martedì 8 settembre 2009
POSITANO: EMANUELE RUBINI IN MOSTRA DAL 12 SETTEMBRE...
Rubini
Da alcuni anni in Puglia a Bitonto abita
l'incedere plastico di Emanuele Rubini,
la cui mano d'artista segna nei contorni l'infrangersi del rapporto spazio tempo.
Capace di lasciar uscire allo scoperto allusività di linguaggi, forme, pregnante vitalità, incapsulate nel marmo
nel quale con gli occhi dell'anima, in una cosmica drammaticità e sensualità tattile,
sa di poter penetrare per lasciare uscir fuori corpi e forme che vivono autonomamente liberandosi dal peso del masso,
respirando a pieni polmoni l'ebbrezza mediterranea, in un silenzio metafisico,
quasi enigmatico, nel quale staticità e movimento si confrontano, si compenetrano,
si depurano di ogni possibile scoria, per entrare in un mondo che apparterrà in eterno.
Lello Spinelli (critico d'arte)
uno stralcio del quotidiano Bari Sera:
Forme lievi, che ricordano corpi femminili. Morbide curve, che delineano figure che si stagliano verso il cielo, si librano nell'aria, che suscitano pura emozione, lo stupore di qualcosa di sorprendente, di inaspettato che colpisce gli occhi e il cuore. Il bianco del marmo, il candore della bellezza, il fuoco che vien fuori dalla materia, lavorata con amore e passione per mesi, senza sosta e senza interruzione. Da sei anni, Emanuele Rubini, ha dato forma alle emozioni, creando opere straordinarie, plasmando come se si trattasse di argilla, il marmo bianco di Carrara o il bronzetto di Trani nel suo laboratorio a Bitonto (Ba), città dove vive con la sua famiglia. Per ore, tutti i giorni, privilegiando la notte, Rubini, che usa solo mazzola e scalpelli, così come avveniva in passato nelle antiche botteghe degli artisti, modella questi enormi blocchi di svariate tonnellate, spesso tracciandone i contorni direttamente sul marmo. La sua avventura è cominciata prima realizzando oggetti di design di arte contemporanea, per poi proseguire con una delle sue opere più belle, "Cleopatra": circa trenta quintali di marmo Bianco Carrara, un'opera nella quale si ritrovano i tratti della sensualità femminile, in cui l'eleganza si sposa con la maestosità, l'imponenza, la raffinatezza. Preziose sculture, preziose per l'uso di materiali pregiati, preziose perché capaci di suggerire una gamma di sensazioni, di unire la classicità all'avanguardia, di unire il passato al futuro: un'arte vissuta come urgenza, come necessità di far uscir fuori un magma incredibile che si muove nell'animo, che si trasforma in immaginazione materica. Il percorso artistico di Rubini si snoda successivamente in altre meraviglie, come "La danza", "Fiamma", "Eva", "Bora", e "Venere", creazione questa che si potrà ammirare nel Teatro Umberto I di Bitonto. Quello che accomuna l'ispirazione non è solo la femminilità, da quella dolorante nel momento in cui da origine alla vita, a quella eterea, trasfigurata ma anche il sentimento d'amore nella sua accezione più alta, in quella comunione di corpi e mente, così come accade in "Eros", in cui si ritrovano senso e spiritualità. Spiritualità terrena che ritroviamo anche in "Gemma", che racchiude un volo, la libertà e la levità di un corpo sospeso nell'aria. E dopo anni di lavoro, in cui Rubini era praticamente sconosciuto, arriva un importante riconoscimento, il primo sicuramente di una lunga serie, la medaglia di bronzo del Senato della Repubblica nel prestigioso Premio Internazionale d'Arte Contemporanea San Crispino a Porto Sant'Elpidio organizzato dall'Amministrazione Comunale e dal Centro d'arte e cultura La Tavolozza, con l'Alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Senato, il Ministero per i Beni e le Attività culturali, la Regione Marche, dell'Amministrazione provinciale di Ascoli Piceno, dell'Ambasciata in Italia della Repubblica Slovacca e del Parlamento Europeo. Una vetrina internazionale, alla quale hanno partecipato artisti italiani e stranieri selezionati da un'apposita giuria della quale faceva parte: il critico d'arte slovacco L'uboslav Moza, direttore artistico della galleria d'arte Merum (Modra), la responsabile Estero Marianna Jurcova, la coordinatrice Stella Calvani, e la direzione artistica di Daniela Simoni referente per la Presidenza della Repubblica, dove Rubini ha presentato quattro delle sue opere ("Gemma","Ghibli", "Fiamma", e "Il tuffo"). Il 18 febbraio 2005 nella cornice del Teatro Petruzzelli Circolo Unione (Bari) alla presenza dell'On. Avv. Marcello Vernola (Parlamentare europeo), Dott. Raffaele Fitto (Presidente Regione Puglia), Barbara Facchini (giornalista "Bari Sera"), Ugo Sbisà (giornalista "La Gazzetta del Mezzogiorno"), Italo Interesse (giornalista "Quotidiano di Bari"), Lello Spinelli (critico d'arte), nell'evento della presentazione dell'ultimo libro edito da Giuseppe Laterza, scritto da Anna Gramegna ("Dietro il Chador"), Rubini presenta in marmo bianco Carrara dal peso di due chili, l'opera omonima "Dietro il Chador" che, armoniosa, su esili appoggi corporei, sembra librare in alto.
Adesso Rubini, appena rientrato da Sant'Elpidio, entusiasta di questa esperienza e dell'interesse suscitato nel pubblico e nella critica, è pronto ad una nuova sfida: ha già in lavorazione una nuova opera, a cui si dedicherà nei prossimi cinque mesi. Per il momento, tutto rimane top secret.
Una cosa è certa: anche questa volta, dice Rubini,"voglio suscitare emozione.
Gilda Camero
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