Matilde Romito vi dà appuntamento alla chiesa madre di Positano
Domenica 21 alle ore 18.30
Il
21 dicembre 2014, nella Chiesa Madre di Positano, alle ore 18,30, si
presenteranno i risultati della ricerca Positano. “Where the waves
and the mountains meet”. Testimonianze figurative tra Ottocento e Novecento,
prosieguo
dello studio sulla pittura di Positano in corso da circa quattro anni.
Dopo il saluto istituzionale del Sindaco del Comune di
Positano, Michele De Lucia, e
l’intervento di Michelangelo Russo, Presidente del Secondo Collegio della Corte
di Appello di Salerno, che rappresenterà la voce del collezionismo, Matilde
Romito, autrice della ricerca e dirigente della Provincia di Salerno, terrà una
conferenza con proiezione di immagini sul tema, spiegando che l’affascinante
titolo è quello di una fotografia di Positano del 1905 dell’azienda americana
di fotografie Underwood & Underwood, nata nel 1881 e chiusa nel 1940.
La ricerca si è ampliata in uno studio teso a inquadrare la
storia artistica di Positano nel corso dell’Ottocento e del Novecento,
introducendo nuovi ambiti di indagine, dagli Ex voto della Chiesa Madre ad inediti Pannelli ceramici con la Madonna di
Positano, alle Case “dipinte”, ad artisti particolari per la storia artistica di Positano come Ettore Pignone del Carretto a Gioacchino Parlato.
Carl Mense |
Non manca una ricca sequenza di
quadri apparsi nelle aste internazionali
(europee, americane e orientali) dall’Ottocento ai giorni nostri e opere da
collezioni private o conservate in musei europei e americani, a conferma della
internazionalità dell’immagine di Positano nel mondo. Tornano così vari artisti
già esaminati dei quali è stato possibile conoscere nuovi dipinti, soprattutto
Carl Palme 1914-’15, Carl Mense 1923-’24, Leo Gestel 1924, Otto Morach 1925, Niklaus
Stoecklin 1925, e ancora
Vincenzo Caprile, Anita Rée, Max Hermann Pechstein, Louis Kahn, Giovanni Zagoruiko, Mario
Cortiello, Enrico Paulucci, David Burliuk, mentre salgono alla ribalta nuovi
nomi, dal tedesco Paul Kaemmerer, nel
1899,
Paul Kaemmerer, Positano 1899 |
ad Herbert Fiedler a Dimitri Bouchene, da Ugo
Matania a Giovanni Lomi, dall’americano John Paddy Carstairs all’indiano Jehangir Sabavala alla rumena Nina
Batalli al sudafricano Edward Bainbridge
Copnall a Roberto Pane; una sequenza che inizia con l’inglese Edward Lear a
Positano nel giugno del 1844. E se di Walter Ophey la Deutsche Digitale Bibliothek e il Museum
Kunstpalast a Düsseldorf restituiscono due belle opere del 1910, lo svedese
Carl Palme viene fuori con un cospicuo numero di opere su Positano, alcune
reperite sulla affascinante rivista liberty “IDUN” del 17 ottobre 1915. Un
altro nuovo è Franz Helmut Becker che tra il 1924 e il 1931 ci offre una decina
di opere in varie tecniche, olio, tempera, acquerello, pastello, tecnica mista,
fra iol 1924 e il 1931 e ancora nel 1938. E’ uno della “saarländischer
Künstler“.
Leo Gestel, Donna italiana, 1924 |
Semplicemente
straordinaria poi la Collezione Piet Boendermaker che ci rassegna ben 58 opere
dell’olandese Leo Gestel, a Positano da giugno a novembre del 1924, ritrovate
digitalmente nel Rijksbureau
voor Kunsthistorische Documentatie, Istituto olandese di storia dell’arte a L'Aia, un grande centro di documentazione
della storia dell'arte, non solo olandese. Di Gestel sono già state pubblicate
16 opere nei due volumi sulla pittura di Positano.
Quattro anni prima, alla
Biennale di Venezia del 1920 lo svedese Acke Hallgren e il romano
Arturo Noci presentano nei loro quadri una Positano non posteriore a
quell’anno.
La ricerca si
arricchirà anche di testimonianze fondamentali per ricostruire la storia
artistica di Positano attraverso i Libri degli ospiti di alcuni alberghi o case
private frequentate dagli artisti stranieri e, se ne verrà data la
disponibilità, anche del dossier dallo Smithsonian per
Vaclav Vytlacilche creò a Positano una scuola di pittura nel 1932. Nei libri
degli ospiti dell’Hotel Margherita che risalgono al 1885, una sfogliata mi permise già di verificare il nome di
Francis Marion Crawford che alloggiava alla Pension du Paradis (ne parla nel
1894, mal giudicandolo) e passò al Margherita e ancora Zeno Diemer (libro
1903).
Le foto di Ernst Haas del 1950-‘55, il diario di Gigi Martin (anni Cinquanta-Sessanta)
e i
pittori degli anni Settanta-Novanta costituiscono altri settori di
documentazione per la seconda metà del Novecento.
Come per il volume “Vieni qui,
il paese è una fiaba”, l'arco cronologico dunque non è variato perché la
nuova documentazione afferisce comunque ancora a tutto il Novecento, partendo
anzi dagli anni Quaranta dell'Ottocento. Si è più volte sottolineato che Positano esplode nell’immaginario artistico
europeo proprio negli anni Venti – inizio Trenta, il periodo certo più ricco e fervido che
vide i quadri con immagini di Positano primeggiare sulle riviste e nelle
mostre europee: un magnifico acquerello con la vista sulla chiesa del Rosario
e i resti del mulino, in collezione privata a Positano, va forse attribuito
ad Adolf Erbsloh, non essendo chiarissima la firma, dunque siamo nel
1923-’24. A questi anni risale anche un quadro di Carlo Mense, trasmessomi
dalla nipote Elisabeth Baske, un acquerello e
gouache stupendo, in famiglia da sempre.
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La
lettura della pittura a Positano è dunque fenomeno complesso e affascinante e
va riaggiornato proprio con prosiegui di indagine, sempre fruttuosissimi,
perché, come scriveva la celebre scrittrice francese Gabrielle Colette Sidonie
alla madre nel novembre del 1910 “Mia cara mamma, noi facciamo colazione a
Positano, in un paese troppo bello per credere che sia vero”. E il giorno dopo:
“Io sono arrivata e sono rimasta abbagliata”.
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