Affermare
che le quote rosa sono un diritto di cui dovrebbe fregiarsi un paese civile è
una pleonastica quanto pericolosa manovra, che intende sviluppare i suoi
effetti con un ricatto di imbonimento di genere. L’uomo, preso come animale
abitante la terra, dovrebbe essere scelto in virtù delle sue capacità e
potenzialità. Il voler concedere il diritto alle donne, a mò di concessione compassionevole,
mostra la volontà di indebolire la capacità decisionale di coloro che ne
beneficiano. La semplicità del pensiero tutto maschile, che da dietro le quinte
muove tali scelte, conferma la consapevolezza della superiorità femminile nella
gestione delle diverse problematiche, che quotidianamente affronta senza che le
sia concesso questo diritto. La natura mostra le differenze e le unicità e
l’uomo cerca di codificare , in assenza di comprensione, per mancanza
d’osservazione, attuando una compressione. mi scrive Monica B.
"La presenza femminile dovrebbe essere un diritto acquisito e conclamato, una naturale situazione e non una regola imposta perché normalmente disattesa (chissà cosa cosa ne pensano in Norvegia dove la civiltà è una conquista naturale...) " - Mi scrive Giovanna M.
Da Adele C. "
Da Adele C. "
non mi piace questa faccenda,
perché chiedere le quote rosa e non quelle per i senza tetto, per dire? Non
meriterebbero anche loro di entrare in Parlamento, godere del diritto
inalienabile e sancito per legge di un posto in lista? tutti sono uguali
davanti alla legge no ?
Da AdeleF.
Già solo il fatto che esistano
le "quote rosa" fa presupporre che non ci sia ancora parità di sessi..Poi
l' espressione è orribile, ci accumula alle specie protette , e da il senso e la
misura di come, per fronteggiare la scelta preferenziale dei maschietti per
certi ruoli , si debba ricorrere ad imporre una quota femminile a prescidere
dal merito (se non si trova umiliante questo!)
Angelica; " Le quote rosa sono di certo un interessante spunto giornalistico, ma piuttosto vogliamo parlare del vero problema, cioè che nel prossimo parlamento entrerà ancora una volta un esercito di nominati e non di persone scelte dai cittadini? Se non cambia prima la legge elettorale dubito che in Italia le donne entreranno e potranno fare la differenza al governo del paese. Trovo anche molto umiliante già il solo fatto di dover andare in parlamento per approvare una legge sulla presenza delle donne, quando ciò dovrebbe accadere naturalmente. Resto comunque convinta che le donne sapranno farsi strada con e senza quote rosa, con la forza e la tenacia che sempre ci contraddistingue."
Angelica; " Le quote rosa sono di certo un interessante spunto giornalistico, ma piuttosto vogliamo parlare del vero problema, cioè che nel prossimo parlamento entrerà ancora una volta un esercito di nominati e non di persone scelte dai cittadini? Se non cambia prima la legge elettorale dubito che in Italia le donne entreranno e potranno fare la differenza al governo del paese. Trovo anche molto umiliante già il solo fatto di dover andare in parlamento per approvare una legge sulla presenza delle donne, quando ciò dovrebbe accadere naturalmente. Resto comunque convinta che le donne sapranno farsi strada con e senza quote rosa, con la forza e la tenacia che sempre ci contraddistingue."
scrive Francesca Palazzo: Le c.d. "quote rosa" sono state ideate per garantire un'adeguata rappresentanza di donne nelle istituzioni, nelle amministrazioni. Non ne ho la certezza ma ritengo che siano stati degli uomini ad avere questa bella idea. Gli uomini che le hanno ideate sono stati generati, allevati e cresciuti da donne che, in massima parte, hanno trascorso la loro vita dedicandola alla loro famiglia, a quel primo, fondamentale nucleo di società senza la quale nessuno di noi sarebbe qui.
Molte si sono divise tra l'accudimento del marito e dei figli ed altre attività, insegnamento, artigianato, commercio, alle
quali si sono dedicate con lo stesso impegno, la stessa passione, lo stesso amore, la stessa abnegazione che hanno messo nel tenere acceso il fuoco nelle loro case. Perchè le donne da sempre sanno dove bisogna effettuare i tagli, dove bisogna investire e soprattutto sanno sacrificarsi per il bene comune, sanno che non si può avere tutto e subito e che a volte l'orgoglio, la consapevolezza di sè stesse e del proprio valore, bisogna metterlo da parte se si vuole costruire qualcosa. Queste donne, così impegnate, non potendo occuparsi di tutto, hanno pensato bene di delegare il giocattolo "politica" agli uomini, credendo che non avrebbero potuto combinare troppi danni. Ma alla politica è seguito il potere e la necessità di mantenere quel potere.
E gli uomini, invece di guardare nelle loro case per imparare come si porta avanti una società, bastava solo girarsi un attimo !, hanno cominciato a fare distinzioni, a creare limitazioni, e pensare che tu potevi fare parte del gruppo di potere, del LORO gruppo, perchè eri bianco, perchè avevi fatto l'università, perchè eri cattolico, perchè eri eterosessuale, perchè i tuoi genitori facevano parte di quell'ambiente, di quella classe sociale e di quel partito e di quella zona geografica. Qualcuno penserà "ecco la solita femminista". Non è così. Non ho nè l'età nè il vissuto per esserlo.
