venerdì 2 febbraio 2018

Mamma e Figlio ... affandati dal som. inglese SAFARI

                                                               Racconta Anna Fusco :

                     domenica 16 dicembre 2007  a   POSITANO QUARTIERI APERTI




" Ne avete sentite tante di storie di guerra vero? Storie di eroi, di bastardi, di emozioni. Questa è una storia che qui si tramanda una storia che tutti sanno, e che mai si dimenticherà, storia di devozione e di amore, l’amore di una madre per i propri figli. Esisteva da tempo immemore in questo quartiere o meglio nel mare prospiciente ad esso 2 scogli, uno grande che proteggeva dalle onde quello piccolo ed esile posto al suo fianco.
Uno grande, la mamma, quello piccolo ed esile… il figlio.
Su quello grande, la mamma, i pescatori avevano affisso una immagine della loro mamma, la madonna, un immagine che li avrebbe protetti sempre dalle furie del mare e che speravano potesse proteggerli anche dalle furie degli uomini…e così fu.
Un giorno disgraziato, durante una guerra disgraziata né più ne meno come tutte le guerre, due siluri lanciati da un sommergibile viaggiavano verso Positano, verso le spiagge ove erano i pescatori, colpi inutili e disgraziati come tutti i colpi lanciati nella storia dell’umanità. Io non voglio dirvi nemmeno da chi e contro chi furono lanciati, perché tanto quel colpo fu inutile e disgraziato come tutti i colpi sparati nella storia dell’umanità, quei mortali squali di ferro e tritolo rimbalzavano sulla rena prima di conficcare la testa esplosiva in qualche buca o forse nel muro di una casa, ma non quel giorno, nel loro mortale navigare trovarono la Mamma sulla loro strada, che sbarrata li costrinse ad esplodere su di essa, facendola sprofondare tristemente sotto il mare. Miracolosamente lo scoglio piccolo e esile si salvò, ma ahimè senza la protezione della mamma, presto le mareggiate ridussero quello scoglio piccolo e esile ad un piccolo pezzo di roccia affiorante dal mare. Il resto giace inabissato accanto alla madre. Non è una storia di uomini questa, è la storia di un simbolo, la storia di un amore non più visibile, ma che, come tutti gli atti d’amore più grandi, resterà sempre presente, è la storia di un passato che ci si è sgretolato davanti molto di più che una semplice montagna, è la storia dell’amore che vince su tutto, anche sul tempo e sulla morte."

Il testo letto da Anna è del gruppo abusivo teatrale de i Murattori
Un ricordo alle vittime e ai numerisi feriti delle navi italiane Salemi e Valsavoia

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