“Ancora una volta le scelte dell’Amministrazione comunale di Positano dimostrano come il buon governo del territorio dia sempre i suoi frutti: fin da subito si è deciso, dopo un attenta valutazione, di non istituire la tassa di soggiorno rinunciando, nonostante attraversiamo un importante crisi economica, agli introiti derivanti da tale balzello; una scelta, seppur criticata da taluni, che si è dimostrata valida in termini di immagine e di salvaguardia dell’economia di una cittadina con una forte vocazione turistica come Positano”, ribadisce il primo cittadino di Positano, Michele De Lucia. Aggiunge il Consigliere Raffaele Casola:
Raffaele Casola, Michele De Lucia, dietro il vice sindaco Francesco Fusco ( archivio)
“Come più volte detto la tassa
di soggiorno a mio avviso non rappresenta una soluzione ai problemi legati al
turismo, mentre sono molto più che convinto che bisogna porsi degli obiettivi
per migliorare il modo di fare turismo, sia in termini di efficienza che di
ampliamento dell’offerta turistica; ad esempio, siamo parte attiva della
costituente che a breve porterà alla nascita del distretto turistico Costa
d’Amalfi, che porterà grossi benefici sia alle aziende private che all’ente
comunale. Il Distretto Turistico porterà come novità fondamentale innanzitutto
la possibilità di accedere a finanziamenti con tassi agevolati sia per le
aziende che per l’ente pubblico ed inoltre
troverà applicazione il parametro della “burocrazia zero”: l’apertura di
sportelli dell’agenzia delle entrare o dell’imps creeranno un filo diretto sul
territorio con gli imprenditori ed i cittadini che avranno la possibilità di
concordare tassazione equa ed agevolata, in più l’organizzare di corsi per
addetti ai lavori e di aggiornamento per i lavoratori del settore consentiranno
di elevare ancora di più gli standard qualitativi della costa d’Amalfi.”
E’ di questi giorni un articolo pubblicato su TTGItalia.com, un magazine on-line di notizie, approfondimenti, analisi e inchieste sul mondo del turismo. Questa rivista on-line permette agli operatori del settore di aggiornarsi quotidianamente e avere informazioni dettagliate e approfondite su destinazioni, prodotti e aziende; inoltre la sua newsletter quotidiana raggiunge ogni giorno più di 54. 000 utenti.
E’ dell’11 febbraio un
articolo di Cristina Peroglio in cui si mette in evidenza come i Tour Operator
internazionali abbiano posto uno stop ai Comuni che hanno adottato la tassa di
soggiorno, ognuno con le sue regole, ognuno con i suoi prezzi, in
un confusionario e inestricabile ordine sparso.
Oltre un T.O. su quattro ha ridotto la programmazione dei tour in Italia, proprio per le difficoltà generate dalla diversa applicazione dell'imposta fra le località. Lo rivela l'Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno.
E se fra i clienti finali sono gli italiani, piuttosto che gli stranieri, a mostrare la maggiore contrarietà nel pagamento dell'imposta, fra i tour operator internazionali il giudizio è pressoché unanime: le destinazioni che inseriscono questo balzello lo fanno fuori tempo massimo e diventano antieconomiche. Quindi, è più facile portare i turisti in altri lidi.
I dati dell'Osservatorio sono estremamente significativi: praticamente la totalità dei t.o. (94 per cento) giudica incomprensibile nella sua formulazione l'imposta di soggiorno, con poca chiarezza e scarsa informazione sui comuni che applicano la tassa. Il 63 per cento sostiene che l'imposta ha creato danni economici all'azienda, che è andata a rosicchiare i suoi margini per accollarsi il pagamento del balzello e non farlo ricadere sui clienti, anche perché la decisione di applicare la tassa è arrivata ben oltre i tempi di programmazione.
shopping
Il 42 per cento dei T.O. aveva già chiuso i cataloghi, con prezzi e tutto, quando è arrivata la doccia gelata.
A fronte di questi dati, il 28 per cento degli operatori ha dichiarato di aver ridotto la programmazione di tour in Italia: antieconomicità e confusione non fanno che creare danni. Anche e soprattutto d'immagine.
Un plauso dunque a quei Comuni che con caparbietà, impegno e competenza sono riusciti ad evitare quest’imposta e a sopperire alla mancanza di fondi con altre strategie.
Oltre un T.O. su quattro ha ridotto la programmazione dei tour in Italia, proprio per le difficoltà generate dalla diversa applicazione dell'imposta fra le località. Lo rivela l'Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno.
E se fra i clienti finali sono gli italiani, piuttosto che gli stranieri, a mostrare la maggiore contrarietà nel pagamento dell'imposta, fra i tour operator internazionali il giudizio è pressoché unanime: le destinazioni che inseriscono questo balzello lo fanno fuori tempo massimo e diventano antieconomiche. Quindi, è più facile portare i turisti in altri lidi.
I dati dell'Osservatorio sono estremamente significativi: praticamente la totalità dei t.o. (94 per cento) giudica incomprensibile nella sua formulazione l'imposta di soggiorno, con poca chiarezza e scarsa informazione sui comuni che applicano la tassa. Il 63 per cento sostiene che l'imposta ha creato danni economici all'azienda, che è andata a rosicchiare i suoi margini per accollarsi il pagamento del balzello e non farlo ricadere sui clienti, anche perché la decisione di applicare la tassa è arrivata ben oltre i tempi di programmazione.
shopping
Il 42 per cento dei T.O. aveva già chiuso i cataloghi, con prezzi e tutto, quando è arrivata la doccia gelata.
A fronte di questi dati, il 28 per cento degli operatori ha dichiarato di aver ridotto la programmazione di tour in Italia: antieconomicità e confusione non fanno che creare danni. Anche e soprattutto d'immagine.
Un plauso dunque a quei Comuni che con caparbietà, impegno e competenza sono riusciti ad evitare quest’imposta e a sopperire alla mancanza di fondi con altre strategie.
Nessun commento:
Posta un commento