domenica 21 agosto 2016

SABELLA presenta " Operazione Valanga " 3


Continua mercoledì 24 agosto alle ore 20.30 presso la Pinacoteca Civica di Positano, la 3°rassegna letteraria "Serate d'Autore" organizzata dall'Associazione Posidonia e dell'Associazione Arte e cultura con il patrocinio del Comune di Positano e dell'Azienda di soggiorno e turismo e con Positanonews come mediapartner. Ingresso libero. Maria Rosaria Manzini incontra lo storico positanese Giuseppe Sabella e il suo ultimo libro" Operazione Valanga " settant'anni dopo edito da Europa Edizioni. In attesa dell'evento l'ho abbiamo incontrato sulla spiaggia grande di Positano per una breve intervista.


 
D. Chi è Giuseppe Sabella?
R. Sono nato a Portici (NA), ma sono positanese d'origine e d'adozione. Pur avendo seguito studi economici, da sempre coltivo la passione per la storia. Ho approfondito, la biologia marina, l'osservazione e la fotografia subacquea. Ho collaborato con alcune riviste di mare e di nautica. Per l'editore Matonti di Salerno ed in collaborazione con mio fratello Roberto, ho pubblicato: Positano, storia, natura, itinerari (1996)  e La Costiera Amalfitana(1999). Per le edizioni Kappa di Roma, ho pubblicato Nobis Clam: rendita delle posizioni e posizioni di rendita. Il saggio è un'accurata diagnosi che traspone, nella coerenza scientifica di un modello matematico, gli aspetti giuridici, criminologici, macro e micro economici del malgoverno nazionale e fornisce quella "diagnosi" utile alla " prognosi" degli avvenimenti ancora in corso.
                                 Sabella mostra il suo libro a don Giulio Caldiero e Ciro Bozza  
D. Da dove nasce l'idea e l'esigenza di scrivere questo saggio storico?
Nel 2013 il comune di Maiori intese celebrare lo sbarco alleato del 1943, ricorrendone i settant’anni, pertanto invitò un gruppo di storici ed appassionati di storia locale ad illustrare con i loro interventi cosa accadde nei vari centri della Costiera. Io fui tra costoro. Successivamente ho ampliato il lavoro, approfondendo l’analisi dei documenti citati.
D. La funzione di uno storico è relegata ad un'analisi a posteriori, come potrebbe essere invece parte attiva della società attuale?
Lo storico è il professionista della memoria critica. Il passato va investigato alla ricerca delle ragioni che hanno influito sul presente, la cui comprensione ci aiuta per una migliore consapevolezza di quale futuro perseguire.  
D. La tesi centrale di questo saggio è provare a chiarire quell'anomalia italiana in base alla quale gli italiani sono individualmente persone intelligenti, colte, laboriose e rispettose delle leggi, ma la nostra classe dirigente ha, invece, una tradizione di stupidità, ignoranza, corruzione e servilismo che la rende flessibile ai padroni di turno a dispetto del proprio stesso interesse nazionale.  Puoi spiegare da dove viene questa tesi?
Già Machiavelli e Guicciardini avevano evidenziato che le signorie italiane del ‘500 erano totalitarismi, solo talvolta, illuminati dalla cultura e dall’arte. Il principio della “ragion di Stato” è un eufemismo ipocrita per giustificare ogni sorta di bassezza condotta con i mezzi della politica, dove il signore rinascimentale doveva destreggiarsi con la forza del “leone” e l’astuzia della “volpe”. Lo stato liberale ribadirà questo concetto con l’espressione di “sacro egoismo” e, pertanto, non va confuso con lo stato democratico. La prova evidente é che nell’Italia del 1860 votava appena il 2% della popolazione. La tutela degli interessi era limitata solo a coloro che avevano i mezzi per farsi valere, tutti gli altri erano numeri da censire, ma non soggetti di diritto. La democrazia, invece, nel perseguire gli interessi diffusi impone una diversa moralità nelle scelte politiche. Non già il perseguimento del potere individuale del signore, la cui persona s’incarna con lo stato (“Lo Stato sono io” – Luigi XIV), ma è il bene del popolo sovrano che s’afferma attraverso il principio di uguaglianza che, riconoscendo a tutti pari opportunità, s’incorpora nelle politiche sociali che, tuttavia, non vanno confuse con il clientelismo assistenziale espressione, come si sa, di una pessima politica. L’autoritarismo non cerca il consenso, ma l’obbedienza generando, così, il servilismo. La comprensione storica di questo nesso causale ci consente di prevenire fenomeni di latente totalitarismo, soprattutto favorendo la coscienza critica nei ragazzi, con una didattica che stimoli l’educazione civica con un apprendimento ragionato e non mnemonico. In Italia, purtroppo, si è passati dall’autoritarismo dello stato liberale al totalitarismo fascista, che ne ha esasperato gli aspetti peggiori. Anche dopo la guerra, grazie al riciclaggio di molti ex esponenti fascisti, la legislazione ordinaria ha sovente frenato l’applicazione dei migliori principi della Costituzione del 1948. Ora, il rigurgito d’un riformismo istituzionale, prono al servizio dei potentati finanziari transoceanici, rischia di trascinare il nostro futuro sotto il tallone d’un fascismo finanziario d’incommensurabile  gravità.  
D. Da  storico come vedi lo scenario futuro?
Non tanto da studioso di storia, ma di economia, dico che l’esasperazione neoliberista di questi ultimi anni ha tolto libertà alle coscienze e dignità alla vita e gli scenari che si prospettano non sono affatto esaltanti.
D. I tuoi  progetti futuri?
Con un amico abbiamo messo a punto un programma gestionale di prevenzione del reato di riciclaggio, del quale ho curato la parte matematica (Gestionflash: Antiricylcing). Purtroppo, l’attuale governo ha modificato l’anno scorso la legge vanificando, così, anche quel poco che si intendeva prevenire e reprimere. Il riciclaggio serve ad occultare denari di provenienza illecita, investendoli in attività site tipicamente nei paradisi fiscali dove, di solito, si concentra anche la grande evasione fiscale, una parte della quale serve a corrompere la cattiva politica. Ogni anno la corruzione costa agli italiani 60 miliardi di euro. Magari ci fosse un governo seriamente intenzionato a farci risparmiare questo balzello così subdolo ed iniquo! Infatti, se dividiamo 60 miliardi di euro per i 60 milioni di italiani, scopriamo che su ciascuno di noi gravano mille euro pro capite che, però, pesano molto di più sulle famiglie numerose ed a basso reddito. La corruzione è, dunque, il peggiore dei tributi che un governo possa imporre ai suoi cittadini, esso è il costo dei privilegi indebitamente accordati ad una casta imbelle, corrotta ed inetta.
altre foto
 
Un lungo capitolo è dedicato alla vicenda del sommergibile
inglese che affondò durante l'ultima guerra due piroscafi e
con un siluro, diretto al convoglio, distrusse i faraglioni di Positano Mamma e figlio
 
 
 
 

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