Ormai anche il 2014 è giunto al termine. Un anno
vecchio e stanco che lascia il passo ad uno nuovo che è già in arrivo.
Lo scopo
principale degli articoli di fine anno è, naturalmente, quello di fare il
“resoconto della situazione”.
Questo 2014
a tutti noi lascerà dei ricordi belli e altri brutti, con un bilancio di cose
positive e negative, di gioie e di dolori, obiettivi raggiunti ma anche alcune
sconfitte, amicizie, amori iniziati e altri finiti…
365 giorni
segnati su di un calendario ormai scaduto, pieno di annotazioni che ci
ricordano i momenti trascorsi.
Un altro
anno che se ne va: per alcuni sarà stato memorabile, per altri insignificante,
per altri ancora un anno difficile, triste, proprio da resettare!
Queste però
sono parole che sentiamo ripeterci anno dopo anno e in realtà alla fine non
cambia mai nulla!
Quindi, visto che è diventato di moda fare il discorso di fine anno
(oramai lo fanno tutti, da Napolitano a Renzi, passando per Berlusconi, Grillo
e De Laurentiis) ne faccio uno pure io, provando ad interpretare cosa vorrebbe in realtà dire il
nostro Presidente della Repubblica se non fosse che ricopre la massima figura istituzionale dello Stato
e per tanto deve essere educato e rispettoso. Ma tranquilli: a
differenza sua sarò breve e concisa.
Penso che
innanzitutto direbbe che l’Italia si trova in un momento di crisi ma ciò non
dipende solo da lui, anche se fa comodo dirlo, perché se a 90 anni ricopre ancora il ruolo di Capo
dello Stato la colpa è di tutti quei soggetti "inattivi" che sono
stati eletti in Parlamento.
Probabilmente
il nostro Presidente ora avrebbe preferito non trascorrere questi
ulteriori anni al Quirinale dove fra un corazziere e l'altro, fra una
visita ufficiale del Premier cinese e quello turco, fra un colloquio con Grillo
e uno con Renzi, si è pure un poco stancato di sentire sempre le stesse cose e
dare le stesse risposte.
Forse ci
direbbe che è consapevole di prendere una pensione elevata, ma penso che si
giustificherebbe dicendoci qualcosa del tipo “Arrivateci a 90 anni, passate
indenni la seconda guerra mondiale, gli anni di piombo, tangentopoli, il
periodo delle stragi di mafia…e poi ne riparliamo!”Eppure io sono convinta che il nostro caro Giorgio preferirebbe stare a Napoli sulla collina di Posillipo invece di essere ancora Presidente della Repubblica sul Colle del Quirinale.
Ebbene,
volendo usare una metafora per descrivere questo 2014 che si avvia alla conclusione, direi che abbiamo
avuto un mare tempestoso, ma abbiamo sempre avuto le mani sul timone!
Quindi brindisi con spumante e naso all’insù per i fuochi
d’artificio, per dare l’addio al 2014 ed il benvenuto al 2015.
Cos’altro aggiungere, se non dire “tira
fuori lo champagne e indossa quel bel vestito”.E come direbbe il signor Paluani, <
A TUTTI SPUMEGGIANTI AUGURI
Pamela CUOMO
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