...è un antichissimo detto romano che vuole significare il festeggiare il giorno dopo la Pasqua in famiglia ma in un modo diverso fuori le porte della Città. Il cibo è il protagonista di questa festività romanesca il cui Rè è il cibo e il vino dei Castelli, in primis il Cannellino un vino dal colore giallo dorato da 15,76% vol. con un sottofondo nota dolce quasi mielata, il suo sapore è caldo e avvolgente. Insomma “ nà Bomba per chi non è abituato" . Ricordo che a un raduno degli Alpini nella Capitale ho visto militari, provetti bevitori, “ stesi “ dal Cannolicchio, delizioso da buttare giù ma micidiale quando ti alzi da tavola.
Le donne preparano la Carne alla brace, salcicce, cotolette di maiale e d'agnello , ancora con i famosi carciofi alla matticella, salame corallina , pecorino romano e fave a quantità, il tutto sui prati, alle spalle delle mura romane fatte costruire dall' imp. Adriano. Per molti romani è di RIGORE festeggiare questo giorno di festa fuori quelle mura che proteggevano le vie di accesso a sud di Roma. Ecco perche è più facile vedere queste scenette sulla via Appia Antica che non sulla Nomentana o la Cassia. Via Appia è stata da sempre la “ Regina viarum “ meta tra l'altro amatissima dai romani fin dal tempo delle antiche e solenni feste Purificatrici per i Campi .
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