, ma non soggetti di diritto. La
democrazia, invece, nel perseguire gli interessi diffusi impone una diversa
moralità nelle scelte politiche. Non già il perseguimento del potere individuale
del signore, la cui persona s’incarna con lo stato (“Lo Stato sono io” – Luigi
XIV), ma è il bene del popolo sovrano che s’afferma attraverso il principio di
uguaglianza che, riconoscendo a tutti pari opportunità, s’incorpora nelle
politiche sociali che, tuttavia, non vanno confuse con il clientelismo
assistenziale espressione, come si sa, di una pessima politica. L’autoritarismo
non cerca il consenso, ma l’obbedienza generando, così, il servilismo. La
comprensione storica di questo nesso causale ci consente di prevenire fenomeni
di latente totalitarismo, soprattutto favorendo la coscienza critica nei
ragazzi, con una didattica che stimoli l’educazione civica con un apprendimento
ragionato e non mnemonico. In Italia, purtroppo, si è passati
dall’autoritarismo dello stato liberale al totalitarismo fascista, che ne ha
esasperato gli aspetti peggiori. Anche dopo la guerra, grazie al riciclaggio di
molti ex esponenti fascisti, la legislazione ordinaria ha sovente frenato l’applicazione
dei migliori principi della Costituzione del 1948. Ora, il rigurgito d’un
riformismo istituzionale, prono al servizio dei potentati finanziari
transoceanici, rischia di trascinare il nostro futuro sotto il tallone d’un fascismo
finanziario d’incommensurabile gravità.
D. Da storico come vedi lo scenario futuro?
Non tanto da studioso di
storia, ma di economia, dico che l’esasperazione neoliberista di questi ultimi
anni ha tolto libertà alle coscienze e dignità alla vita e gli scenari che si
prospettano non sono affatto esaltanti.
D. I
tuoi progetti futuri?
Con un amico abbiamo
messo a punto un programma gestionale di prevenzione del reato di riciclaggio,
del quale ho curato la parte matematica (Gestionflash: Antiricylcing).
Purtroppo, l’attuale governo ha modificato l’anno scorso la legge vanificando,
così, anche quel poco che si intendeva prevenire e reprimere. Il riciclaggio
serve ad occultare denari di provenienza illecita, investendoli in attività
site tipicamente nei paradisi fiscali dove, di solito, si concentra anche la
grande evasione fiscale, una parte della quale serve a corrompere la cattiva
politica. Ogni anno la corruzione costa agli italiani 60 miliardi di euro.
Magari ci fosse un governo seriamente intenzionato a farci risparmiare questo
balzello così subdolo ed iniquo! Infatti, se dividiamo 60 miliardi di euro per
i 60 milioni di italiani, scopriamo che su ciascuno di noi gravano mille euro
pro capite che, però, pesano molto di più sulle famiglie numerose ed a basso
reddito. La corruzione è, dunque, il peggiore dei tributi che un governo possa
imporre ai suoi cittadini, esso è il costo dei privilegi indebitamente
accordati ad una casta imbelle, corrotta ed inetta.
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Un lungo capitolo è dedicato alla vicenda del sommergibile
inglese che affondò durante l'ultima guerra due piroscafi e
con un siluro, diretto al convoglio, distrusse i faraglioni di Positano Mamma e figlio
Altre immagini scattate ieri sera nella Pinacoteca civica durante la presentazione del
libro " operazione valanga di G. Sabella
Matilde Romito, G. Sabella e Maria Rosaria Manzini
... sul capitolo dedicato alle vie del petrolio
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