Io guardo alla persona, alle idee, alla voglia di impegnarsi e di confrontarsi in un progetto.
Ma purtroppo intorno a me ho sempre visto uomini passati dalle sottane delle madri a quelle delle mogli, pochissimi uomini disposti a mettersi in gioco, a confrontarsi da pari a pari, a non autolimitarsi nel ruolo della presunta Superiorità o nel ruolo di povere Vittime di donne-arpie, ed a questi uomini va tutta la mia stima ed ammirazione ed incoraggiamento perchè, a parere mio, oggi è più difficile essere Uomini che Donne.
E' di questo che, secondo me, avremmo bisogno adesso: di una vera, assoluta e totale parità, nella poltica come nella vita di tutti i giorni, di non fare alcuna distinzione nè porci alcuna limitazione. Di non farci condizionare dal nostro sesso, dal credere o meno in qualche religione ed in quale, dai gusti sessuali, dalla fede politica, dalla classe sociale, dal lavoro svolto o no, dalla ricchezza o dalla povertà, dal colore della pelle, dall'essere nipoti o sorelle o amanti di questo o di quello.
Avremmo bisogno SOLO di esseri umani che ragionano, esseri umani che hanno voglia di fare, di lavorare, di impegnarsi, di sacrificarsi per un bene comune, la nostra vita su questo pianeta.
Se le donne non avessero delegato l'esercizio della politica, forse, e scrivo forse ma ne sono certa, oggi non saremmo al punto in cui siamo. E non ci servirebbero le quote rosa per far sedere in parlamento la Carfagna o la Gelmini e per far decidere delle nostre vite la Binetti o la Bindi.
Ecco perchè odio le "quote rosa".
Molte si sono divise tra l'accudimento del marito e dei figli ed altre attività, insegnamento, artigianato, commercio, alle
quali si sono dedicate con lo stesso impegno, la stessa passione, lo stesso amore, la stessa abnegazione che hanno messo nel tenere acceso il fuoco nelle loro case. Perchè le donne da sempre sanno dove bisogna effettuare i tagli, dove bisogna investire e soprattutto sanno sacrificarsi per il bene comune, sanno che non si può avere tutto e subito e che a volte l'orgoglio, la consapevolezza di sè stesse e del proprio valore, bisogna metterlo da parte se si vuole costruire qualcosa. Queste donne, così impegnate, non potendo occuparsi di tutto, hanno pensato bene di delegare il giocattolo "politica" agli uomini, credendo che non avrebbero potuto combinare troppi danni. Ma alla politica è seguito il potere e la necessità di mantenere quel potere.
E gli uomini, invece di guardare nelle loro case per imparare come si porta avanti una società, bastava solo girarsi un attimo !, hanno cominciato a fare distinzioni, a creare limitazioni, e pensare che tu potevi fare parte del gruppo di potere, del LORO gruppo, perchè eri bianco, perchè avevi fatto l'università, perchè eri cattolico, perchè eri eterosessuale, perchè i tuoi genitori facevano parte di quell'ambiente, di quella classe sociale e di quel partito e di quella zona geografica. Qualcuno penserà "ecco la solita femminista". Non è così. Non ho nè l'età nè il vissuto per esserlo.
Io guardo alla persona, alle idee, alla voglia di impegnarsi e di confrontarsi in un progetto.
Ma purtroppo intorno a me ho sempre visto uomini passati dalle sottane delle madri a quelle delle mogli, pochissimi uomini disposti a mettersi in gioco, a confrontarsi da pari a pari, a non autolimitarsi nel ruolo della presunta Superiorità o nel ruolo di povere Vittime di donne-arpie, ed a questi uomini va tutta la mia stima ed ammirazione ed incoraggiamento perchè, a parere mio, oggi è più difficile essere Uomini che Donne.
E' di questo che, secondo me, avremmo bisogno adesso: di una vera, assoluta e totale parità, nella poltica come nella vita di tutti i giorni, di non fare alcuna distinzione nè porci alcuna limitazione. Di non farci condizionare dal nostro sesso, dal credere o meno in qualche religione ed in quale, dai gusti sessuali, dalla fede politica, dalla classe sociale, dal lavoro svolto o no, dalla ricchezza o dalla povertà, dal colore della pelle, dall'essere nipoti o sorelle o amanti di questo o di quello.
Avremmo bisogno SOLO di esseri umani che ragionano, esseri umani che hanno voglia di fare, di lavorare, di impegnarsi, di sacrificarsi per un bene comune, la nostra vita su questo pianeta.
Se le donne non avessero delegato l'esercizio della politica, forse, e scrivo forse ma ne sono certa, oggi non saremmo al punto in cui siamo. E non ci servirebbero le quote rosa per far sedere in parlamento la Carfagna o la Gelmini e per far decidere delle nostre vite la Binetti o la Bindi.
Ecco perchè odio le "quote rosa".
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