Un tramonto positanese. Nello scattare questa foto, e tgravandomi un gruppo di turiste inglesi al mio fianco, mi sono ricordato di questa vecchia storia romana.
Tanti anni fa quando ero un 17enne avevo una “fidanzatina” Claudia, che usciva di scuola
nel pomeriggio e ci incontravano alla sommità di Trinità dei Monti per poi tornare a casa insieme. Abitavamo entrambi in via Margutta. E’ così insieme a lei scoprii “Il Tramontaro”.
Il tramontaro era un particolare personaggio romano nato negli anni 60/70.
Chissà perchè Fellini non si è mai accorto di lui. Forse perchè nessuno
gliene ha mai parlato. Oppure perchè Federico non è mai passato di là quando
questo romantico personaggio operava. Il tramontaro operava a Trinità dei Monti e lo si poteva incontrare esclusivamente verso il tramonto e in certi particolari giorni. Sempre ben vestito, curato, con una certa aria da artistoide, armato di libri di poesie, in varie lingue, e un aria trasognata (questa era parte più difficile). Lo scopo, domanderete. Rimorchiare le belle straniere. Era un vero artista. Individuata la preda, con nonchalance la si avvicinava come per caso senza guardarla, esaltando le bellezze romane illuminate da quel sole rosso che all’orizzonte stava scendendo, declamando una poesia ad hoc. Da quel punto il tramonto romano è qualcosa che dire meraviglioso è dire poco. Qualcuno più abile cercava addirittura di farne uno schizzo con i pastelli di cera. Era importantissima la concentrazione artistica. La tipa puntata, doveva essere colpita dalla vena sensibile dell' artista. Se così era al novanta per cento si faceva centro ,L’attacco finale avveniva a tramonto fatto, qualche chiacchiera e l’offerta di un drink in un luogo di artisti.
L'ora del tramonto spesso coincide con l'ora di un aperitivo, sempre molto gradito da inglesi e americane. Drink che in quei tempi era “ fichissimo” consumare alla fine della scalinata, al caffè Greco in via dei Condotti, dove spesso a quei tempi sedevano artisti del calibro di de Chirico, Guttuso, spesso anche da top models e giovani attricette in voga.
Se si riusciva a portarla a consumare l'aperitivo il più era fatto. Se poi la “pupa “ lo seguiva a cena da Beltrame in via della Croce il gioco era fatto e il weeck end pure.
Di massimo capodanno
Tanti anni fa quando ero un 17enne avevo una “fidanzatina” Claudia, che usciva di scuola
nel pomeriggio e ci incontravano alla sommità di Trinità dei Monti per poi tornare a casa insieme. Abitavamo entrambi in via Margutta. E’ così insieme a lei scoprii “Il Tramontaro”.
Il tramontaro era un particolare personaggio romano nato negli anni 60/70.
Chissà perchè Fellini non si è mai accorto di lui. Forse perchè nessuno
gliene ha mai parlato. Oppure perchè Federico non è mai passato di là quando
questo romantico personaggio operava. Il tramontaro operava a Trinità dei Monti e lo si poteva incontrare esclusivamente verso il tramonto e in certi particolari giorni. Sempre ben vestito, curato, con una certa aria da artistoide, armato di libri di poesie, in varie lingue, e un aria trasognata (questa era parte più difficile). Lo scopo, domanderete. Rimorchiare le belle straniere. Era un vero artista. Individuata la preda, con nonchalance la si avvicinava come per caso senza guardarla, esaltando le bellezze romane illuminate da quel sole rosso che all’orizzonte stava scendendo, declamando una poesia ad hoc. Da quel punto il tramonto romano è qualcosa che dire meraviglioso è dire poco. Qualcuno più abile cercava addirittura di farne uno schizzo con i pastelli di cera. Era importantissima la concentrazione artistica. La tipa puntata, doveva essere colpita dalla vena sensibile dell' artista. Se così era al novanta per cento si faceva centro ,L’attacco finale avveniva a tramonto fatto, qualche chiacchiera e l’offerta di un drink in un luogo di artisti.
L'ora del tramonto spesso coincide con l'ora di un aperitivo, sempre molto gradito da inglesi e americane. Drink che in quei tempi era “ fichissimo” consumare alla fine della scalinata, al caffè Greco in via dei Condotti, dove spesso a quei tempi sedevano artisti del calibro di de Chirico, Guttuso, spesso anche da top models e giovani attricette in voga.
Se si riusciva a portarla a consumare l'aperitivo il più era fatto. Se poi la “pupa “ lo seguiva a cena da Beltrame in via della Croce il gioco era fatto e il weeck end pure.
Di massimo capodanno
Oh, è bellissimo davvero!
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