martedì 7 settembre 2010

Positano Myth Festival: questa sera Cinzia Leone e ...Elio Pandolfi


Cinzia Leone, giornalista e fumettista di talento si cimenta a colorare un suo fumetto con un nuovo e strepitoso " diabolico strumento" che ha affascinato tutti i presenti che lo hanno potuto vedere, compreso il sottoscritto. E' un sistema con tecnologia EDV businnes touch informa sistemi SPA. Uno stumento per comunicare in modo naturale con contenum digitali. ( vi confesso che me lo sono fatto scrivere perche mai e poi mai me lo sarei ricordato, ...abbiate pazienza) Ma vi assicuro che è formidabile per chi ama disegnare, dipingere, creare ed altro.
tanto è vero che alcuni ragazzine/i seguita dalla Leone (d) si sono divertiti un mondo
a colorare un maialino disegnato da Cinzia.
Al Positano Myth Festival, questa sera è andoto in scena: “Circe: seduzione rewind” una storia a fumetti scritta e disegnata da Cinzia Leone.

Al vernissage, il sindaco Michele De Lucia , Lisa Cinque segreteria artistica, Cinzia Leone e Manuela Rafaini direttrice artistica del Positano Myth Festival
La sala del Museo del Viaggio durante il vernissage.

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Poi a seguire sul sagrato della Chiesa Madre, l'attore Elio Pandolfi accompagnato dal piano da Marco Scolastra e dedicato ai bambini: “Le fiabe nel mito
E' in una manifestazione che celebra i miti, non poteva certamente mancare la maga Circe: un miscuglio di femminilità e pericolo, ma anche di accoglienza e aiuto. Canta come le sirene seduttrici ma tesse con pettine e spola proprio come Penelope, la moglie di Ulisse. Desidera trasformare l’amato con l’incantesimo ma è pronta a cedere trasformandosi a sua volta. Una “Circe seduzione rewind” narrata dalla penna di Cinzia Leone che ha creato una storia a fumetti da lei scritta e disegnata.

“La mia Circe – evidenzia Cinzia Leone - è affiorata dal foglio bianco senza sforzo. Tutte le donne che avevo disegnato e raccontato le somigliano. Ciascuna vuole essere “fatale” e insieme consapevole del fato. Ciascuna vuole sedurre cantando e insieme tessere il proprio destino possedendo comunque la chiave della conoscenza di un mondo altro. Vuole sfuggire al suo destino e insieme partecipare della sorte che impone agli uomini seducendoli. Saper invertire le regole del fato è un’arte. La mia Circe somigliava a qualcosa di molto profondo che non ero mai riuscita a raccontare: l’ambiguità della seduzione. Forse ci voleva una dea, per aiutarmi ad esplorare quel misto di schiavitù e di dominio, di abbandono e di controllo, di pericolosità e di aiuto reciproco, di cultura e bestialità. Quel delizioso pasto cannibalico, che l’idea stessa dell’amore rappresenta. Forse anche per me ci volevano molte pagine bianche riempite di segni e parole, per conoscere l’ambivalenza di quei momenti incantati che chiamiamo amore ma forse sono solo l’ennesima magia del cambiamento”.
Le fiabe raccontate da uno strepitoso Elio Pandolfi sono Hänsel e Gretel, I tre linguaggi e Biancaneve. Esse hanno un elemento comune: il loro punto di massima tensione narrativa è ambientato nel bosco. Luogo simbolico, quest’ultimo, che evoca in noi tante associazioni mentali; dalla ‘selva oscura’ di dantesca memoria alle numerose insidie che in esso possono nascondersi. Quando l’eroe si trova di fronte a difficili problemi interiori che sembrano non offrire alcuna soluzione, la fiaba non ci descrive la sua condizione psicologica ma ce lo mostra perso in un bosco fitto e impenetrabile.


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