Per non dimenticare la nostra storia ...
Una volta sotto la torre di Clavel a Positano c'erano due faraglioni chiamati Mamma e Figlio.
Nel 1941 ai piedi dello scoglio maggiore " Mamma
" i positanesi apposero due mattonelle con l'effige della Madonna di
Positano affinché la Vergine li proteggesse dalle avversità.
Passano due
anni...Siamo alle prime ore del pomeriggio del 2 febbraio del 1943.
Positano 2009: Il sindaco di Positano, Domenico Marrone mentre osserva un documentario rai2 sul terribile sottomarino britannico SAFARI
I pescatori stanno sulla spiaggia chiacchierando tra loro a
riparare reti e nasse mentre al largo a traverso dell' isola de Li Galli
navigano due piroscafi,il Salemi e il Valsavoia,in
convoglio verso la Sicilia,quando improvvisamente l'inferno... una
grossa esplosione attira la loro attenzione. Poi una seconda…e la
tonante voce di un cannone. Una delle navi la Valsavoia è
spaventosamente inclinata, ci metterà una mezza’ora a scendere di 80
passi e raggiungere il fondale. Intanto il caratteristico scoglio
“Mamma” è sparito.
Non si saprà mai se il secondo siluro abbia
colpito il faraglione per un imprecisione degli inglesi o per la bravura
del timoniere del Salemi a schivarlo con un abile manovra, ma per i
pescatori positanesi è merito della Madonna.
Il somm. britannico Safari
capitanato dal famigerato e pluridecorato comandante Ben Briant emerse e
prese a cannonate il secondo piroscafo mancato dal siluro fino ad
affondarlo,
poi sparì immergendosi. Sulla spiaggia Grande i pescatori come antica
legge marinara comanda calarono in mare le loro barche e a remi
raggiunsero i naufraghi, salvandoli praticamente tutti. " Soltanto otto
persero la vita" mi ricorda Luigi Marrone oggi 82enne e all’epoca 17
enne . " E' un miracolo" aggiunge " solo due anni prima del siluramento
erano state affisse, ai piedi del faraglione maggiore, due mattonelle
con l’immagine della Madonna di Positano”.
.Questa
foto di mio suocero GIULIO RISPOLI risale a pochi anni prima del fatto
raccontato. Seduto sulla prua c'è Pietro Pane. La barca è una di quelle
che hanno accolto i naufraghi pochi anni dopo. Da notare la linea snella
dell'imbarcazione che permetteva ai vogatori manovrabilità e velocità.
Gli altri nella foto, tanto per la cronaca positanese sono: Paoluccio,Nicola di Don Paolo e Franchino Cannavacciuolo. Dietro sullo sfondo sono visibili i faraglioni chiamati Madre e Figlio.
Pietro
Pane (1928) allora 15enne, scherzando mi racconta " Quando jetti a casa
mamma mi riempiette di zuccolate per la paura presa, ma nuie ne
salvammo di persone!!.” Luigi Parlato il più anziano dell' impresa contò
22 cannonate” - ”ma potrebbero essere di più” qualcuno di loro
aggiunge. Francesco Esposito ricorda che sulla sua barca ne avevano
recuperato una ventina di naufraghi; "erano le barche di patreme Pietro,
il San Francesco e la Delfino ". “ Mi ricordo di uno che aveva la testa
spaccata e perdeva tanto sangue “- aggiunge- mi disse che era il
cannoniere di bordo e che non ebbe il tempo di sparare nemmeno un colpo-
gli chiedo come ci arrivarono e - Stavano a circa due miglia, un po’
prima de Li Galli. A remi, quattro di noi con le pale lunghe in una
mezz’ora di voga li abbiamo raggiunti, eravamo tutti stremati di fatica,
ma li volevamo salvare”. Luigi Parlato ricorda un particolare del
giorno dopo, durante i funerali delle vittime: un uomo, un marinaio di
Genova, Angelo D' Imborsano vestito con un pigiama e vestaglia nel corso
della funzione religiosa lo abbracciò,lo baciò chiamandolo
ripetutamente Salvatore. Luigi sulla sua barca ne potè imbarcare
soltanto sei. Qualcuno di loro alla fine dell’ incontro aggiunge che
poco tempo dopo, un rappresentante del Governo diede loro una carta
d’Encomio e 95 lire di premio per l’eroica impresa. Io, intanto
ringrazio il prof. Talamo che mi ha aiutato a incontrare Pietro, Luigi,
Luigi P. e Francesco che mi hanno raccontato dal vero questa storia di
guerra che già Anna Fusco in una sera fredda e ventosa mi raccontò, a
Quartieri Aperti in una viuzza di Fornillo. Il Prof Talamo in un suo
scritto nel ricordare il fatto scrive che il parroco di allora Don
Saverio, fece recitare un Te Deum alla Madonna per il miracolo ricevuto.
Lo scoglio dedicato a Lei salvò Positano da una sicura sciagura se quel
micidiale ordigno fosse esploso tra le case sulla marina.
Quel che rimane del faraglione Mamma
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