sabato 2 dicembre 2017

"Stonewall" arriva a POSITANO



Il libro fotografico "Stonewall" di Vito Fusco sarà presentato nella Sala Consiliare
 del Municipio MARTEDI'  13 dicembre alle ore 17.30

dai post precedenti:
Dall’ esperienza Newyorchese Vito realizza il suo libro ...
Pubblicazione Libro Fotografico Stonewall: the Temple, del fotografo Vito Fusco, patrocinato da Amnesty International Italia e FIOF. 
Le immagini del fotografo Vito Fusco, scattate nello storico locale omosessuale Stonewall Inn di New York, raccolte in un libro fotografico e con alcuni approfondimenti testuali sulle battaglie affrontate dal mondo LGBTQ dagli anni '60 ad oggi, sia in lingua italiana che inglese. 34 immagini, alcune delle quali durante il 2017 hanno ricevuto importanti riconoscimenti, per raccontare i giorni passati nel bar della grande mela, proprio durante la settimana del Gay Pride.


Un progetto fotografico nato per caso, come spiega nel libro l'autore, ma che arriva all'osservatore in modo diretto e forte.
La storia fotografica si basa principalmente sui ritratti delle persone incontrate nel bar, ritratti che, sempre secondo l'autore, sono la chiave del lavoro: - Le persone fotografate appartengono a diversi generi sessuali, spesso non chiaramente identificabili dalle foto – chiarisce il fotografo – e questo è uno dei punti fondamentali: la differenza di genere è e deve essere del tutto irrilevante;


 nelle foto ci sono esseri umani! - Partendo da questo punto, ci si potrà immergere nelle immagini e riflettere su un argomento che è molto discusso, ma spesso affrontato superficialmente.

 Anche per questo motivo, dopo le foto, una descrizione dell'INCIPIT del lavoro fotografico ed un excursus sulla questione LGBTQ, danno lo spunto per riflettere su questioni poco conosciute come il fatto che soltanto nel 1990, l'omosessualità è stata declassata dalla lista delle malattie mentali o che ancora un terzo delle nazioni del mondo ritengono l'omosessualità un reato.


"Stonewall è un tempio, un posto incredibile già per il mondo LGBTQ, figuriamoci per un curioso fotografo eterosessuale. Le persone che visitano questo bar durante la settimana del Gay Pride sono tantissime, e si mescolano con i clienti abituali che frequentano il bar per giocare il torneo di biliardo del “neighborhood”. Le storie, il genere sessuale e l’età sono molto diverse, ma in comune c’è una grande propensione ad accettare questa diversità, a goderne. Sui muri foto che raccontano del passato, per certi versi remoto, in forte contrapposizione con i fiori in esterno per la strage che qualche giorno prima c’era stata ad Orlando. Il posto non è grande come quello che ha dato il via alla “Rivoluzione Gay”, ma ne conserva lo spirito. Ore spese a parlare con le persone ritratte, ad ascoltare la loro storia, prima di tentare di catturarla con una foto. Parlare con un ragazzo più di un ora, fumare una sigaretta, berci un drink e poi scoprire che fino a l’anno prima era una ragazza; incontrare un professore universitario sposato con figli scoperto dalla moglie a guardare un film erotico per omosessuali; fotografare un etero che accompagnava il suo migliore amico;
passare ore tra famiglie con due madri…e vedere centinaia di persone che passano davanti al Tempio ad omaggiare questo luogo, quest’incrocio, che ha dato al mondo una nuova direzione". Racconta Vito


Uno dei Bartender era presente nel locale la notte del 27 Giungo del 1969. Si fa chiamare Tree Sequoia, ed ha 77 anni. Ama intrattenere i clienti con racconti e ad ogni Gay Pride tantissime televisioni fanno la fila per intervistarlo.
Il bar apre alle 14 e chiude a notte inoltrata. Sono rimasto lì, tutta la settimana antecedente la parata, a fotografare le persone e le loro storie, nell’angolo in fondo al locale con la luce più bella che abbia mai visto.
 


 

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