Positano, costiera amalfitana . “Apollineo e Dionisiaco” a l’isola Li Galli, spettacolo ideato e curato da Daniele Cipriani per il Positano Myth Festival 2009, organizzato dal comune di Positano, con la Direzione Artistica di Stefano Valanzuolo, è stato insignito del Premio Anita Bucchi come “Migliore spettacolo di danza dell’anno 2009”. La cerimonia di premiazione ha avuto luogo il 21 dicembre scorso al Teatro Nazionale di Roma, in occasione della serata: ”Gala del Premio Anita Bucchi 2009”, condotta da Rossella Brescia e Luciano Cannito.
Il 28 agosto 2009, con “Apollineo e Dionisiaco”, grazie alla cooperazione tra il Positano Myth Festival e Daniele Cipriani, la danza è tornata in quel luogo magico e incantato che è l’Isola de Li Galli, dove Léonide Massine prima e Rudolf Nureyev poi, catturati dall’incanto dell’arcipelago, avevano vissuto e ballato nel chiuso delle stanze di Villa Grande. Mai, prima di “Apollineo e Dionisiaco”, l’Isola era stata teatro di uno spettacolo di danza aperto al pubblico. Una prima volta internazionale, di alta qualità, caratterizzata dalla partecipazione di danzatori del calibro di Silvia Azzoni, Alessio Carbone, Dorothee Gilbert, Gonzalo Garcia, Paola Pagano e Manuel Parrucini.
La serata ha riunito mito, danza e arte insieme a grandi nomi della coreografia, della musica e della pittura, con l’obiettivo di rappresentare l’eterno contrasto tra Apollineo e Dionisiaco.
Tanti nomi di personaggi e grandi artisti come Léonide Massine, Rudolf Nureyev, Sergej Diaghilev, Vaslav Nijinsky, Pablo Picasso hanno avuto un legame con quest’isola, dalla quale hanno tratto ispirazione e alla quale hanno donato un grande fascino.
Narratrice d’eccezione è stata la giornalista Paola Saluzzi, accompagnata al pianoforte del maestro Vinicio Colella.
L’apertura è stata dedicata ad un omaggio alla filosofia che aleggiava all’Isola Li Galli durante la permanenza di Léonide Massine; una scuola di danza immersa nelle meraviglie dell’isola. Alessio Carbone, primo ballerino dell’Opera di Parigi, e Dorothée Gilbert, étoile dell’Opera di Parigi,hanno fatto rivivere la vita di due giovani ballerini in una sala di danza nell’interpretazione di “Tre Preludi” su musica di Sergej Rachmaninoff e coreografia Ben Stevenson rappresentata per la prima volta nel 1969.
Tra i brani coreografici di grande valore storico oltre che coreutico, sono stati rappresentati: un estratto da l’Apollon Musagète di George Balanchine, interpretato da Paola Pagano del Ballet du Capitole de Toulouse nel ruolo di Tersicore, passato alla storia come l’Apollo di Balanchine, creato nel 1927 su musica di Igor Stravinsky. Con questa coreografia elegante e stilizzata Balanchine firmò il manifesto del nuovo classicismo e portò in scena un giovane Apollo.
“Apollineo e Dionisiaco” è stato anche un omaggio all’impresario dei Ballets Russes, Sergej Diaghilev. Sulla stessa scia un estratto da “Parade - Il prestigiatore Cinese” di Léonide Massine primo interprete e coreografo, su musiche di Erik Satie e costumi di Pablo Picasso. Sergej Diaghilev, è stato il primo a mettere in scena Parade che rappresenta il desiderio di provocazione e la spinta verso la riflessione; la volontà di andare oltre la danza, in una concezione quasi wagneriana (misticismo a parte) di teatro totale, di fusione fra danza, musica e pittura. Nella Torre Saracena dell’Isola ci sono immagini che testimoniano la splendida opera di Massine e Picasso. Manuel Paruccini, ballerino del Teatro dell’Opera, è stato l’interprete di questo pezzo storico.
“La Morte del Cigno” di Michel Fokine interpretata da Dorothee Gilbert è il celebre assolo creato per Anna Pavlova nel 1905 su musica di Saint-Saens. Nel pas seul Fokine recupera l’essenza del romanticismo e col rappresentare un contenuto altamente drammatico mediante passi relativamente non complicati, ribadisce il predominio dell’espressione, del dionisiaco, sul virtuosismo e prova che “La danza non poteva… soddisfare solo l’occhio, ma attraverso l’occhio doveva penetrare nell’anima”. L’intero corpo è espressivo, incarna il dionisiaco, in contrasto con una tradizione che consente alle braccia poche posizioni codificate, lineari.
Perla coreografica e espressione Dionisiaca è “Nijinsky” di John Neumeier su musiche di Shostakovic, "una biografia dell'anima, dei sentimenti e delle sensazioni" di un uomo e artista che rivoluzionò l'immagine del 'maschio' che danza. L’arte rappresentata è costituita dal mettre en danse la complessità della psiche disturbata di Nijinsky.
In una coreografia quasi espressionista, che tocca punte di altissima drammaticità, esplodono le insanabili contraddizioni di un uomo e di un artista travolto dalle vicende. Indissolubile il legame con Romola nello straziante passo a due, dove la donna assume le sembianze di una figura salvifica; gli interpreti per la serata sono stai Silvia Azzoni e Olexsandre Ryabko nel ruolo del divus (Hamburg Ballett).
Daniele Cipriani vuole dedicare questo premio a Domenico De Masi,( presidente della Fondazione Ravello, che con questa manifestazione ha messo insieme le due eccellenze della costa d' Amalfi, Positano e Ravello, ndr) per avergli dato l’opportunità di mettere piede sulla leggendaria isola ed avergli concesso la possibilità di organizzarvi questo spettacolo di danza.
Il Sindaco di Positano Domenico Marrone, il 21 dicembre al Teatro Nazionale di Roma ha ritirato insieme al prof. Domenico De Masi il premio Anita Bucchi, per aver organizzato sull'isola Li Galli di Positano il miglior spettacolo di danza dell'anno in Italia.
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