sabato 5 settembre 2015

POSITANO DANZA : TOI TOI TOI ...


Nella Pinacoteca Civica Positano con Toi Toi Toi si apre la 43^ edizione del Positano Premia la danza - Leonide Massine , Una Mostra di 34  fotografie di Ninni Romeo e curata da Lorenzo Casrore dedicata a Pina Bausch e ai suoi danzatori.

Lutz Foster alla Mostra.

La mostra TOI TOI TOI, dedicata a Pina Bausch e alla compagnia del Tanztheater Wuppertal, è composta da fotografie di scena di spettacoli del Tanztheater, a parte un ritratto in grande formato del volto di  Cristiana Morganti, danzatrice italiana dell’ensemble, e due piccoli ritratti della stessa Pina. Il ritratto di Cristiana (la foto è stata scattata in un camerino del Théâtre de la Ville di Parigi nel 2002, subito dopo uno spettacolo) coincide con la “prima volta” dell’avvicinamento di Ninni, nel ruolo di fotografa, al mondo di Pina Bausch, che la Romeo già conosceva e frequentava da tempo.

Toi Toi Toi
“Poco prima dell'inizio di ogni spettacolo, poggiandosi alla spalla sinistra di ogni danzatore, Pina era solita sussurrare la formula magica "Toi Toi Toi": un augurio scaramantico, un "In bocca al lupo" teatrale. In certe occasioni, soprattutto quando c'era una prima, Pina faceva trovare ai suoi danzatori, nei camerini, dei piccoli doni in forma di caramelle e dolcetti vari, chiamati "Toi Toi". In seguito ho scoperto che in Germania, ma un poʼ ovunque in Occidente, il "Toi Toi Toi" è una consuetudine diffusa nel mondo dell'opera. In origine consisteva nella pratica di sputare tre volte oltre la spalla sinistra del collega per scongiurare la venuta del diavolo (in tedesco “Teufel”, poi abbreviato in “Toi”)”.
Ninni Romeo
Nelle fotografie della mostra “Toi Toi Toi”, che Ninni Romeo allestisce per Positano, ci sono la grazia profonda di Pina Bausch e il suo apparente disordine. In verità nulla era disordinato nel mondo di Pina. Di volta in volta, per ogni suo spettacolo, ciò che lei creava finiva per convergere nelle leggi “sensibili” di un edificio teatrale solido e coerente. Coreografia e regia imprimono struttura, ritmo e logica interna. In Pina questo succede più che mai. Ma è nella vita che mancano lʼordine e la prevedibilità della forma. La vita è una rete di destini che procedono nel tempo mettendo continuamente alla prova le nostre aspettative, e interrogando la nostra resistenza al di fuori di qualsiasi banalità. La vita è una costante operazione di rodaggio che tende allʼarmonia e alle simmetrie, le quali sono contraddette dallʼinstabilità e dal dinamismo delle circostanze. Infranti i miti della riproduzione esteriore e dei canoni occidentali della cosiddetta Beltà Oggettiva, lʼarte contemporanea – questo Pina lo sapeva bene – ha cercato (e cerca) dʼimprimere un orientamento alla ricchezza di quel disordine, ma senza prescinderne né tentare di eluderlo. Autrice radicata nei linguaggi della propria epoca, Bausch scansa radicalmente ogni progetto di decorativismo. Le interessa ciò che comunica davvero. Non lo stereotipo. Non la mancanza di espressione. Nelle sue foto, Ninni Romeo si dispone al rispetto di questʼattitudine. Non va mai in cerca della visione “ad effetto”. Evita lʼapparizione levigata o patinata. Insegue il battito dʼala, il respiro irregolare della vita. I suoi “racconti” a volte sono sghembi, obliqui e trasversali, come quelli delle nostre giornate. Spesso sono drammatici. E sono sempre molto umani. Non ci sono mai “pose”, nel suo lavoro. Gli occhi di Cristiana Morganti, il cui viso è colto in primo piano, sono piccoli laghi lucenti di stupore tondo e concentrato. Nelle foto che ritraggono la stessa Pina, la vediamo percorrere situazioni transitorie o minimali in modo fluido e con naturalezza, senza badare allʼobiettivo. I corpi degli anziani interpreti di “Kontakthof” denunciano la loro pastosità: sono mappe della loro storia. E certe accentuazioni o prospettive insolite o svelate sfuggono dal focus centrale del palcoscenico, consegnandoci a una zona franca, dʼindeterminatezza percettiva, che somiglia a quanto accade a colui che assiste a uno spettacolo di Pina Bausch. Il suo occhio non è mai dirottato verso unʼunica scelta, perché la regia gli chiede di optare per un punto di vista. E per farlo deve vagare, con una libertà soggettiva perturbante, tra i molti frammenti dellʼazione scenica del Tanztheater, costituita da un puzzle di avvenimenti simultanei. Cʼè unʼaria “lisa” e vissuta, in queste immagini, che ben si addice alla peculiare bellezza “bauschiana”. Un gesto, una luce, una presa, un abbandono, una violenza. Mai alcun compiacimento né alcuna vanità. Piuttosto la rarefazione della memoria e la delicata poesia dellʼattimo. Non sono “foto di spettacoli”, ma momenti dʼessere.”
Leonetta Bentivoglio
Francesco Fusco, vice sindaco con Ninni Romeo dietro Lutz Forster
 
 
 
 
Nel frattempo sulla Spiaggia Grande i danzatori ..provano ...
 
 
 
Francesca Foscarini Danzatrice dell’anno sulla scena contemporanea:
 

Danzatore italiano dell’anno: DAVIDE DATO (Solista Opera di Vienna);

Andrey Merkuriev e Ekaterina Krysanova
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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