mercoledì 20 gennaio 2016

Murattori: l'intervista di Positanonews ...

Ricevo dai Murattori l'intervista di Positanonews ...


PN: Sono dieci anni di Murattori?
Si sono dieci anni, ce ne siamo resi conto quando abbiamo festeggiato i quaranta della Ribalta di Ravello, ma poi è finita li, (anche il tempo per Noi è uno spazio indefinito).
Ma il nostro direttore della fotografia, che è la memoria visiva ed emozionale di Positano, il grande Massimo Capodanno, ha cominciato a tirare fuori immagini passate, e questo ha fatto in modo che da altri amici, come lo stesso Positanonews, ci sono arrivate richieste di festeggiare in scena.
Ci penseremo, e se si può, è una cosa che facciamo davvero volentieri, al momento stiamo raccogliendo emozioni e parole per tre o quattro progetti quindi siamo in piena attività, ma sarebbe davvero bello, anche perché come la Ribalta, o come gli Open Art, Scala Arte, il Giardino delle Idee, o il gruppo di Arola, e altri ancora, che ci hanno invitato ed ospitato, ci piacerebbe ricambiare, e festeggiare insieme.
Domenica 26 febbraio, si è conclusa la manifestazione Scalarte,
organizzata dal Forum dei Giovani di Scala e della Costiera dei
Giovani a cui abbiamo partecipato con gioia, ed emozione, recitando
nei teatro dell'Anspi di Scala
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PN: Come sono nati?
Il Sensei Pasquale Aiello di Praiano è solito dire, (ed è vero), che la forza psichica, diventa forza fisica, Noi aggiungiamo che la forza dei sogni, diventa la forza delle emozioni, ecco: ...siamo nati da un sogno, e da una certezza tutta positanese, se facciamo le cose con il cuore a Maronn c'accumpagn.
E proprio perché siamo di Positano, abbiamo una ricchezza straordinaria, negli ultimi anni poi siamo ritornati ad un glorioso passato.
Non solo i turisti, ma tante persone che qui hanno trovato l'amore, ci hanno portato, le loro emozioni, quelle di un popolo, e la storia di chi vive magari aldilà del mare, attingiamo molto a questa forza, soprattutto degli indigeni, quali Noi siamo.
Non a caso uno dei nomi che si voleva dare al gruppo era: Apacheria, anche perché ci siamo resi conto che funzioniamo come una tribù, dove non c'è un vero capo, ognuno ha il suo carisma, e a seconda dei casi da un contributo maggiore.
I sogni degli aborigeni, le visioni e l'animismo dei Nativi americani, i Kami del Giappone che ritroviamo nel No e nel Kabuki, l'Africa, e il passato che ha indicato le direzioni da dove ci sono arrivate le emozioni grazie alla bussola, la voce di quelli che ci hanno preceduto, e a cui siamo legati senza un vero limite, insomma è difficile quantificare questo tesoro.
Anche se la nostra spiritualità è trasversale, pensiamo che A Maronn sia la fonte primaria di tutto, è la Madre che ci lega a tutto il mondo e al nostro Essere di questo mistico paese, quindi più che come... sappiamo dove siamo nati.

la prima volta nel dicembre  2007- ai "Quartieri Aperti"
in una fredda notte d'inverno durante una performance di Anna FUSCO ...
 
PN: Che cosa ha significato per te?
C'è tanto spazio per poter dire cosa siano, o siamo stati per Noi?
Pensiamo di no, ma in sintesi, parliamo di un paio di secoli di storia, forse qualche millennio, perché distribuendo questi dieci anni a tutti I Murattori, gli amici, e a chi ci ha arricchito con le sue critiche e ci ha incoraggiato, vissuto, ignorato, ognuno potrebbe scrivere un libro, uguale in alcuni punti, diverso in altri, pensiamo comunque giusto per rispondere in modo univoco, che I Murattori, sono per Noi un esercizio alla libertà, siamo Noi indefinito e illimitato, e non è qualcosa di mio, neanche di nostro, è un emozione che può durare per sempre, o finire prima che qualcuno finisca di leggere questa intervista.
È difficile parlare di questo oggi, dove ci si vuole tutti omologati e controllati, nel nostro piccolo, che poi si riflette nell'ampio sempre più ampio, qualcuno vuole mantenere il suo status quo... “mio, io”, c'è chi vive in competizione perenne, e con il “se sono indispensabile, se si dipendono da me esisto”... “senza di me il nulla”.
Per I Murattori non funziona e non può funzionare così, sono, o siamo se preferisci, un emozione, e se amiamo le emozioni, come si amano tutte le persone, bisogna lasciarle libere, ed è questo quello che abbiamo fatto in questi dieci anni, e ci auguriamo di vedere sempre persone emozionali nuove, e che non ci siano punti di riferimento, ma solo di collegamento.
E se nel festeggiare i cento anni saremo ancora qua, con questo spirito libero, e questo senso di appartenenza al mondo, partendo da Positano, se ci saremo con la voglia di costruire il Noi, se chi ti risponderà useremo queste stesse parole, (amore/libertà), ma con ancora più intense emozioni, significa che ci siamo riusciti.
  
 
PN: cosa volete fare da grandi?
Restare bambini, è ovvio, con loro stiamo imparando molto, i bambini non fanno la guerra, non vendono la droga, non inquinano, e non costringono a lavorare altri bambini per loro, e non li lasciano morire in mare, non costringono i grandi a diventare immagini, non vivono di confini, ma di emozioni, non hanno vergogna se piangono, si sanno stupire di tutto, ed emozionare con poco, e più che “firmati”, vanno abbracciati, si è vero i bambini a volte “sono cattivi” ma ci siamo resi conto che i loro giudizi negativi, sono quelli che ascoltano da noi che ci definiamo grandi, e poi i bambini a differenza nostra, sanno sempre ricominciare.
I bambini sono i maestri dei Murattori, sanno fare teatro in una stanza vuota e vincere un mondiale di calcio da soli, in un corridoio di un metro, e le bambine sono mamme premurose e fate e favole, sono mondi fantastici, sono autori, attori, scenografi straordinari, qualcuno sotto le coperte con una lampadina accesa diventa anche tecnico delle luci, e quando giocano nelle piazze, sono dei fonici straordinari, e la loro voce si confonde con la natura e quella degli uccellini che come loro vivono leggeri e poetici nel momondo.


Si! da grandi vogliamo restare bambini
 
 

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