Ci siamo lasciati con questa foto , così. ieri sra.
Questa mattina sino stati ripresi i lavori alla pinacoteca
Comunale con Paolo Marrone e Antonino Cinque che hanno
" spiegato" agli studenti delle elementari la famosissima
e antichissima canzone napoletana " 0' Guarracino" pare risalente
alla fine del 1700.
Paolo Marrone e Antonino Cinque
" Lo Guarracino che jeva pe mare
le venne voglia de se 'nzorare,
se facette no bello vestito
de scarde de spine pulito pulito
cu na perucca tutta 'ngrifata
de ziarelle 'mbrasciolata,
co lo sciabò, scolla e puzine
de ponte angrese fine fine. "
le venne voglia de se 'nzorare,
se facette no bello vestito
de scarde de spine pulito pulito
cu na perucca tutta 'ngrifata
de ziarelle 'mbrasciolata,
co lo sciabò, scolla e puzine
de ponte angrese fine fine. "
Alla chitarra Antonino Cinque.
E' una stupenda canzone, anomima , lunghissima al ritmo di una tarantella.
Narra di una vicenda d'amore e liti tra le creture marine.
Il guarracino si innamora della sardella, ex fidanzata dell' alletterato che, a causa di una spiata della patella scopre ,del nuovo amore e scatena una rissa tra avverse fazioni di pesci. La lite si estende a tutti i pesci del vicinato e due fazioni avverse si menano di santa ragione.Nella mattinata anche una visita degli studenti delle elementari alla mostra Terre di Mare allestita nella Pinacoteca .
Daniele Esposito e Antonino Cinque mostrano agli scolari
gli antichi strumenti da pesca.
Alle 10.00 il saluto del Sindaco Michele de Lucia e gli interventi
durante un Convegno condotto da Antonella Apuzzo, Floriana
Cervero e Gennaro Cuccaro
Rosalba De Lucia, Floriana Cervero e Antonella Apuzzo
Daniele Esposito tra Floriana Cervero e Antonella Apuzzo
Gennaro Cuccaro e Daniele Esposito
Inizia il Convegno: Il Mare, la pesca, il territorio
Da Antonella Apuzzo : per il Blog ......
La conferenza ha toccato diversi temi e periodi storici: si
è partiti dall’età greca e romana, passando attraverso il Medioevo ed arrivando
ai nostri giorni.
Durante l’Antichità il mare e le sue risorse hanno avuto un
ruolo fondamentale sia nell’alimentazione che nell’arte: lo dimostrano gli
affreschi ed i mosaici ritrovati in molte ville costiere, compresa quella di
Positano. Tra i frutti della pesca prediletti vi erano le ostriche: Clodio
Albino, nel II sec. d.C. ne divorò ben 400 in un solo pasto.
Con l’avvento del Medioevo la pesca non perse la sua
importanza, assumendo significati simbolici legati al cristianesimo: gli
apostoli erano visti come ‘pescatori di anime’ ed i cristiani come i ‘pesci
pescati’. La dieta dei monaci era a base di pesce: cucinati fritti o lessati,
conditi da senape e spezie, erano il pasto magro da poter consumare anche
durante la Quaresima e le festività.
Dopo la scoperta delle Americhe, la pesca ha avuto un nuovo
impulso: non si pescavano più solo piccoli pesci presi vicino alla riva, ma ci
si allontanava per giorni alla ricerca di prede più grosse e prelibate. Con i secoli il rapporto tra l’uomo ed il mare è mutato, ma
nei piccoli borghi marinari della costa ci sono ancora persone di tutte le età
che dedicano la propria vita alla pesca, utilizzando gli attrezzi tramandati
per generazioni.
Il saluto del sindaco di Positano Michele De Lucia.
Gennaro Cuccaro, Antonella Apuzzo e Floriana Cervero
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