RIPRENDERANNO A VOLARE 4 RAPACI
RECUPERATI DAL WWF PENISOLA SORRENTINA
E CURATI AL C.R.A.S. IL FRULLONE DI NAPOLI
comunicato stampa,
foto (archivio WWF Penisola Sorrentina
Domani (sabato 21 luglio 2012) il WWF Penisola Sorrentina procederà alla liberazione di alcuni rapaci recuperati dai volontari dell’associazione e curati e riabilitati al CRAS del Frullone.
Si tratta di due esemplari femmine di Gheppio (Falco tinnunculus) e di una coppia di giovani Allocchi (Strix aluco). Alle zampe degli uccelli è stato messo dagli esperti ornitologi un apposito anello di riconoscimento per poterli monitorare in futuro.
E’previsto un doppio appuntamento, viste le diverse “abitudini etologiche” degli uccelli da liberare in natura: prettamente diurne per i gheppi e notturne per gli allocchi.
Si parte da Piazzetta Sagristani ai Colli di Fontanelle (S.Agnello) alle ore 17.
Da lì si procederà sulla via Nastro Azzurro fino alla curva a gomito dove è visibile l'edicola con la madonna e una statua del cristo. Dopo un breve percorso a piedi nel castagneto, in circa 15 minuti, si giungerà in direzione Marecoccola dove si effettuerà il rilascio dei Gheppi.
Secondo appuntamento, in località S.Maria La Neve a S.Agata (Massa Lubrense) alle ore 19.30. Quindi si procederà con i mezzi propri in direzione Tore di Casa e si imboccherà la ripida e tortuosa strada di via Colarusso che condurrà i partecipanti in un uliveto abbandonato, dove verranno rimessi in libertà i due fratellini di Allocco.
Brevi cenni sui rapaci recuperati.
“Fu un cittadino ad allertarci circa 2 mesi fa quando, durante una passeggiata nei pressi di un fondo agricolo in via Colarusso, si imbattè in un adulto di allocco morto giacente al suolo e, contemporaneamente, la sua attenzione fu attirata da alcuni "fischi" provenienti dall'interno di un vecchio ulivo. Spostata la vecchia corteccia dell’albero apparve visibile una cavità nel tronco con all’interno due piccoli di Allocco denutriti e affamati. Furono quindi recuperati i due giovani nidiacei e contattato il WWF Penisola Sorrentina che si occupò di trasferirli immediatamente al CRAS del Frullone per l’accudimento e la riabilitazione in attesa della liberazione.
Dei due gheppi, uno era stato rinvenuto ferito ad un ala nel febbraio di quest’anno e recuperato dal Corpo Forestale dello Stato di Castellammare di Stabia. Trasportato al Frullone di Napoli l’animale ha subito un delicato intervento chirurgico a cui ha fatto seguito una lunga riabilitazione in apposita voliera; l’altro Gheppio era un sub-adulto rinvenuto a giugno dai volontari del WWF denutrito e disidratato.”
“Negli ultimi mesi – racconta Claudio d’Esposito Presidente del WWF Penisola Sorrentina – abbiamo avuto numerosi casi di ritrovamento di animali selvatici in difficoltà e, tra questi, i nidiacei sono stati quelli più frequenti. In primavera, durante una passeggiata nel bosco, ma anche nel giardino di casa, o sul marciapiede, può capitare a chiunque di trovare un piccolo di uccello. L’istinto ci induce a raccogliere il piccolo e portarlo a casa per "accudirlo". Questo atteggiamento, peraltro lodevole in quanto dimostra sensibilità nei confronti della natura, non sempre però si rivela il migliore per la salute del nidiaceo. Pochi sanno che gran parte dei nidiacei abbandona spontaneamente il nido (merli, passeri, civette, ecc.) quando ancora non sa volare bene, pur essendo seguito e alimentato dai genitori. Raccogliere uno di questi nidiacei significa strapparlo alle cure dei genitori, sicuramente più valide del più esperto e attento veterinario.
Allevandoli si corre inoltre il rischio di "imprintarli" sull'uomo, facendone animali con una identità specifica deviata in modo irreversibile e non più in grado di affrontare una normale vita libera.
Se avete raccolto un nidiaceo in situazione di reale pericolo (minacciati da gatti o altri predatori, finiti in mezzo alla strada, ecc.) o nel caso di uccelli adulti, feriti per scontri fortuiti con auto, cavi aerei, scontri con altri animali o impallinati dai bracconieri, è importante offrirgli la massima tranquillità, al fine di evitare lo shock e l'infarto da maneggiamento, ponendoli in una scatola di cartone buia e collocata nel più breve tempo possibile in uno spazio altrettanto buio e silenzioso, a temperature mite. Assolutamente da evitare: gabbie, sacchetti di plastica, troppi spostamenti, luoghi rumorosi, contatto con la gente.
Quindi contattate con urgenza, per un intervento quanto più possibile rapido ed efficace, il Corpo Forestale dello Stato, la Polizia Provinciale, l’ASL o il WWF che, con i suoi volontari, cercherà di coordinare gli interventi con i CRAS (Centri di Recupero Animali Selvatici), che provvedono alla raccolta, al recupero e alla riabilitazione degli animali selvatici feriti con lo scopo di liberarli nel loro ambiente naturale. Si ricorda infine che precise norme, proprio per evitare abusi e regolare il traffico a scopo commerciale, regolamentano l'attività di soccorso in natura e sanciscono il divieto di detenere fauna protetta e di raccogliere uova o pulcini dai nidi.”
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