Domenica 7 agosto, sul sagrato della Chiesa Madre verrà consegnato il Premio Annibale Ruccello a Mario Martone.
Mario Martone
la signora Ruccello con Mario Martone
Pina Ruccello, Mario Martone, Cecilia Donadio
Mario Martone, Cecilia Donadio e il sindaco Michele De Lucia
Domenica 7 luglio, con la premiazione di Martone,
si conclude la XIII edizione del Positano Teatro Festival ...
Ovviamente queste foto sono tutte d'archivio .....
IERI SERA nella piazzetta della Chiesa Nuova
Martone viene premiato
Dopo la premiazione l'ultimo spettacolo ... si conclude con un importante appuntamento col teatro di prosa
contemporaneo: l’attrice Galatea Ranzi (“La Grande Bellezza”) sarà
protagonista di:
FEDRA DIRITTO ALL ’AMORE testo originale di
Eva Cantarella
consulenza drammaturgia
e testi greci Marco Avogadro
musiche Andrea Nicolini, luci
Liliana Iadeluca
editor video ed immagini Angela
Di Tomaso, creazione oggetti di scena Paola Ratto la canzone finale è di Carmen Consoli per la regia e immagini
Consuelo Barilari
Lo spettacolo “Fedra Diritto all’amore” è una
produzione del Festival dell’Eccellenza al Femminile – Compagnia Schegge del
Mediterraneo con la regia di Consuelo Basilari e il testo originale
di Eva Cantarella scritto appositamente per l’edizione 2013 del Festival
dell’Eccellenza al Femminile di Genova. A interpretare il ruolo di Fedra è la
straordinaria Galatea Ranzi (Premio Ubu e Premio Eleonora Duse).
“La Nuova Fedra nella trasfigurazione della morte diventa simbolo della
libertà e paladina del Diritto universale all’Amore. Ella nasce dal
cambiamento, ovvero dalle ceneri della Fedra prigioniera della classicità. Il
risultato è un’operazione molto attuale. Nel tentativo di visualizzare
emotivamente l’interiorità dell’eroina tragica di Euripide, si raccolgono i
retaggi della più moderna visione poetica della classicità. La tecnica delle
proiezioni e del multimediale supporta la drammaturgia del testo classico con
un nuovo livello di linguaggio che si intreccia e si compenetra con la parola.”
(Consuelo Barilari)
“Fedra è la moglie in seconde nozze di Teseo, reggente di Atene, che, in
prime nozze ,ha avuto un figlio, Ippolito. Il giovane, che vive lontano dalla
famiglia, quando ritorna a casa richiamato dal padre, incontra per la prima
volta la matrigna, scatenando in lei una violenta passione. L’amore per
Ippolito, bellissimo, giovane e “selvaggio” nella sua caparbietà e passione per
la vita, travolge Fedra fino al suicidio e porta il giovane alla morte. […] figure
solo a metà conosciute, per metà sempre straniere, significati afferrati solo
un istante, e presto svaniti […]. Ma in chi legge risuona d’un tratto un tempo
diverso, un timbro cultuale e religioso, attraverso cui affiora la memoria di
un simbolismo già antico quando venne raccolto dal poeta tragico.
Galatea Ranzi è l’interprete di Fedra “la luminosa”
(questo è il significato del nome), la nuova Fedra, consapevole anche se
tormentata, ribelle e determinata nella trasgressione, pronta a sfidare nella
ricerca della libertà la condanna morale della famiglia e della società, capace
di rompere gli schemi e l'ordine della cultura patriarcale antica. Non c'è
predestinazione divina né maledizione genetica in questa nuova Fedra; passione
e intelligenza la spingono a trasgredire; il cambiamento è l'esigenza a cui lei
risponde con il proprio istinto: bellissima e misteriosa, amata e rispettata,
Fedra muore suicidandosi con il veleno, e in questo modo rivendica la libertà
di amare e diventa paladina dei diritti e della libertà della donne.
La scrittura qui si fonde con una messa in scena
moderna e multimediale che fa riferimento visivo all’atmosfera “noir” del
cinema di A. Hitchcock. Qui l’eroina di Euripide è posta in una “altra”
dimensione che si ispira al glamour degli anni sessanta. La messa in scena
gioca drammaturgicamente sull’impatto e il coinvolgimento emotivo attraverso la
costruzione del processo d’identificazione dello spettatore, con l’uso delle
proiezioni video, graphic emotion e cinematografiche che inducono i meccanismi
della suspense, esaltando la forza drammatica e misteriosa della vicenda umana
di Fedra. Lo spettacolo si ispira agli scenari del film Phedra che Jules
Dassin, negli anni ’50 assistente alla regia dello stesso Hitchcoock, girò nel
1961 con l’attrice Melina Mercuri, e Anthony Perkins nel ruolo di Ippolito.
Lo spettacolo rompe lo schema temporale della storia
che tutti conosciamo; la scena si apre quando il fatto è già avvenuto proprio
con l’elaborazione di una sequenza cinematografica presa dal film di Dassin:
l’incidente di macchina in cui Ippolito muore scomparendo tra i flutti del mare
“.
L' ingresso e gratuito – per Info e prenotazioni tel.al : 089.8122535 (9,30-12,30)
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