martedì 6 novembre 2012

UNA SECONDA VITA DA STEWARD



di Chiara Baistrocchimx capodanno --
vietata la riproduzione anche parziale del servizio

Ieri sono stata per circa sette ore ‘steward’ allo stadio San Paolo. Beh ora vi starete chiedendo da dove possa mai sorgere l’idea di intraprendere un simile percorso e a dire il vero non ho una risposta pronta a tutto ciò.

Diciamo che è iniziato tutto da quando sono andata a vedere una partita con mio padre circa un mese e mezzo fa (Napoli – Parma). In più, mi sento in dovere di citare anche Luca, mio amico, che mi ha spianato il terreno verso questa insolita carriera e mi ha parlato di questo lavoro con toni a dir pochi entusiasmanti e ha pian piano alimentato in me questa curiosità insaziabile. Mi ha anche suggerito una società di security, quella con la quale lui ha il contratto lavorativo, in modo tale da garantirmi il posto; è bastato un corso di preparazione della durata di cinque giorni, seguito da un esame finale che rilascia anche un attestato utilizzabile, d’altronde, in altri contesti.
Non ho potuto fare a meno di notare la quantità innumerevole di ragazzi lì impiegati, per assicurare per quanto più possibile, una regolare e sana sopravvivenza. Insomma, provvedere al fatto che nessuno rischi la sua vita in un qualsiasi modo: che non avvengano catastrofiche risse che coinvolgano più di un terzo dei tifosi, che non introducano oggetti destinati ad un’eventuale aggressione, e via dicendo.. insomma tentare di mantenere un rispetto dell’ambiente e degli altri e un livello di caos che entri nei limiti. Ovviamente tutto ciò è molto raro che avvenga!
Non ho mai provato una simile passione per il calcio, o comunque per la mia squadra, nel senso che sono sempre stata vicina al Napoli e affezionata ad una squadra che in fondo è l’emblema della mia città, di una fede che racchiude milioni e milioni di cittadini.. ma lo stadio, lo stadio è..INDESCRIVIBILE. E’ caotico, esilarante, rumoroso, ha i suoi distinguibili aromi diffusi all’interno, i vocioni di massa che rimbombano tra i settori ecc..

Ieri è stato MERAVIGLIOSO. Ok, ora vi spiegherò tutto. E’ un lavoro, e un lavoro anche piuttosto impegnativo, al di là del divertimento. Cioè, non pensate a steward = vado allo stadio, butto un occhio a destra e a sinistra quando mi pare e guardo tranquillamente la partita risparmiando i soldi del biglietto, unendomi a gruppi ULTRAS e lasciando anche che lo stadio pian piano si disintegri o che la gente inizi pure sanguinose e inarrestabili battaglie, decisamente NO. Poi le condizioni psicofisiche degli ULTRAS non direi proprio che rassicurino noi steward.

Così, domenica: arrivo e mi avvisano che sono stata assegnata alla curva A, uno dei settori sicuramente più vivaci e turbolenti dello stadio, senza alcun ombra di dubbio. Il linguaggio è a dir poco colorito, il pudore è un misteriosissimo tabù e tentano in tutti i modi di accedere all’interno macchinando le più assurde strategie. Ma sono mitici!
Dunque, ero alla perquisizione, quando un ragazzo mi è venuto accanto senza che io gli avessi ordinato nulla e apre il suo giubbino, pronunciando queste parole: “biondaaaa, miett’m pur e man n’guoll, controll vaj, tuoccm’ a rò vuò tu!” oppure, un vecchio che mi si è improvvisamente accostato ripetendomi più volte questa frase: “uèè ma tu sì tal e qual a’ mugliera mij quann er giovan!” cercando a tutti i costi di offrirmi un pezzo della sua abbondante pizza di scarole, in segno di ammirazione. E queste sono state solo le prime di una lunga e svariata serie. Ah, allo stadio mi sono resa conto che portano con sé una quantità di cibo che, a mio parere, basterebbe a saziare un branco di lupi ululanti e affamati. E’impossibile elencarvi tutto qui, ma vi assicuro che aprendo quelle borse ho potuto trovare davvero l’impossibile. E troppe volte, mi sento costretta a impadronirmi di alcuni oggetti che trasportano ed è dura per me oppormi a tutte queste persone, ma il mio lavoro impone questo e non ho scelta! A volte mi è capitato di imbattermi in persone davvero graziose che vedendomi lì al gelo, si sono mostrati più che disponibili nell’aiutarmi e soddisfare le mie esigenze, mi hanno procurato cibo (i carabinieri, offrendomi un piatto di pasta) e al secondo tempo della partita ho avuto la concessione di seguire il gioco (la partita era: Napoli – Chievo), seduta tra i tifosi, con l’ansia ma anche la costante speranza di una vittoria accompagnate da gli incoraggianti cori degli ultras della curva a.. e beh devo dire che come inizio è andato più che bene!  Alla prossima, domenica ore 15:00, Napoli – Torino.
di Chiara Baistrocchi & mx capodanno --

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