Bisogna
avere una vena di lucida follia per aver osato
realizzare quella grandiosa opera pubblica qual è la “piazza dei racconti”;
qualsiasi Amministratore pubblico, qualsiasi cittadino o anche qualsiasi
professionista, pur affezionati e innamorati di Positano, sarebbero stati
atterriti solo a pensarla. Ma questa Amministrazione Comunale e questo Sindaco,
con tanto coraggio, senza farsi scoraggiare dai tanti problemi burocratici
iniziali che avrebbero disincentivato chiunque hanno continuato, senza pensare alle difficoltà
successive lo avrebbero definitivamente bloccato: i molti vincoli che si
sovrappongono su quell’area limitando a tutti gli spazi d’azione, le infinite
competenze dei vari Enti che, in un modo o nell’altro, sul posto hanno
responsabilità di vario genere, i tempi che sono spesso eterni o peggio incerti
e non programmabili sono solo alcuni dei problemi.
Bisogna
essere stati un po’ dei pazzi razionali per osare
presentare un progetto architettonico per la realizzazione della nuova Piazza
per di più sopra a un depuratore ma ancor più pazzi a cercare un finanziamento
che ne coprisse le spese e si parla di
cifre importanti, perché gli spazi sono
molto ampi e le costruzioni assai articolate.
Prof. Arch. Cesare Feiffer
Ma
questi pazzi e questi folli hanno ….osato
e osare non è da tutti, così oggi la
Piazza è in fase di completamento ed entro pochi mesi Positano avrà un
auditorium con 300 posti a sedere, uno spazio scoperto di 1060metri quadri, un
belvedere di 180metri quadrati, un viale monumentale d’accesso di circa130 metri,
oltre a spazi di servizio per più di 100 metri quadri. Ma di tutto questo ne
daremo dettagliate informazione nei prossimi mesi spiegando il tipo di
costruzione, le particolari modalità operative e i tempi di lavoro che solo
abili maestranze condotte da bravi imprenditori potevano osar fare. Solo un
esempio che può rendere l’idea: in totale sono stati impiegati 90.000
chilogrammi di ferro e 800 metri cubi di calcestruzzo e qualche giorno prima di
ferragosto, nella Positano affollata di turisti sudati, sono transitate 13
autobotti di calcestruzzo per realizzare travi e pilastri.
Ciò
di cui vorrei parlare brevemente non è la straordinaria capacità di tutti i
soggetti coinvolti dall’ultimo manovale al primo cittadino ma è del concorso di
idee che è stato bandito per dare un nome alla Piazza e nel quale sono stato
coinvolto quale membro della commissione giudicatrice. A tre soggetti va il mio
riconoscimento e il mio ringraziamento.
Il
primo ai ragazzi allievi della Scuola Media che, sempre in seconda fila ad
ascoltare, questa volta sono passati in prima fila diventando protagonisti di
una competizione che ha mostrato lavori di altissima qualità artistica, di
profondo pensiero e di alta capacità di sintesi. Bravissimi i ragazzi perché
non solo hanno cercato un nome che si collegasse a alla realtà storica e culturale
del luogo, alle tradizioni e alla storia recente ma hanno anche figurato il
nome con un disegno; rappresentare un’idea astratta è difficile ma lo è ancor
di più dare forma figurata a un nome.
Un
passaggio particolarmente difficile per
i ragazzi è stato quello di riassumere in poche righe, che poi avessero
riscontro con il loro disegno, il proprio pensiero e le motivazioni che erano
l’origine della creazione artistica. Grazie perché questa serie di pensieri ci
ha arricchito tutti.
Il
secondo soggetto al quale vorrei rivolgere un ringraziamento è formato dagli
appassionati insegnanti delle Scuole medie che sono stati molto professionali
nell'educare e formare i loro allievi per un concorso così importante. Sono
stati tutti bravi questi insegnanti perché hanno condotto per mano un centinaio
di studenti nella formativa esperienza di cercare di dare un nome a un luogo
innominato della propria città. Hanno dimostrato sensibilità, cultura, fantasia
e quel pizzico di creatività che è doveroso instillare ai giovani in queste
occasioni. Inoltre hanno trasmesso passione per la storia e la tradizione
locale, entusiasmo per la creazione artistica, hanno stimolato l’amore per la
propria città e fatto crescere il senso civico; sono tutti elementi
importanti che speriamo i ragazzi portino con se negli anni futuri.
Il
terzo va alla sponsorizzazione del Gruppo Caccavale senza la quale questo
concorso non avrebbe potuto essere realizzato. In questi anni di crisi edilizia
che quasi sempre ha trasformato gli operatori del settore in aridi esecutori,
trovare un soggetto sensibile ai valori della formazione dei giovani, alla
cultura e alla creazione artistica è assai raro. Inoltre mettere a disposizione
delle risorse per riflettere, per creare e per competere lealmente tra colleghi
è sforzo che travalica a mio avviso il dato meramente economico e porta
nuovamente l’uomo, in questo caso i giovani, e l'etica al centro dei propri
interessi.
Ho
pensato fosse importante rilevare il ruolo che hanno avuto questi tre soggetti
perchè fra non molto, quando la “piazza dei racconti” inizierà ad ospitare gli
eventi e le manifestazioni, questi
saranno sovrastati dai turisti vocianti che, com’è giusto, prenderanno il
sopravvento stendendo l’oblio su chi alla Piazza ha dato il meglio di se. In quel prossimo futuro, quando la piazza
diventerà parte della città viva, si dimenticheranno anche coloro che hanno
osato e che hanno dimostrato, come diceva Seneca, che “ non è perché le cose
sono difficili che noi non osiamo, è
perché non osiamo che sono difficili”.
Il direttore dei lavori della Piazza dei racconti e membro della
commissione di concorso
Prof. Arch. Cesare Feiffer
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